La telemedicina in Italia: come funziona e a che punto siamo nel nostro Paese

Poter monitorare un paziente a distanza, ottenere un consulto in tempi rapidi anche da uno specialista che abita in un’altra città, ridurre i ricoveri ospedalieri. Tutti vantaggi che potrebbero essere ottenuti con una sanità più digitalizzata. In alcune regioni è già possibile, ma serve un piano nazionale.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 22 Novembre 2018
* ultima modifica il 22/09/2020

Per ordinare una cena a domicilio, usi le app. Un nuovo libro lo compri direttamente su internet e anche alberghi e viaggi li prenoti online. Lo fai per risparmiare il tempo di recarti in ristoranti, negozi o agenzie. Il più delle volte, poi, riesci anche a spendere meno.

La telemedicina funziona secondo le stesse logiche. Naturalmente, una visita da uno specialista non può essere paragonata all'acquisto di una borsa su un sito di e-commerce, ma l'idea di base ha almeno un punto in comune: evitare di muoverti da casa quando non è necessario.

Meno ricoveri in ospedale, monitoraggio a distanza dei pazienti con malattie croniche, consulto a distanza con specialisti anche se abiti lontano dalle grandi città. Sono solo alcuni dei vantaggi della medicina digitale. Ne vuoi un altro? I miliardi di euro che il sistema sanitario nazionale potrebbe evitare di spendere.

Cos'è la telemedicina?

Come suggerisce il nome, la telemedicina è un insieme di prestazioni sanitarie che avviene per via telematica. Devi tenere controllata la tua pressione per qualche giorno? Puoi inviare quotidianamente i valori di minima e massima al tuo medico curante, utilizzando un sito o un'app che te lo permetta.

Ma quello che si può fare attraverso il digitale è molto di più. Grazie a internet, si può creare una rete di esperti sempre disponibile attorno a un paziente cronico o, addirittura, terminale. Una volta che il medico di famiglia si è accertato delle condizioni della persona malata, potrà monitorarla a distanza, ricevendo ogni giorno un report sul suo stato di salute e contattare uno specialista non appena un dato non risulta nella norma. Chi viene chiamato per un consulto, a sua volta, potrà, se lo ritiene possibile, fornire il proprio responso senza muoversi dal suo studio.

Nessuno ha compiuto un solo passo, ma il paziente ha ricevuto tutte le attenzioni delle quali aveva bisogno. Tempi più rapidi, che in molti casi significano meno stress e sofferenze per il malato, e abbattimento dei costi. Oltre alla possibilità di essere messi in contatto esattamente con lo specialista di cui hai bisogno, anche se questi lavora a molti chilometri di distanza dalla tua città.

Chi ha bisogno della telemedicina

Non tutti i pazienti hanno bisogno di essere seguiti a distanza e non tutte le visite possono essere condotte da remoto. La telemedicina è utile per chi è affetto da malattie croniche o terminali, per gli anziani nelle case di riposo, per chi potrebbe essere dimesso qualche giorno prima dall'ospedale. In sostanza, quando non è in corso una fase acuta della patologia e il medico deve semplicemente accertarsi che tutto proceda come dovrebbe.

Naturalmente, il malato non deve essere lasciato solo, ma avere attorno a sé una rete di infermieri e caregiver preparati ad assisterlo durante le fasi della convalescenza o del decorso della malattia. E che siano in grado di mette in atto le indicazioni fornite a distanza dal medico e dallo specialista.

Se ad esempio il problema è una lesione della pelle provocata dalla lunga degenza in un letto, basterà che il medico la veda in videochiamata e si accerti che non sia il sintomo di un problema più grave. Dopodiché, potrà dare istruzioni ai presenti su come tenerla pulita e medicata e la visita è conclusa.

In caso di malati cronici o, addirittura, terminali, il contatto diretto per via telematica è ancora più urgente: rende possibile intervenire durante le prime fasi della patologia, seguirla in modo più efficace, ridurre le sofferenze e in alcuni casi ridurre il rischio di mortalità.

La telemedicina in Italia

Se non hai mai avuto contatti con la telemedicina, c'è una ragione: in Italia è ancora poco sviluppata. Eppure, dal 2007 esiste un Osservatorio nazionale per la valutazione e il monitoraggio delle applicazioni e-Care. Siccome, però, la sanità è amministrata a livello regionale, non si può dire che questa iniziativa abbia investito tutta la Penisola, da nord a sud. I partecipanti infatti sono otto: l'Emilia-Romagna, fra le promotrici del progetto, la Liguria, le Marche, la Campania, il Veneto, la Sicilia e la Lombardia. Lo scopo è duplice: valutare lo stato dell'arte della telemedicina, monitorando anche i risultati ottenuti con una sanità più digitale, e avviare nuovi progetti sul territorio.

