La scintigrafia: l’esame che “fotografa” l’organo

Parliamo della scintigrafia, un esame specifico che serve ad analizzare la funzionalità di un organo o di alcune sue parti. È quasi una sorta di fotografia dell’organo che si sta esaminando, ottenuta con l’impiego di un liquido iniettato che emette radiazioni. Può essere utile per individuare una forma tumorale, ma non solo. Vediamo quanto dura, le precauzioni da prendere e le controindicazioni.
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Valentina Danesi 7 Agosto 2020
* ultima modifica il 29/11/2020

La scintigrafia è un esame di medicina nucleare, ma cosa significa esattamente? Forse potrebbe sorprenderti, ma viene definito così poiché prevede l'iniezione di una sostanza radioattiva nel tuo corpo, ovvero un radiofarmaco, che serve proprio per poter poi analizzare la funzionalità degli organi che vengono studiati durante questo test diagnostico.

Il medico può prescriverti una scintigrafia per osservare lo stato di cuore, polmoni o tiroide, per cercare le metastasi di un tumore o per monitorare la tua circolazione sanguigna. A seconda della zona analizzata l'esame avrà una durata diversa, e una volta concluso le immagini dovranno essere studiate per arrivare alla formulazione del referto.

Ora che hai un'idea più chiara di cosa stiamo parlando, vediamo nel dettaglio a cosa serve una scintigrafia, come si esegue e quali sono le eventuali controindicazioni.

Cos’è

Con il termine scintigrafia si intende un’esame di medicina nucleare in cui si somministrano per via endovenosa (raramente per bocca o inalazione) radiofarmaci che vengono “assorbiti” dall’organo analizzato per consentire di ottenere immagini che forniscono informazioni sullo stato di salute di quella specifica parte del corpo.

Come ti ho accennato, attraverso la scintigrafia si possono studiare diversi organi o aree del corpo umano, con lo scopo di analizzarne le funzioni o la struttura, per accertare la presenza di traumi, lesioni o malattie, tumori compresi, oppure per monitorare un paziente che ha subito un intervento chirurgico. Proprio come la TAC o la PET, si tratta di un esame che rientra nell'ambito della diagnostica per immagini, e sarà il medico radiologo specializzato in medicina nucleare a interpretarne i risultati.

A cosa serve

La scintigrafia, che può essere di vari tipi (ad esempio tiroidea, miocardica, ossea…), aiuta a dire con precisione l’effetto della malattia sul funzionamento dell’organo interessato o di parti limitate di esso, è quindi probabile che tu l’abbia sentita nominare in rapporto allo studio e alla ricerca di tumori. Questo esame viene utilizzato per lo studio di diversi organi o parti del corpo (ossa, cuore, fegato, mammella, reni, tiroide ecc.) e i tracciati radioattivi, altro modo per definire i radiofarmaci di cui ti parlavo, cambiano a seconda dell’organo che si va ad analizzare.

Una volta iniettati all'interno del corpo, questi medicinali contenenti isotopi radioattivi interagiscono con il tessuto biologico da studiare e possono essere monitorati durante il loro percorso dalla gamma camera, una strumentazione specifica che è in grado di rilevare la radioattività. È sempre quest'ultimo macchinario a tradurre in immagini le radiazioni captate, permettendo di visualizzare nei dettagli organi e tessuti.

Tipi di scintigrafia

Come ti ho detto fin da subito, la scintigrafia può analizzare diverse parti del tuo corpo. In base all'area anatomica che è oggetto di studio, possiamo distinguere queste tipologie di esame:

  • Scintigrafia miocardica: si definisce anche scintigrafia cardiaca e serve per monitorare l'esito di un bypass coronarico oppure per diagnosticare un attacco di cuore o una coronaropatia.
  • Scintigrafia tiroidea: è un esame eseguito per valutare la funzionalità e la struttura della tiroide, consentendo di rilevare problemi come l'ipotiroidismo, la presenza di metastasi o i noduli tiroidei.
  • Scintigrafia renale: è un tipo di scintigrafia adatto a studiare le condizioni dei reni e di conseguenza quello raccomandato per diagnosticare i tumori renali, l'insufficienza renale, la glomerulonefrite o eventuali cisti.
  • Scintigrafia polmonare: si esegue quando i sintomi di un paziente fanno sospettare condizioni come un tumore ai polmoni o l'embolia polmonare, entrambi diagnosticabili da questo esame noto anche come scintigrafia polmonare perfusoria.
  • Scintigrafia ossea total body: anche chiamata scintigrafia ossea globale scheletrica, consente di ottenere importanti informazioni sull'apparato scheletrico, che viene esaminato per intero. Si tratta di una procedura particolarmente utile per rilevare tumori ossei, metastasi, artrite, fratture o altri tipi di traumi.

