La scienza ha scoperto una nuova classe di antibiotici: sono efficaci contro i batteri più resistenti

I nuovi antibiotici scoperti da un team di ricercatori americani garantirebbero una doppia azione: non solo sarebbero in grado di bloccare il processo alla base della sopravvivenza cellulare del batterio ma allo stesso tempo stimolerebbero il sistema immunitario a mettere in campo un’attività di uccisione batterica più potente e specifica rispetto agli attuali migliori farmaci.
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Kevin Ben Alì Zinati 7 Gennaio 2021
* ultima modifica il 08/01/2021

Contro l’antibiotico resistenza arriva una nuova classe di farmaci, più potenti ed efficaci. Farmaci capaci non solo di eliminare i patogeni batterici che riescono a sfuggire all’azione degli antibiotici classici ma anche in grado di stimolare una risposta immunitaria più rapida ed efficace da parte del tuo organismo. I ricercatori dell’Istituto americano Wistar li hanno descritti sulla rivista Nature.

Un problema enorme

Quello dell’antibiotico resistenza è un problema della sanità a livello globale. Il numero dei batteri sempre più forti dei trattamenti finora disponibili continua a crescere, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha definita come una delle 10 sfide per l’umanità.

Secondo le stime, entro il 2050 le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici potrebbero causare 10 milioni di decessi ogni anno, con costi per l’economia del mondo quantificabili in trilioni di dollari.

La nuova strategia 

I ricercatori americani hanno spiegato che gli antibiotici esistenti, con la loro azione mirano a elementi batterici essenziali, tra cui l’acido nucleico e la sintesi proteica, la costruzione della membrana cellulare o le vie metaboliche. E che, tuttavia, i batteri possono mutare il bersaglio contro cui è diretto l'antibiotico, inattivando di fatto l’efficacia dei farmaci.

Così il team di scienziati si è concentrato su un bersaglio diverso, un percorso metabolico essenziale per la maggior parte dei batteri ma assente negli esseri umani: si tratta della cosiddetta via non-mevalonato, responsabile della biosintesi di molecole strettamente necessarie per la sopravvivenza cellulare nella maggior parte dei batteri.

Prendendo di mira l'enzima essenziale nella produzione di queste molecole, i ricercatori hanno così individuato un modo per bloccare il processo e uccidere il batterio.

Una doppia azione 

Attraverso la modellazione al computer, i ricercatori americani hanno poi esaminato diversi milioni di composti disponibili in commercio per valutare la loro capacità di legarsi a questo enzima e hanno selezionato i più potenti: da qui è nata la nuova classe di antibiotici.

Farmaci in grado non solo di inibire l’enzima alla base della sopravvivenza cellulare del batterio ma anche di stimolare il sistema immunitario con una più potente e specifica attività di uccisione batterica rispetto agli attuali migliori antibiotici.

In sostanza, i ricercatori hanno pensato che attaccare simultaneamente i batteri su due fronti diversi avrebbe reso difficile lo sviluppo di resistenza. E avevano ragione.

Fonti | "IspH inhibitors kill Gram-negative bacteria and mobilize immune clearance" pubblicato il 23 dicembre 2020 su Nature

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