Nel luglio 2012, poi, il Consiglio superiore della sanità ha approvato le Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, chiedendo al Ministero della salute di perseguire uno sviluppo "coordinato, armonico e coerente" delle pratiche di e-Care in ogni regione.  Dal 2017 in effetti, l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza prevede l'inserimento di "software di comunicazione alternativa" e "dispositivi per allarme e telesoccorso", in particolare per i pazienti disabili.

In italia solo 8 regioni fanno parte dell'Osservatorio nazionale per la valutazione e il monitoraggio delle applicazioni e-Care

Il servizio sanitario nazionale sta, insomma, cercando di recepire e imparare a sfruttare le nuove tecnologie. Ma la domanda è: quali servizi di telemedicina puoi trovare oggi? E la risposta è che purtroppo dipende da dove vivi. In Sicilia è in fase di sperimentazione un sistema di teleradiologia per l'invio di immagini radiologiche, come lastre o risonanze magnetiche, a centri specializzati e ottenere un teleconsulto. In Lombardia sono stati avviati alcuni progetti per il monitoraggio di pazienti cronici, anziani non autosufficienti e teleriabilitazione con robot.

La Puglia si è fatta notare il per progetto di TeleHome-Care, che punta a seguire i malati dopo il ricovero in ospedale, per evitare che debbano rivedere le corsie troppo presto, e a migliorare l'assistenza a domicilio per pazienti con malattie cardiache e diabete. In Emilia-Romagna, chi è affetto da malattie croniche può scaricare dal portale della Asl la ricetta del medico curante con la prescrizione dei farmaci che deve assumere abitualmente. Esiste poi il sistema Sole, che crea una rete fra medici di famiglia e strutture ospedaliere e sanitarie.

Ulteriori progetti sono stati avviati o promossi anche in altre regioni. Ma si tratta sempre di iniziative scollegate fra loro, che faticano a trovare una linea di sviluppo comune.

L'economia della telemedicina

Il nostro sistema sanitario è pubblico e gratuito. I costi, in sostanza, gravano sullo Stato. E non si parla certo di poche briciole: alla sanità viene destinato il 9,1% del Pil. Una macchina gigantesca da mantenere.

Ogni struttura potrebbe risparmiare 3 miliardi, grazie alla riduzione dei ricoveri

La telemedicina può aiutare prima di tutto ad abbattere i costi. L'Enpam (l'Ente di assistenza e previdenza dei medici) ha calcolato che si potrebbe arrivare a risparmiare 6 miliardi di euro per ogni struttura. Ovvero, 115 euro all'anno in meno per te. E la metà di questi sarebbe dovuta solo alla possibilità di evitare il ricovero a pazienti cronici.

Naturalmente, prima di arrivare ai guadagni bisogna passare per gli investimenti. Il ministero della Salute ha preso un impegno con AgendaDigitale.eu, che si occupa di seguire l'Italia verso l'innovazione telematica, per aumentare i finanziamenti fino a 10,2 miliardi di euro entro il 2020, destinandone una parte alla realizzazione di servizi di telemedicina.

Cosa servirebbe in Italia

Innanzitutto, una rete che accorci le distanze. Telemedicina significa anche che, se abiti in una piccola isola o in un paese sperduto fra le montagne, ti verrà lo stesso garantito un buon servizio sanitario grazie a internet. Una possibilità che in alcuni regioni esiste già e che, in generale, potrebbe anche contribuire a evitare lo spopolamento di alcune zone d'Italia.

Un altro passaggio importante sarebbe trovare un accordo con il Garante della Privacy che, ad oggi, rende lenta e difficoltosa la trasmissione dei dati fra strutture ospedaliere e fra medico e paziente.

Infine, serve un intervento da parte del governo. L'impianto normativo esiste già, quello che serve è una serie di provvedimenti per limitare al massimo le differenze fra le regioni. In Norvegia e Svezia, la telemedicina è una realtà già dal 2008, in Spagna negli ultimi 15 anni sono state sviluppate linee di innovazione condivise, mentre in Germania il ministro della Sanità ha previsto che entro il 2020 il digitale funzioni a pieno regime. Il nostro Paese deve restare al passo.

Fonti| Ministero della Salute; Enpam

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.