La sfida di Peso Positivo: rivoluzionare i social per fare divulgazione sui disturbi del comportamento alimentare

Giulia e Beatrice sono due giovani ragazze che insieme a un team di medici, psicologi ed esperti hanno dato vita a un progetto di divulgazione scientifica sul tema dei Dca. Peso Positivo non si rivolge solo a chi soffre di anoressia, bulimia e obesità: l’obiettivo è aiutare e sostenere anche chi indirettamente soffre per queste condizioni come genitori, famigliari e amici.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Novembre 2021
* ultima modifica il 09/11/2021
In collaborazione con la Dott.ssa Anna Ogliari Specialista in Psicologia Clinica ed esperta in Disturbi alimentari nell’Adolescenza del San Raffaele di Milano

In mezzo al caos assordante dei social network, in cui tutto è urlato e quel tutto spesso è niente, c’è un luogo dove le cose funzionano al contrario. Dove il volume è ai livelli giusti, le parole sono al loro posto e non c’è spazio per niente se non per i contenuti.

Se anche tu vedi i social come una tempesta perfetta di disinformazione, fake news, banalità e pillole prive di un reale beneficio, allora questo è il porto caldo e sicuro che stavi cercando. Soprattutto se agitato è il mare della salute alimentare.

Peso Positivo possiede i contorni propri del mondo digitale di Instagram eppure non è un semplice account a cui regalare un «segui» e a cui piacciare post e stories. Non è nemmeno un posto dove nascondersi per fuggire alla noia o da frequentare di passaggio tra uno swipe e l’altro.

Quando ti avvicini a Peso Positivo entri in un progetto di divulgazione solido e serio che vuole utilizzare – e un po’ anche sfidare – i social per cambiare la narrazione che qui si fa in fatto di anoressia, bulimia, obesità, alimentazione sana e regimi dietetici.

È uno spazio fisico dove crescere e imparare. Un universo accogliente e vero, come lo sono Giulia e Beatrice, le due ragazze che qui hanno deciso di parlare di disturbi del comportamento alimentare.

Nel corso delle loro giovani vite, Giulia e Beatrice hanno conosciuto da vicino i Dca. Ne hanno visto le conseguenze sul proprio corpo e insieme hanno affrontato il percorso che dal riconoscimento della patologia le ha portate fino all’accettazione e al suo superamento.

In una stanza di ospedale dove i loro ricoveri si sono incrociati, le due ragazze hanno anche deciso di trasformare la loro esperienza in un’eredità da passare agli altri dando vita a Peso Positivo insieme al Fondo per l’Anoressia Famiglia Peppino Fumagalli depositato presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza.

Ma chi sono questi altri? Il target del progetto in prima battuta sono tutti coloro che soffrono di disturbi alimentari.

Beatrice, che ha scoperto la sua anoressia a 17 anni tra una gara di twirling e un’interrogazione a scuola, ha raccontato che una delle ambizioni di Peso Positivo è quella di provare ad aiutare queste persone a combattere la solitudine. “Quando ho avuto problemi di Dca mi sentivo diversa – ha spiegato – Mi chiedevo cosa non andasse in me. Parlare e sensibilizzare le persone è un aiuto a far sentire meno soli gli altri. Anche i genitori o gli amici che le supportano”.

Il biglietto da visita di Peso Positivo porta la data del 6 luglio 2021 e in poche righe mette in scena anche gli altri destinatari della sua comunicazione. Ovvero i genitori, gli amici e gli amici degli amici: tutte quelle persone anche indirettamente vittime dei Dca.

“Il nostro desiderio è di fare informazione soprattutto per chi non vive in prima persona i Dca”. Anche Giulia ha sofferto di anoressia, l’ha incontrata per la prima volta a 15 anni quando di ritorno da una vacanza-studio a Edimburgo sua madre, notando che qualcosa non andava, ha chiamato preoccupata l’ospedale.

Insieme a Beatrice si alterna nelle risposte come fanno due giocatrici di doppio che sanno esattamente quando colpire e dove piazzare la palla. “Abbiamo pensato di sfruttare queste piattaforme per aiutare chi affianca le persone che stanno male – ha continuato Giulia – Famigliari e amici appartengono a una categoria spesso ignorata, noi invece vogliamo provare a dare loro una mano per capire come comportarsi con chi soffre di questi problemi”.

Per farlo utilizzano una comunicazione diversa, diretta e colloquiale, che dimentica la drammaticità e la spettacolarizzazione delle storie e dei disturbi.

