La variante Delta è in aumento in tutta Europa: la situazione in Italia e negli altri Paesi

La prevalenza della variante Delta rispetto alla Alfa, che fino ad ora era stata la più contagiosa, sta rapidamente crescendo. Le stime prevedono che a inizio agosto il 70% dei nuovi contagi saranno provocati proprio dalla prima. Di nuovo, però, emerge l’importanza dei vaccini.
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Giulia Dallagiovanna 12 Luglio 2021
* ultima modifica il 11/09/2021

Mentre ci siamo lasciati tutti distrarre dagli Europei di calcio, da una ritrovata libertà di uscire, addirittura senza bisogno di indossare le mascherine, da sempre più persone che, per fortuna, stanno ricevendo il vaccino, potremmo non aver notato che i contagi stanno piano piano ricominciando a salire. Sì, anche in Italia. Una settimana fa, ad esempio, viaggiavamo sugli 800 nuovi casi. Ieri erano più di 1.300. Non una notizia, splendida, certo, ma non è il caso di andare nel panico. La ragione principale è da ricercarsi nelle nuove varianti e in particolare nella Delta, a proposito della quale il Ministero della Salute ha pubblicato il documento "Allerta internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid-19 in diversi Paesi europei". Vediamo cosa dice.

La situazione in Europa

Prima di tutto, il documento conferma l'incremento dei casi in tutta Europa e individua tra le cause principali gli assembramenti e i grandi spostamenti dovuti agli Europei 2020, nonché le vacanze di studenti a Palma di Maiorca, in Spagna, e nell'Algarve, la regione a sud del Portogallo. Questo non significa che non avresti dovuto tifare Italia o che sarebbe stato meglio evitare i festeggiamenti, ma è normale che dove c'è un gruppo di persone non troppo attento al distanziamento sociale, i virus circolino più facilmente. Nessuna accusa, semplice constatazione.

In Finlandia, ad esempio, sono stati riportati 481 casi tra i passeggeri tornati dalle partite disputate in Russia, i quali poi hanno contagiato altre 165 persone. "L’analisi di un sottoinsieme di campioni prelevati dai casi di tifosi positivi, ha confermato la presenza di variante Delta in tutti i casi finora sequenziati", si legge sul documento.

Nei Paesi Bassi si contano 81 casi di positività tra gli studenti di ritorno dalla Spagna e 60 tra chi aveva trascorso qualche giorno a Faro, in Portogallo. Queste persone erano distribuite su 30 voli diversi. Altri focolai sono emersi tra studenti spagnoli al ritorno dalle Isole Baleari, circa 5mila casi in tutto. Di nuovo, le analisi preliminari mostrano come quasi tutti i campioni siano positivi alla variante Delta, mentre gli esempi di variante Alfa, quella prevalente in Europa fino a questo momento, sono risultati inferiori.

Sempre in Spagna, inoltre, si segnala un incremento dei casi molto importante, con circa 252 positivi ogni 100mila abitanti, che nella fascia di popolazione 12-29 anni diventano 800 ogni 100mila. Nella sola giornata di lunedì 5 luglio il numero totale di nuovi contagi era superiore ai 32mila. "La maggior parte dei nuovi casi identificati si stanno verificando nella popolazione giovane non vaccinata, in molti casi legati ad eventi di svago superdiffusivi in ambienti chiusi, dove grandi gruppi di persone provenienti da luoghi diversi (sia spagnoli che stranieri) trascorrono insieme molto tempo senza seguire le previste misure di prevenzione. Altre fasce d'età iniziano ad essere interessate da questo aumento, soprattutto quelle in cui la vaccinazione non è ancora completa", fa notare il documento del Ministero.

La mappa dell'Europa divisa in zone

Per capire meglio la situazione europea, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha pubblicato una mappa dell'Unione europea, divisa in zone in base alla gravità della situazione. Si va dal verde al rosso scuro, in modo molto simile a quanto accade anche in Italia già da quest'inverno.

In base a questa suddivisione, il colore prevalente è il verde, che include anche il nostro Paese. Gialli sono invece l'Irlanda, alcune regioni della Spagna, parte dei Paesi Bassi e della Penisola scandinava. Rossi, infine, sono tutto il resto della Spagna, il Portogallo e Cipro.

Entro l'inizio di agosto, si prevede che in Europa il 70% di tutte le nuove infezioni sarà dovuto alla variante Delta. Per la fine dello stesso mese, la percentuale potrà salire addirittura al 90%.

La situazione in Italia

L'Istituto superiore di sanità sta monitorando già da qualche mese la circolazione delle varianti nel nostro Paese. L'ultimo report, pubblicato il 9 luglio, mostra come l'Alfa sia tuttora quella prevalente, ma con una drastica diminuzione dall'88,1% al 57,8%. Aumenta invece la presenza della variante Kappa e soprattutto della Delta, la cui prevalenza oggi è salita al 22%. Per farti capire meglio la velocità con cui aumenta la sua diffusione, tieni presente che al 25 giugno scorso la sua prevalenza era ancora al di sotto dell'1%.

Qualche buona notizia

Segnali di ottimismo arrivano intanto dal Regno Unito, dove nonostante i casi siano in aumento dall'inizio di giugno, i decessi continuano a rimanere attorno alle 30 unità. Segno questo che i vaccini stanno funzionando e centrando il primo dei loro obiettivi: prevenire la morte da Covid-19.

Cosa accadrà in Italia è presto per dirlo. Quello che sappiamo è che ad oggi sono state somministrate in tutto 57 milioni e 600mila dosi di vaccino, con il 44% della popolazione che ha completato il ciclo (ha ricevuto cioè le due dosi oppure il monodose di Johnson&Johnson). Nei prossimi giorni vedremo quanto la variante Delta possa impattare in questo panorama.

In Italia il 44% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale e dovrebbe quindi essere protetta anche dalla variante Delta

Non è però un caso se a contagiarsi oggi sono soprattutto i più giovani. Si tratta proprio della fascia di popolazione non ancora completamente raggiunta dalle vaccinazioni, oltre a essere quella che si sposta più facilmente e che partecipa a eventi come feste o concerti. Insomma, la speranza è che i vaccini ci possano dare una grande mano a proteggerci anche da questa nuova variante e che il ritorno alla normalità sia davvero possibile.

Cosa dobbiamo fare

Più che allarmarci, questi nuovi incrementi nei contagi dovrebbero ricordarci che la pandemia c'è, nonostante tutte le piacevoli distrazioni che la bella stagione ha portato con sé. Quindi no, purtroppo non è ancora il momento per rinunciare alle mascherine o al distanziamento sociale. È invece il momento di vaccinarci e di proteggerci contro tutte le mutazioni del SARS-Cov-2. Si tratta davvero di piccoli gesti, che però dobbiamo compiere tutti insieme se vogliamo dimenticarci parole come "coprifuoco", "zone rosse" e "quarantena".

Fonti| Ministero della Salute; Istituto superiore di sanità 

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