Nel vasto mondo delle patologie cardiovascolari, la trombosi è una delle più diffuse e, allo stesso tempo, una di quelle di cui siamo meno consapevoli. Come puoi capire dal nome, è strettamente legata alla presenza nelle tue arterie o nei tuoi vasi sanguigni di un trombo, ovvero un coagulo di sangue che può ostruire il passaggio al resto del flusso. Non è facile, perché il più delle volte si sviluppa silenziosa e in modo asintomatico ma se colta precocemente, la trombosi può essere trattata efficacemente senza che comprometta in modo grave, o fatale, il tuo organismo.
La trombosi è la conseguenza della formazione di un trombo, ovvero un coagulo di sangue solido e costituito quindi da globuli bianchi, rossi e piastrine.
Può svilupparsi all’interno di un vaso sanguigno o di un’arteria ostacolando così la circolazione del sangue e causando la morte, la cosiddetta necrosi ischemica, dell’organo a cui era diretto il sangue.
A volte può succedere che il trombo si rompa, frammentandosi in elementi ancora più piccoli che vengono chiamati emboli. Questi, viaggiando a loro volta all’intento del sistema circolatorio, possono invadere direttamente gli organi del tuo corpo, ostacolandone direttamente il funzionamento.
A seconda del tipo di vaso coinvolto dal trombo, puoi distinguere sostanzialmente due diversi tipi di trombosi: la trombosi venosa e trombosi arteriosa.
La trombosi venosa si verifica quando un coagulo di sangue ostruisce uno o più vasi sanguigni e questa a sua volta si divide in:
Se invece il trombo si forma all’interno di un vaso arterioso, responsabile del trasporto di sangue ossigenato ai tessuti, puoi parlare invece di una trombosi arteriosa. In questo caso, come ti spiegherò più avanti, insorge un’ischemia per cui, in sostanza, le cellule rimaste senza ossigeno si avviano rapidamente alla morte.
Ripercorrendo a ritroso la catena degli eventi, puoi individuare diverse cause che possono originare una trombosi.
Il primo su cui mi soffermo sono i danni endoteliali. Forse sai che l'endotelio è il tessuto di rivestimento interno dei vasi sanguigni, funziona come una barriera ma ha anche il compito di regolare la coagulazione del sangue: tutte funzioni necessarie al corretto funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Ci sono però delle situazioni che possono danneggiare l’endotelio:
La conseguente disfunzione endoteliale porterebbe a una minore attività antitrombotica.
Come ti ho accennato sopra, anche la coagulazione del sangue ha un ruolo importante nella formazione dei trombi. Si tratta di un processo fondamentale e che deve sempre funzionare al meglio. Anomalie nel flusso sanguigno, se dunque è rallentato (stasi) oppure se è caratterizzato da un moto turbolento e caotico, aumentano il rischio che si formi un trombo.
Se ripensi alla classificazione che ti ho fatto poco sopra, posso dirti che la trombosi arteriosa tendenzialmente nasce da una lesione e per questo, tra i fattori di rischio puoi comprendere l’aterosclerosi, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, il fumo e l’obesità.
La trombosi venosa, invece, nella maggior parte dei casi è legata a fattori di rischio acquisiti come:
La trombosi a volte può sopraggiungere in maniera silenziosa e asintomatica e viene individuata solo quando si sono già manifestate le conseguenze più gravi, altre volte, invece, presenta sintomi abbastanza specifici che possono aiutarti a riconoscerne la presenza.
Generalmente i trombi si formano negli arti superiori e inferiori, con una preferenza per le gambe. In questo senso, uno dei primi campanelli d’allarme è l’aumento di volume dell’arto oltre alla sensazione di calore, l’intorpidimento e poi anche l’arrossamento della zona.
Possono sopraggiungere anche dispnea, quindi difficoltà nel respirare anche a riposo, alterazioni del ritmo cardiaco e anche tosse con tracce di sangue oltre a un diffuso dolore nella zona del torace.
Le conseguenze della trombosi dipendono da percorso che “sceglie” di intraprendere il trombo e dal destino che si costruisce. Potrebbe per esempio sciogliersi e non causare problemi ma, all’opposto, potrebbe ingrandirsi o rompersi rischiando di compromettere la tua salute
Nel caso della trombosi venosa, il blocco del flusso sanguigno o il trasporto di frammenti più piccoli del coagulo, i famosi emboli, fino al cuore li spingerebbe poi nelle arterie dei polmoni causando l’embolia polmonare.
È la complicanza più grave e temuta della trombosi arteriosa e solitamente è preceduta da sintomi come affanno, respirazione veloce, dolore alla zona del torace e aumento della frequenza cardiaca.
Un’altra possibile conseguenza della trombosi venosa, che tendenzialmente si verifica a distanza di mesi (perché il trombo non si è sciolto nonostante le terapie) o quando la patologia non viene trattata adeguatamente, è la cosiddetta sindrome post-trombotica.
I trombi nelle arterie bloccano poi il trasporto dell’ossigeno alle cellule che, così, incontrano la morte. La conseguenza di queste ischemie sono l’infarto del miocardio, se le cellule colpite sono quelle del cuore, l’ictus cerebrale, l’ischemia retinica se, invece, sono coinvolte le cellule dell’occhio e così via per tutti gli altri organi eventualmente interessati dal trombo.
Per trattare la trombosi l’approccio è quello farmacologico, con l’utilizzo dunque di farmaci antiaggreganti in grado di inibire la coagulazione del sangue, rendendolo così più fluido ed evitare quindi la formazione dei trombi.
Accanto al trattamento, tuttavia, è fondamentale la prevenzione. Che, come puoi immaginare, dipende molto dallo stile di vita: l’attività fisica aiuta a ridurre sovrappeso, obesità e sedentarietà, che sono importanti fattori di rischio.
In più, le donne che dovessero avere una predisposizione genetica alla trombosi venosa, dovrebbero evitare di utilizzare estroprogestinici a scopo anticoncezionale o sostitutivo dopo la menopausa, oppure utilizzarli solo dopo il via libera di uno specialista in emostasi e trombosi.
Fonti | Humanitas; Ospedale Niguarda