La sesta malattia: ecco perché non dovrai preoccuparti troppo quando tuo figlio verrà contagiato

La sesta malattia è una malattia esantematica tipica dell’infanzia, anche se in alcuni casi può colpire un adulto. I sintomi sono simili a quelli di un’influenza, fatta eccezione per rush cutaneo tipico di questa patologia: si tratta di macchie composte da piccoli puntini di colore rosso o rosa scuro. In ogni caso, non dovrai preoccuparti, perché nella maggior parte dei casi si risolve da sola senza l’uso di farmaci.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Settembre 2023
* ultima modifica il 18/10/2023
Con la collaborazione del Dott. Graziano Barera Primario di Pediatria e Neonatologia dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

La sesta malattia è una malattia esantematica frequente in età infantile, che potresti conoscere anche con altri nomi: Roseola Infantum, esantema critico, esantema subitum, febbre dei tre giorni, tutti termini che si riferiscono alla stessa patologia. Quando a tuo figlio si alza improvvisamente la temperatura, per poi lasciare spazio a tanti piccoli puntini rossi, saprai che è arrivato il momento che più o meno ogni genitore deve deve affrontare. C'è però subito una buona notizia: non si tratta di un problema di salute particolarmente serio. A differenza del morbillo o della varicella, si può tranquillamente aspettare che passi da sola in circa una settimana, nella certezza che non provocherà nessuna conseguenza sulla lunga distanza. Naturalmente è sempre bene informare il pediatra, ma non dovrai lasciarti spaventare quando il termometro supererà i 39 gradi o se il bambino verrà colto da un attacco di convulsioni.

Di norma, colpisce i bambini con un'età compresa tra i sei mesi e i 2 anni e per chi è sano, non è necessaria l'assunzione di nessun farmaco. Dovrai davvero allarmarti solo se sei immunodepresso o se la contrai durante la gravidanza, due casi che, per una serie di ragioni che ora vedremo insieme, sono davvero rari. Negli adulti, invece, la sesta malattia si presenta molto raramente, probabilmente perché chi la contrae da piccolo sviluppa un'immunità dei confronti del virus. Detto questo, se ti ammali da grande i sintomi si manifesteranno in maniera più severa, ma rappresenteranno un vero rischio soltanto se il tuo sistema immunitario è già indebolito, come accade in chi è affetto da AIDS.

Cos'è la sesta malattia

La sesta malattia è una malattia esantematica che colpisce prevalentemente i bambini tra i 6 mesi e i 2 anni di età. È rarissimo, infatti, che gli adulti vengano contagiati. Si tratta, inoltre, di un disturbo che non ha, fortunatamente, nessuna possibile conseguenza grave, a meno che un individuo non sia immunodepresso.

Sì sa che quando si aspetta un bambino, bisogna stare attente anche alla più piccola infezione, ma nel caso della sesta malattia puoi stare più tranquilla: è davvero raro contrarla in gravidanza. Nella maggior parte dei casi, un adulto ha già affrontato la patologia da bambino e ha sviluppato gli anticorpi necessari per tenere a bada il virus per il resto della sua vita. Se però così non fosse, allora parlane con il tuo ginecologo e metti in atto tutte le strategie necessarie per evitare il contagio.

Prima che tuo figlio compia sei mesi, è piuttosto difficile che si presenti la sesta malattia. I neonati sono infatti protetti dagli anticorpi che vengono trasmessi loro proprio attraverso il latte materno e, prima ancora di nascere, tramite la placenta. Una volta terminato questo periodo, però, le difese immunitarie che hai donato a tuo figlio iniziano a indebolirsi e perdere la propria efficacia.

A partire da questo momento, sarà infatti il suo corpo a dover rafforzare in autonomia il sistema immunitario. Accade spesso che la trasmissione del virus avvenga a partire dai genitori: l'agente patogeno che il tuo corpo ha inglobato quando ti sei ammalato da piccolo rimane poi annidato nelle tue ghiandole salivari e lo stretto contatto con il bambino favorisce il contagio diretto.