Come si svolge

Non parliamo di un esame doloroso. Ma come si svolge? In primis, dovrai assicurarti di non avere addosso gioielli e oggetti metallici che potrebbero interferire con la procedura, dopodiché potrai sdraiarti su un lettino che potrebbe ricordarti quello della TAC, se l'hai già fatta in passato. Dopo l’iniezione di un radiofarmaco, il lettino verrà posizionato sotto la gamma camera, quella macchina che, come ti dicevo, rileva il segnale emesso per radiazione dagli organi analizzati. È importante che tu rimanga immobile per tutta la durata della scintigrafia, fino a quando il radiologo non ti annuncerà la fine dell'esame. L’insieme dei segnali lanciati viene elaborato da una workstation o server dedicato e, quindi, rappresentato con una mappa della funzione studiata: per esempio, distribuzione dei recettori per la somatostatina.

Quando l'esame sarà terminato, dovrai tenere conto del fatto che, a causa del radiofarmaco presente nel tuo corpo, continuerai ad emettere radiazioni fino allo smaltimento completo del medicinale che ti è stato iniettato, che può avvenire in pochi giorni o in qualche settimana. Per favorirne l'eliminazione naturale faresti bene a bere in modo abbondante dopo la scintigrafia, mentre tra le precauzioni successive alla procedura dovresti ricordarti che è meglio evitare contatti con bambini o donne incinta fino a quando la radioattività non si sarà spenta del tutto.

Quanto dura

La durata della scintigrafia può variare da 15 minuti (ad esempio la scintigrafia tiroidea) ad alcune ore (ossa total-body e cuore) in relazione alla complessità dell’esame (solo a riposo o doppia fase dopo stimolo) e alla biologia dell’organo che deve essere studiato. Inoltre, potrebbe essere necessario effettuare controlli nelle 24 ore successive all’esame. È il caso, per esempio, della scintigrafia recettoriale. La gamma camera non produce radiazioni, ma registra quelle emesse dell'organo in esame per effetto dell'accumulo del tracciante radioattivo.

Preparazione

Non c’è una metodologia di preparazione univoca. Potresti dover sospendere alcuni farmaci interferenti come stabilito dal medico curante o come indicato nelle istruzioni specifiche. Anche per quanto riguarda il digiuno è bene che tu chieda al medico perché non ci sono dettami generali: può essere utile farlo alcune ore prima, a esclusione dell’acqua che è sempre ammessa, ma non sempre è indispensabile, come nel caso della scintigrafia ossea.

Controindicazioni

Se sei incinta o stai allattando al seno o, ancora, stai assumendo trattamenti farmacologici a base di ACE-inibitori sarebbe meglio che non ti sottoponessi a scintigrafia. Occorre però precisare che si tratta di controindicazioni relative, vagliate poi dai medici caso per caso. Per motivi di radioprotezione, dopo l’esecuzione della scintigrafia è sconsigliato essere accompagnati da persone sotto i 18 anni di età e da donne in età fertile, in particolare se in gravidanza. È invece consigliato essere accompagnati in caso di claustrofobia al fine di evitare la guida dopo l’assunzione di una terapia ansiolitica che potrebbe essersi resa necessaria durante l’esame.

Referto

A seconda della gravità delle condizioni del paziente, i risultati della scintigrafia possono essere disponibili subito (se la patologia è di grave entità) o dopo qualche giorno. Una volta che il paziente avrà ricevuto i risultati dovrà mostrarli al proprio medico in modo tale che si possa valutarli ed, eventualmente, decidere come procedere. Ma come si interpreta l’esito di una scintigrafia? Facciamo l’esempio della scintigrafia ossea: il farmaco iniettato in una vena irradia tutte le ossa attraverso il sangue e si concentra debolmente nell’osso sano, mentre si fissa con una maggiore intensità dove esistono infiammazioni, artrosi o tumori.

Fonti| Humanitas, Istituto Superiore di Sanità, Gavazzeni

(Modificato da Alessandro Bai il 9/11/20)

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