La Svezia ha detto no al lockdown, ma adesso si pente. L’epidemiologo Tegnell: “Abbiamo sbagliato”

La Svezia, almeno parzialmente, ammette tramite l’epidemiologo Anders Tegnell di aver sbagliato l’approccio durante il lockdown. Il tasso di mortalità, rapportato alla popolazione, non lascia per niente tranquilli.
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Alessandro Artuso 4 Giugno 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

La Svezia è uno dei pochi Paesi a non aver adottato precise misure di restrizione durante l'emergenza sanitaria. Ti avevamo già raccontato i dubbi e le perplessità su questa scelta, che inizialmente aveva anche portato a un brevissimo dietrofront, fatto sta che la situazione nel Paese oggi non è proprio delle migliori. Alcuni errori sono stati commessi e a dichiararlo è l'epidemiologo svedese e consulente del governo Anders Tegnell, che ha ammesso come qualcosa non sia andata per il verso giusto.

Secondo i dati offerti dalla piattaforma della Johns Hopkins University & Medicine in Svezia vi sono attualmente 40.803 persone positive al Covid-19 e 4.542 morti. La percentuale di morti per contagi è tra le maggiori al mondo e quindi si sta tentando di ridurre il tasso di mortalità.

Le parole di Tegnell

Tegnell ha parlato durante un'intervista a Sverige Radio, in qualità di consulente del Governo della Svezia. La politica locale ha sin da subito adottato un approccio leggero per evitare la diffusione dei contagi da Coronavirus. "Avendo le conoscenze attuali, e ponendoci nuovamente di fronte alla malattia, credo che la nostra risposta sarebbe a metà tra quello che abbiamo fatto e quello che ha fatto il resto del mondo. È chiaro che – dichiara Tegnell durante l'intervista telefonica – vi sia un margine di miglioramento rispetto a quanto fatto in Svezia". 

Attualmente ogni 100mila abitanti si registrano oltre 40 decessi in Svezia, ma i numeri potrebbero ancora salire e quindi sarebbe opportuno porre rimedio, per quel che possibile.

Fonte| Sveriges Radio

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