Ma la sesta malattia può ritornare? Ti ho spiegato che, solitamente, gli adulti non contraggono la sesta malattia poiché sono protetti dell'immunità che ricevono già da piccoli, quando gli anticorpi imparano a tenere sotto controllo il virus. Tuttavia, poiché quest'ultimo rimane all'interno dell'organismo, può accadere raramente che, dopo molto tempo, l'agente patogeno si riattivi e faccia tornare nuovamente la sesta malattia. Attenzione però: in questi casi difficilmente la patologia provocherà ancora dei sintomi, a meno che la persona colpita non sia immunocompromessa.

Le cause della sesta malattia

La sesta malattia viene provocata dall'herpes virus di tipo 6B, parente di quello che causa la varicella e di quello che si nasconde dietro la febbre al labbro. Più raramente invece l'origine è il tipo 7. Su Ohga ti avevamo già descritto i diversi tipi di herpes e anche se si manifestano sotto forma di patologie diverse, il meccanismo tra loro è piuttosto simile: vieni contagiato, sviluppi un'eruzione cutanea magari accompagnata da febbre e anche se poi le macchie se ne vanno, l'agente patogeno rimane per sempre dentro di te.

Una foto dell’eruzione cutanea provocata dalla sesta malattia.

Naturalmente, questo non significa che tu possa sottovalutarla a cuor leggero, ma quando tuo figlio presenterà i classici puntini rossi, non dovrai correre subito dal pediatra.

Di norma, assume diversi nomi, come Roseola Infantum, termine che fa riferimento alle manifestazioni che compaiono sulla pelle, e "febbre dei tre giorni". Quest'ultimo indica la durata piuttosto breve dell'aumento della temperatura, che non supera quasi mai i cinque giorni consecutivi, il sintomo che precede lo sfogo cutaneo vero e proprio. Si chiama invece sesta malattia perché si classifica in questa posizione nella serie delle patologie esantematiche infettive descritte in medicina. E nel caso te lo stessi chiedendo, sì, esistono anche la quarta e la quinta malattia.

Come avviene la trasmissione

La sesta malattia si trasmette per via aerea. Una gocciolina di saliva espulsa dal bambino quando tossisce, starnutisce o, semplicemente, ride avvia il processo di diffusione. Allo stesso modo, anche una superficie che, per qualsiasi ragione, è entrata in contatto con questo liquido infetto può passare il virus da una persona all'altra. E se hai figli che non hanno ancora compiuto due anni, saprai bene che è un'eventualità all'ordine del giorno.

Il contagio però non è per nulla frequente. Immagina una casa dove un bimbo piccolo è ricoperto dalle classiche macchie, a chi potrà passare la malattia? Quasi sicuramente entrambi i genitori hanno già sviluppato gli anticorpi e lo stesso discorso vale per nonni, parenti adulti ed eventuali baby-sitter. All'appello mancano solo i fratelli della stessa età, o più piccoli. Se però tuo figlio frequenta l'asilo nido e la febbre non compare subito, le probabilità aumentano.

In ogni caso, a partire dal secondo giorno in cui la temperatura è tornata normale, non si risulta più contagiosi per nessuno.

Come ti dicevo, la sesta malattia è provocata da un virus. Dal momento in cui tuo figlio viene in contatto con l'agente patogeno, può passare anche un po' di tempo. Per la precisione, l'incubazione varia da 5 giorni a due settimane, anche se di norma dopo nove giorni arriva la febbre alta. A questo punto, inizia la fase della malattia vera e proprio che dovrebbe risolversi in non più di una settimana. Ogni bambino è però un caso a sé, perciò non preoccuparti se tuo figlio impiega un pochino di più per guarire completamente.

