L’arrivo del caldo potrebbe frenare il coronavirus? Forse sì, ma non facciamoci illusioni

Su Covid-19 la scienza non ha ancora informazioni sufficientemente dettagliate per predire il suo comportamento. Un’ipotesi ragionevole è però che, come altri virus influenzali che hanno un andamento stagionale, possa attenuarsi con l’aumento delle temperature (almeno nell’emisfero nord del pianeta).
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Federico Turrisi 25 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020
In collaborazione con il Dott. Giovanni Maga Virologo e Direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia

Una delle domande che sicuramente ti stai ponendo è: "quanto durerà l'emergenza coronavirus?". Forse hai già letto sul web che le autorità cinesi auspicano nel fatto che la primavera potrebbe coincidere con la fase discendente dell'epidemia legata a Covid-19, contando ovviamente anche sulle misure di contenimento adottate. Come è accaduto per la Sars nel 2003. In realtà, la scienza non è in grado di fornire ancora risposte certe per il nuovo coronavirus SARS-Cov-2. Ma proviamo un attimo ad approfondire il tema del rapporto con l'aumento delle temperature dovuto all'arrivo della bella stagione.

È vero, alcuni virus respiratori hanno un andamento stagionale e con il caldo diminuisce la loro circolazione tra la popolazione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità invita però alla cautela, e ha precisato che ancora non si conosce quanto il caldo e l'umidità possano incidere sulla diffusione del coronavirus. Ci sono poi altri elementi che invitano alla prudenza: la sindrome respiratoria Mers, causata da un altro coronavirus, si diffuse in estate, nel 2012, in Arabia Saudita, paese tutt'altro che freddo. C'è poi da dire che l'eventuale regressione dell'epidemia con l'arrivo del caldo riguarderà solo l'emisfero nord della Terra, mentre i paesi dell'emisfero sud si dovranno preparare ad entrare nella stagione fredda.

I pareri dei virologi sono discordanti sulla resistenza al caldo del coronavirus: fare previsioni è praticamente impossibile. "Uno scenario estremo è che il coronavirus si estinguerà da solo in estate. L'altro scenario estremo è che la sua diffusione si ridurrà in estate per tornare di nuovo in inverno e diventare endemico a livello globale", sostiene il professore Paul Hunter dell'università britannica dell'East Anglia in un'intervista rilasciata alla rivista New Scientist. Insomma, non possiamo permetterci di abbassare la guardia facendo affidamento su false speranze. Ad oggi, in attesa dello sviluppo di un vaccino, l'unico modo per scongiurare una pandemia è cercare di isolare il più possibile i focolai d'infezione.

Parere dell'esperto

Abbiamo chiesto a Giovanni Maga, virologo e direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, un ulteriore chiarimento su questo argomento.

"Se questo virus avrà un andamento stagionale simile a quello della Sars, è ragionevole aspettarsi che con l'aumento delle temperature perda di potenza; e quindi l'epidemia globale e anche i focolai locali potranno spegnersi. È chiaramente un'ipotesi per analogia con altri virus, perché non sappiamo ancora come si comporterà questo nuovo coronavirus. Però, ripeto, è una ragionevole ipotesi che si può fare."

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