In nessun post di Peso Positivo, poi, troverai mai un riferimento alla storia personale di nessuna delle due ragazze. Come divulgatrici social hanno scoperto che un’esposizione eccessiva rischia di sviare l’attenzione dalle tematiche reali. “Una narrazione troppo personale può compromettere il livello di accuratezza e oggettività. Per questo abbiamo deciso partire dalla nostra esperienza personale senza però renderla totalizzante nella narrazione”.

Questo tono di voce semplice e inclusivo è anche il segreto per disinnescare le stigmatizzazioni e le categorizzazione che spesso cadono su chi soffre di disturbi alimentari. L’obiettivo delle due ragazze è far capire che queste dinamiche sono diffuse e possono potenzialmente riguardare chiunque, anche in contesti e condizioni che non ci si aspetterebbe mai. “Vogliamo tentare di far capire che questi disturbi, nel mondo in cui viviamo, non sono l’eccezione ha continuato Giulia.

Tutt’altro. In Italia, infatti, “siamo messi malissimo”. La fotografia che ritrae la situazione dei Dca nel nostro paese mostra numeri in costante aumento, soprattutto dopo il lockdown, con le richieste di aiuto per disturbi del comportamento alimentare cresciute dal 30% al 50% su tutto il territorio nazionale.

Anna Ogliari, Specialista in Psicologia Clinica ed esperta in Disturbi alimentari nell’Adolescenza del San Raffaele di Milano e tra le ideatrici del progetto da cui è nato Peso Positivo, spiega che in questi mesi “si è anche riscontrata una diminuzione dell’età di esordio con diagnosi in ragazzi sempre più giovani e una percentuale maggiore di maschi”.

La voce di Giulia e Beatrice è quindi più importante che mai perché in modo chiaro e coinvolgente porta alla luce ciò che ogni genitore dovrebbe sapere. Per esempio, quali sono i fattori che possono favorire l’insorgenza dei Dca nei ragazzi. “La natura dei disturbi del comportamento alimentare è multi-fattoriale – ha continuato l’esperta la psicologa del nosocomio milanese – Alcuni di questi fattori predisponenti sono il temperamento, l’attitudine e la storia di ciascuno di noi e poi ci sono anche altri fattori scatenanti esterni”.

Beatrice ne ha riconosciuti alcuni, come la pressione involontaria dei genitori o quella del mondo dello sport ad alti livelli, dove il continuo alzare l’asticella può arrivare ad influenzare la nostra persona, la nostra mente e la nostra vita.

Per Giulia tutto si unisce alle aspettative legate alle performance scolastiche: “I miei genitori vengono da una generazione per cui puntare al massimo non è necessariamente vista come una pretesa che alla lunga può diventare tossica. Da quando mi sono ammalata però il loro atteggiamento si è molto ridimensionato”.

Peso Positivo riesce a fare breccia nella corazza non sempre facile da bucare rappresentata dall’innocente cecità di alcuni genitori – lo dicono i numeri e le statistiche della pagina – anche perché ha dalla sua un livello altissimo di autorevolezza.

Giulia e Beatrice ogni mese stilano un piano editoriale scegliendo temi e argomenti da trattare, poi elaborano un «copy» – il testo – e la sua veste grafica. Prima di fare “pubblica”, un team di medici, psicologici ed esperti tra cui la professoressa Ogliari supervisiona tutti i contenuti e, quando necessario, suggerisce accorgimenti per rendere la comunicazione completa, corretta e inclusiva oltreché affidabile e autorevole. Tutto ciò che viene pubblicato, insomma, passa prima al vaglio di un vero comitato scientifico.

Nonostante il suo esordio digitale, Peso Positivo ha nel suo Dna anche il cromosoma della concretezza. Il grande traguardo che Giulia e Beatrice si sono prefissate è quello di trasformarlo in un progetto fisico e offline per fare formazione e informazione in presenza, varcando magari le porte delle scuole.

“Mi piacerebbe molto sensibilizzare i più piccoli al tema dei disturbi alimentari – dice Beatrice, mentre Giulia ascolta e annuisce con la testa – Non per normalizzare queste condizioni quanto per farle conoscere il più possibile”. Perché la sensazione delle due giovani divulgatrici è che manchi un po’ di informazione su questi argomenti, soprattutto verso i coetanei.

Oltre il web, i social, oltre le corazze e le soglie dei luoghi dove manca la cultura i disturbi del comportamento alimentare. Giulia e Beatrice, con Peso Positivo, vogliono andare oltre. Superare i limiti e cambiare le cose. O quantomeno provarci.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.