Durante questo periodo, comunque, il consiglio è quello di non uscire. Se devi portare tuo figlio dal pediatra, fai in modo che sia ben coperto, soprattutto se si è ammalato durante i mesi invernali, ed evita il contatto con altri bambini in modo da prevenire il contagio. Potrai invece fargli il bagnetto, a patto di non utilizzare l'acqua troppo calda per non irritare una cute resa già più sensibile dall'esantema. Anche i detergenti che utilizzi non dovranno essere troppo aggressivi e quando dovrai asciugare tuo figlio, fai attenzione a non strofinare la sua pelle come faresti di norma, ma tamponala con delicatezza.

Come capire se si tratta di sesta malattia

Uno dei tratti distintivi e caratteristici della sesta malattia è, appunto, la comparsa di macchioline, simili a puntini, di colore rosso o rosa scuro. A differenza della varicella, sono piane e non contengono liquido. Oltre al fatto che nella maggior parte dei casi il rush cutaneo non provoca nemmeno il fastidioso prurito che contrassegna invece questo tipo di malattie. L'eruzione parte dall'addome o dalla schiena e, da lì, si diffonde a tutto il corpo. È altamente probabile però che lascino stare il viso, i piedi e le mani e che scompaiano da sole, nel giro di 2 o 3 giorni, senza lasciare traccia. Chi invece ha una pelle più sensibile, potrebbe notare la formazione di leggere macchioline più chiare rispetto al normale colore della sua cute.

Quali sono i sintomi

I sintomi della sesta malattia ricordano quelli di una forma influenzale, anche se all'inizio potrebbero un po' spaventarti. La febbre infatti si presenta da subito molto alta e non è raro che arrivi a sfiorare i 40 gradi. A questa situazione si accompagnano altri segnali più moderati, come un malessere generale, dolore ai muscoli, mal di gola, tosse e possibile perdita di appetito. Come intuirai facilmente, è difficile che un bambino di meno di due anni ti dica: "avverto una sensazione di malessere e mi sento piuttosto debole". Segnali ai quali dovrai invece prestare più attenzione sono il nervosismo, l'irritabilità e l'eccessiva sonnolenza di tuo figlio.

A questo punto, controlla la sua nuca: potresti avvertire al tatto delle piccole palline, ovvero i linfonodi occipitali ingrossati. Chiedi un parere al tuo pediatra, ma non ricorrere subito ai farmaci. La febbre è il modo in cui il corpo sta reagendo all'infezione e nel caso della sesta malattia, il sistema immunitario sarà perfettamente in grado di affrontarla da solo.

Dopo 3-5 giorni, la temperatura rientra nei ranghi, ma compaiono le famose macchie, delle quali puoi trovare alcune foto anche all'interno dell'articolo e di cui ti ho parlato qui sopra.

Questi sono i sintomi classici dell'infezione, ma può capitare che la sesta malattia si presenti senza febbre, oppure senza esantema. Come tutti i virus, le manifestazioni possono variare da individuo a individuo. Per questo motivo, è comunque importante che il pediatra sia informato e possa visitare il bambino, se lo ritiene necessario.

Un sintomo che spaventa, ma che è in realtà del tutto normale, sono invece le convulsioni. In un bambino molto piccolo, la febbre alta induce di frequente questo tipo di spasmi, soprattutto in quel 10% di popolazione che è maggiormente soggetto. Noterai che tuo figlio cade in uno stato di incoscienza e che emette dei movimenti rapidi e scoordinati per circa due o tre minuti. Ogni tanto capita anche che si verifichino episodi di incontinenza, urinaria o fecale. Naturalmente è sempre bene parlarne con il tuo pediatra, ma a dispetto dell'apparenza, di tratta davvero di una manifestazione innocua e passeggera.

Qual è in totale la durata della sesta malattia? Sommando il primo periodo, caratterizzato di solito da febbre alta, e i giorni successivi nei quali compaiono le macchie, i sintomi della patologia restano visibili per circa una settimana, ma non ti allarmare se dura qualche giorno in più perché ogni bambino è un caso a sé.

