La vitamina D potrebbe essere utile nella prevenzione del cancro

La vitamina D non è solo la vitamina del sole. Un nuovo studio ha dimostrato che potrebbe avere un ruolo fondamentale nella prevenzione di diversi tumori, da quello del colon a quello del seno, da quelli del sangue a quello alla prostata.
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Valentina Rorato 16 Giugno 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

La vitamina D è famosa per essere fondamentale per la salute delle ossa, perché aiuta a fissare il calcio, giocando un ruolo importante nella prevenzione del rachitismo nei bambini e dell'osteoporosi negli adulti. Secondo un nuovo studio, condotto dall'Università della Finlandia orientale e dall'Università autonoma di Madrid, le sue funzioni preventive sono molto più ampie e questa sostanza potrebbe essere un’arma vincente contro alcuni tumori, tra cui quelli del colon, del seno, della prostata e del sangue.

Secondo la ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Seminars in Cancer Biology e si basa su un’ampia revisione di studi passati, una elevata reattività alla vitamina D può essere collegata a un ridotto rischio di cancro. Gli autori hanno osservato che la vitamina D regola il sistema immunitario e che i suoi effetti anticancro sono mediati principalmente dalle cellule immunitarie, come i monociti e le cellule T. Inoltre, questa sostanza applica i suoi effetti tramite il recettore della vitamina D (VDR).

Un basso livello di vitamina D è stato associato a una maggiore incidenza di cancro e una prognosi peggiore

Che cosa si è scoperto? Pare che l’effetto della vitamina D sia particolarmente evidente nella prevenzione del cancro del colon-retto e dei tumori del sangue, come leucemie e linfomi. È importante sia per la differenziazione delle cellule del sangue durante l'ematopoiesi sia per le cellule staminali adulte nei tessuti a rapida rigenerazione, come il colon o la pelle. Livelli di vitamina D troppo bassi portano a una funzione non ottimale del VDR e ad un aumentato rischio che queste cellule non si differenzino completamente e inizino a trasformarsi in cellule tumorali in crescita.

Gli altri due tumori sensibili alla vitamina D sono il carcinoma mammario e prostatico. Anche in questo caso un basso livello di vitamina D è stato associato a una maggiore incidenza di cancro e una prognosi peggiore. Esiste un però, decisamente poco piacevole, perché l’integrazione non ha dimostrato in modo coerente di ridurre la mortalità per cancro negli studi randomizzati controllati. Come mai? Secondo i ricercatori, ogni individuo ha una risposta molecolare e una sensibilità diversa alla vitamina D (e alla sua supplementazione). È dunque importante, secondo gli esperti, approfondire maggiormente l’argomento per comprendere come e quando somministrare questa sostanza a titolo preventivo.

"La vitamina D contribuisce a mantenere e difendere la normale fisiologia dell'organismo contro l'apparizione e lo sviluppo delle neoplasie. L'identificazione dell'uso clinico ottimale del sistema vitaminico D è un compito che richiede sforzi continui ”, hanno concluso gli autori.

Fonte | "An update on vitamin D signaling and cancer" pubblicato su Scienze Direct (Seminars in Cancer Biology) il 30 maggio 2020.

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