Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che anche tu conoscerai per i tremori e gli spasmi muscolari che provoca. Le difficoltà di movimento che aumentano a mano a mano che la patologia progredisce sono proprio il tratto distintivo del disturbo. Esistono terapie farmacologiche fondamentali per aiutare il paziente a controllarli, ma ci sono altre strade che possono integrare questo approccio. E una di queste è l'arte. Lo conferma uno studio pubblicato su Parkinsonism and Related Disorders: ammirare o provare a comporre opere d'arte rallenta la perdita di coordinazione nei movimenti e migliora le capacità visive dei pazienti.
Il team di ricerca della New York University ha selezionato un gruppo di persone affette da Parkinson e le ha seguite nel corso di 20 sedute di arteterapia, due volte a settimana. I partecipanti dovevano appunto osservare opere d'arte ma anche provare a comporne di proprie con l'aiuto di operatori e mettendo in pratica diverse tecniche. Venivano così stimolate determinate funzioni del corpo, come la capacità di manipolare oggetti, di integrare la vista e il tatto nella percezione di un elemento esterno e così via.
È così emerso come la mobilità degli occhi dei pazienti migliorava, aumentando dunque le loro capacità visive. Non solo, ma le risonanze magnetiche hanno poi mostrato come fossero insorte delle modifiche nelle connessioni cerebrali che avevano reso possibile il contrasto ai sintomi della malattia.
L'arte è importante perché coinvolge non solo la vista, ma l'intero sistema legato alla percezione del mondo esterno nella sua tridimensionalità. Una capacità che il Parkinson tende ad attutire, perché compromette il sistema nervoso e le funzioni di movimento degli occhi. Inoltre, favorisce la degenerazione della retina e riduce le capacità di percepire i contrasti di colore, luci e ombre.
Aiuta dunque osservare opere d'arte, ma anche provare a disegnare o modellare materiali, per stimolare la coordinazione tra gli occhi e i movimenti delle mani. E alla fine, migliora anche l'umore dei pazienti, che ritrovano un maggiore benessere e soprattutto un po' più di fiducia in loro stessi nel vedere che ci sono ancora nuovi hobby che possono imparare e coltivare.
Fonte| "Art therapy for Parkinson's disease" pubblicato su Parkinsonism & Related Disorders il 1 marzo 2021