Come si cura la sesta malattia

La sesta malattia non ha bisogno di farmaci o di particolari cure. Se un bambino è sano, passa da sola senza troppi problemi. In ogni caso, chiedi al pediatra come è meglio agire: è probabile che se la febbre dovesse raggiungere una temperatura troppo alta, ti consigli di somministrare paracetamolo o ibuprofene. Quello che invece non deve assumere è l'antibiotico: ricorda, combattono i batteri non i virus. Un altro prodotto farmaceutico da evitare è poi l'aspirina, almeno fino a quando un ragazzino non ha raggiunto i 12 anni di età. Gli effetti collaterali possono infatti rivelarsi molto pericolosi.

Per favorire una guarigione più rapida, dovrai invece comportarti come in un normale caso di influenza. Fai in modo che tuo figlio beva molta acqua e magari preparagli del brodo di verdure o di pollo: è infatti necessario evitare la disidratazione. Inoltre, ingerire una buona quantità di liquidi favorisce una più rapida eliminazione delle tossine dal corpo.

Parliamo di prevenzione. Quando si parla di sesta malattia, c'è davvero poco da temere. Gli unici a dover davvero stare allerta sono gli individui immunodepressi e le donne incinte che non hanno avuto la patologia prima della gravidanza. Alcune strategie potrebbero quindi aiutare ad evitare di contrarre il virus.

Naturalmente, la prima forma di prevenzione è mantenersi a debita distanza da un bambino malato. Ma è anche importante evitare che sia proprio tuo figlio a portare in casa l'infezione. Controlla quindi che si lavi sempre le mani per bene, soprattutto dopo essere stato fuori, e che starnutisca in fazzoletti di carta usa e getta, per scongiurare ogni propagazione. Un altro mezzo di trasmissione sono infine le posate, i bicchieri, gli asciugamani e qualsiasi oggetto entri in contatto la saliva di una persona infetta. Se sei a rischio di contagio, non condividere nulla che non sia stato prima lavato per bene.

Esiste un vaccino per la sesta malattia?

La domanda è lecita e anche giusta dal momento che per le altre malattie esantematiche, dalla rosolia al morbillo fino alla varicella, ce l'abbiamo: per la sesta malattia, invece, ad oggi non abbiamo ancora un vaccino in grado di tutelare dall'infezione e quindi dalla malattia. Per questo, puoi facilmente intuire che la prevenzione e il rispetto delle normi igieniche – dal lavare spesso mani e viso del bambino all'evitare la condivisione dei bicchieri – rappresentano le migliori modalità per ridurre il rischio di contagio.

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto al dottor Graziano Barera, primario di Pediatria e Neonatologia dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, se potessero verificarsi danni per il bambino, qualora una donna contraesse la sesta malattia in gravidanza:

"Potrebbe accadere, sebbene sia raro, che l'herpes virus di tipo 6 si riattivi mentre una donna è in fase gravidica. Di solito accade in maniera asintomatica. Qualche volta, poi, è stato dimostrata la presenza dell'agente patogeno nel bambino già al momento della nascita, ma senza essere accompagnato da alcun tipo di patologia o infezione. 

Le evidenze cliniche ci dicono quindi che questo virus può circolare anche nel periodo gravidico. Non tanto perché la mamma si infetta, anche perché a 2 anni di vita il 95% della popolazione italiana ha già contratto la sesta malattia ed è già immune, ma per l’eventuale presenza latente o l'eventuale riattivazione del virus. Si è visto però che queste situazioni non hanno di fatto alcun impatto patologico sul feto e quindi sul neonato".

Fonti| Iss; Uppa; MSD Manuals

(Articolo scritto da Giulia Dallagiovanna il 21 gennaio 2021
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 22 settembre 2023)

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