La prostatite: da cosa si riconosce e come si può curare questa infiammazione

La prostatite è un’infiammazione della prostata, la ghiandola presente solo negli uomini e deputata alla produzione di parte dello sperma. Il sintomo principale è il dolore, ma ne possono insorgere anche altri come febbre alta e sangue nelle urine. In ogni caso è importante diagnosticarla ed intervenire in tempo per evitare le possibili complicanze.
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Dott. Albert Kasongo Medico vaccinologo
8 Settembre 2020 * ultima modifica il 08/09/2020

La prostatite è un’infiammazione a carico di una ghiandola che prende il nome di prostata e che è presente esclusivamente negli individui di sesso maschile, appena sotto la vescica, con il compito di secernere un liquido che si mescola con altri secreti e con gli spermatozoi (per i quali rappresenta un nutrimento) andando a formare la sostanza che viene eiaculata a seguito di un orgasmo (sperma).

Le tipologie

La prostatite può essere suddivisa in 4 tipologie diverse:

  1. Prostatite acuta batterica (tipo I)
  2. Prostatite cronica batterica (tipo II)
  3. Prostatite cronica non batterica (tipo III): anche chiamata sindrome dolorosa pelvica cronica (prostatodinìa) che può avere un’infiammazione spiccata o esigua
  4. Prostatite asintomatica (tipo IV)

I sintomi

I sintomi della prostatite, ove presenti, sono conseguenti allo spasmo muscolare a livello di vescica e bacino che provoca dolore in area pelvica, perineale, lombare (schiena), anale, scrotale e può coinvolgere anche pene e testicoli. A questi sintomi si possono associare

  • Febbre alta accompagnata da brividi
  • Malessere generalizzato
  • Dolore nell’emissione dell’urina
  • Sangue nelle urine
  • Dolore durante i rapporti sessuali

Le cause

Le cause spesso sono sconosciute. Come detto in precedenza, alcune sono causate da infezioni batteriche (soprattutto da batteri appartenenti al genere Proteus, Klebsiella ed Escherichia Coli), altre possono essere conseguenza di altre condizioni quali epididimite, ostruzione del collo della vescica o procedure diagnostiche invasive quali la biopsia della prostata.

Le complicanze

Una prostatite batterica non curata tempestivamente può portare a una cronicizzazione dell’infiammazione stessa che potrebbe anche trasmettersi alle strutture vicine (ad es. i testicoli), a una batteriemia (passaggio dell’infezione al sangue), a impossibilità di emettere urine oppure a formazione di ascessi (raccolte di pus).

La diagnosi

Innanzitutto, per giungere a una corretta diagnosi di prostatite bisogna effettuare un’accurata anamnesi analizzando tutti i sintomi presenti, in seguito verrà effettuato un esame obiettivo (esplorazione digito-rettale per palpare la prostata che di solito risulterà ingrossata e dolente e palpazione dei linfonodi inguinali). A questo verranno aggiunti:

  • Esami del sangue
  • Esami delle urine
  • Spermio coltura
  • Cistoscopia
  • Esame urodinamico
  • Tampone uretrale
  • Ecografia apparato urinario

La terapia

La terapia dipenderà dalla causa scatenante. In presenza d’infezione batterica si ricorrerà all’uso di antibiotici (per 4-6 settimane e senza interruzioni). Diversamente si consiglia di effettuare trattamenti che allevino i sintomi quali, ad esempio, massaggio prostatico, farmaci ed effettuazione di bagni caldi. Si consiglia inoltre di astenersi dai rapporti sessuali, praticare masturbazione (favorisce lo svuotamento della prostata), utilizzare una ciambella quando ci si siede ed evitare sport quali il ciclismo perché il sellino provocherebbe pressione a livello prostatico.

Seguendo questi accorgimenti ed intervenendo per tempo sarà possibile risolvere questa condizione che diversamente porterebbe alle complicanze citate in precedenza.

Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, ha maturato esperienza in numerosi ambiti collaborando con diverse altro…
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