La storia di Marty e del trapianto di laringe che gli ha ridato la voce: così è tornato a leggere le favole alla sua nipotina

Marty Kendian, 59 anni, è uno delle pochissime persone al mondo ad aver riacquistato la propria voce grazie a un complesso e raro trapianto di laringe. Così, i medici della Mayo Clinic, in Arizona, lo hanno salvato da un condrosarcoma, una rara forma di cancro alla laringe.
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Kevin Ben Alì Zinati 11 Luglio 2024
* ultima modifica il 11/07/2024

Marty Kedian non voleva rinunciare alle favole. Non voleva assolutamente smettere di leggere quelle fantastiche e incredibili storie alla sua nipotina Charlotte e voleva continuare a farlo con la sua voce invece che attraverso suoni meccanici.

Chi ha perso l’uso del linguaggio per un incidente o una malattia oggi può affidarsi a dei sofisticatissimi dispositivi con cui può tornare a comunicare di nuovo ma per quanto innovativi, non tutti riescono a riprodurre il calore e la profondità di una voce vera, reale, umana. Ciò che restituiscono è una voce robotica e metallica e dunque fredda, distante.

Marty, 59 anni, non voleva tutto questo. Non voleva che il tumore alla laringe che negli ultimi dieci anni lo aveva costretto a più di una dozzina di interventi chirurgici, a ricevere un tubo tracheale per aiutarlo a respirare e deglutire e che gli ha impedito di fatto di parlare, gli togliesse anche la gioia di far viaggiare con la fantasia la sua nipotina.

Non voleva smettere di essere quel ragazzo che entra alla partita di baseball senza conoscere nessuno ed esce con una dozzina di amici in più. E per fortuna non ha dovuto rinunciarvi.

Marty infatti ha riacquistato la propria voce grazie a un intervento pionieristico di un team di chirurghi della Mayo Clinic in Arizona, negli Stati Uniti, che prima gli hanno rimosso la sua laringe colpita dal cancro sostituendola poi con una donata.

A dirlo sembra facile ma si tratta di uno degli interventi più rari e complicati della storia della letteratura scientifica: prima di Marty, negli Usa, ne erano stati eseguiti appena due.

Qui vedi Marty, Gina e il loro cane, Baxter. Photo credit: Mayo Clinic

Nonostante l’American Cancer Society stimi che più di 12.600 persone verranno colpite da una qualche forma di cancro alla laringe solo nel 2024, l’opzione chirurgica per la sostituzione non è ancora una strada facile da percorrere.

Molti infatti oggi continuano a preferire trattamenti di preservazione della voce mentre altri sono stati costretti a vedersi rimuovere completamente la laringe, respirando attraverso una cannula tracheostomica nel collo e patendo difficoltà a comunicare.

Il trapianto infatti è ancora poco accettato, vuoi perché si tratta comunque di un intervento delicato e la sopravvivenza senza laringe è possibile vuoi perché le terapie antirigetto a cui si deve sottoporre un trapiantato si portano dietro effetti collaterali non indifferenti.

Su tutto, Marty non voleva rinunciare a leggere le favole della buona notte alla sua nipotina Charlotte. E di poterlo fare con la propria voce. Photo credit: Mayo Clinic.

La convivenza con la malattia, per Marty, era iniziata nel 2013, quando dopo aver notato troppe difficoltà a deglutire il cibo si sottopose ai test che confermarono la presenza di una rara forma di cancro alla laringe chiamata condrosarcoma.

I medici gli avevano subito prospettato la necessità di un intervento chirurgico ma la volontà di Marty era chiara: non voleva rinunciare alla sua voce.

Così Gina, sua moglie, ha sottoposto il caso del marito alla Mayo Clinic che, dopo averlo studiato approfonditamente, ha ritenuto Marty un buon candidato perché il suo cancro non cresceva rapidamente e perché per via di un precedente trapianto di rene era già sotto terapia antirigetto.

Sono serviti 10 mesi ma alla fine i medici sono riusciti a trovare un donatore compatibile e il 29 febbraio scorso hanno trasportato Marty in sala operatoria. Qui 6 chirurghi hanno lavorato per per 21 ore per rimuovergli la laringe ormai compromessa e trapiantare quella nuova insieme a tiroide, ghiandole paratiroidi, faringe e parte superiore della trachea.

A Marty è servito ancora un po’ di tempo ma dopo 3 settimane si è rivolto a Gina e le ha sussurrato un “ciao”. In fretta poi ha ripreso molte delle azioni prima normali, come deglutire e mangiare da solo.

Marty adesso sta bene e non vede l’ora di fare ciò che ama di più, parlare: con la famiglia, gli amici, chiunque incontri per strada o alle partite di baseball e, soprattutto, con sua nipote Charlotte. “Le leggerò un sacco di favole della buonanotte", ha raccontato Marty, con la sua voce.

Fonte | Mayo Clinic

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