La tua allergia al polline è destinata a peggiorare e la colpa è del cambiamento climatico

La stagione delle allergie diventerà più lunga e sempre più persone ne saranno colpite, in particolare i bambini e le fasce più deboli della popolazione. Non solo, ma di pari passo crescerà anche la quantità di individui che riporteranno difficoltà respiratorie, come l’asma. La responsabilità è del surriscaldamento globale, cioè di ognuno di noi.
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Giulia Dallagiovanna 23 Aprile 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Se soffri di allergia al polline, avrai iniziato a starnutire già da un po'. Anzi, di anno in anno potresti esserti accorto che i primi sintomi arrivavano con sempre maggiore anticipo. La stagione temuta da chi deve vivere con il fazzoletto in mano si sta allungando e intensificando. Se prima potevi respirare tranquillamente almeno fino alla fine di marzo, ora è probabile che tu abbia sperimentato i primi occhi lucidi già durante i primi giorni del mese. Qual è l'origine di questo cambiamento che ha così tanta influenza sulla tua salute e sul tuo benessere? Il surriscaldamento globale.

Come dimostra uno studio di Climate Central, un'organizzazione indipendente composta da scienziati e giornalisti competenti nella materia, anche il numero di persone che soffre di questo problema è destinato ad aumentare. I più colpiti saranno soprattutto i bambini  e le fasce più deboli della popolazione. La Fondazione americana per l'asma e le allergie fa notare come le difficoltà respiratorie provocate da particelle esterne di allergeni crescano di pari passo.

La ragione è tutta nel cambiamento climatico e nelle emissioni inquinanti che non subiscono riduzioni. Il caldo fuori stagione fa in modo che alcuni fiori sboccino prima e liberino nell'aria i temuti granuli. Non solo, ma sembra che diverse piante, tra le quali l'ambrosia, stiano lentamente migrando verso nord alla ricerca di temperature più favorevoli. E questo significa che nuovi popoli scopriranno cosa voglia dire convivere una specie di raffreddore perenne. L'ambrosia, tra l'altro, produce un polline particolarmente aggressivo, tanto che se di norma ne servono 50 granuli ogni metro cubo di aria perché ti diano fastidio, in questo caso ne sono sufficienti 11. Su Ohga te ne abbiamo già parlato a proposito delle piante che provocano la rinite allergica.

L'aumento delle temperature fa sbocciare prima i fiori e il biossido di carbonio stimola la produzione di polline

Ma c'è anche un altro aspetto del problema, legato di più alle emissioni di gas serra. Maggiore inquinamento prodotto da queste sostanze corrisponde all'aumento della concentrazione di biossido di carbonio nell'aria. E agli alberi piace parecchio. Di conseguenze sono spinti a proliferare e a produrre più polline. Un polline, che secondo il Dipartimento americano per l'Agricoltura, sarebbe anche più potente e in grado di peggiorare i sintomi della tua allergia.

Come contrastare tutto questo? Se già soffri di rinite, il consiglio è quello di rivolgerti a un medico che ti possa consigliare la terapia migliore da seguire. Ci sono poi alcuni accorgimenti che puoi mettere in pratica: toglierti le scarpe prima di entrare in casa, lasciare il giubbotto vicino alla porta di ingresso e non portarlo in camera, cambiarti subito i vestiti se sei rimasto all'esterno per diverso tempo. Tutti questi oggetti hanno raccolto il polline ed è bene che tu non li tenga vicino alle tue vie respiratorie ancora a lungo. Un'altra buona pratica è quella di farti una doccia prima di andare a letto, per togliere i granuli anche da pelle e capelli e fare in modo che non ti disturbino durante la notte.

In ogni caso, anche se ancora non hai sviluppato questo disturbo, dovresti cercare di fare qualcosa anche tu per ridurre il cambiamento climatico. Preferire i mezzi pubblici all'auto privata, non abusare di riscaldamento o aria condizionata, limitare l'utilizzo della plastica e fare bene la raccolta differenziata. Ci sono tanti piccoli comportamenti che puoi adottare durante la vita di tutti i giorni, per fare del bene all'ambiente e alla tua salute.

Fonte| "Pollen Problems: Climate Change, the Growing Season, and America’s Allergies" pubblicato sul sito di Climate Central il 27 marzo 2019

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.