L’assunzione di vitamina K fa bene al cuore e previene le malattie legate all’aterosclerosi

Oggi si celebra la ventesima edizione della Giornata Mondiale per il cuore. Cosa fai ogni giorno per proteggere la salute del tuo cuore? Attività fisica, checkup regolari e alimentazione sono i principali strumenti per prevenire le principali malattie cardiovascolari. Oggi si parte dalla vitamina K.
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Gaia Cortese 29 Settembre 2021
* ultima modifica il 29/09/2021

Come ogni anno, il 20 settembre, si celebra la Giornata Mondiale per il cuore, e quest'anno il claim "Usa il cuore per restare connesso con il tuo cuore" pone l'attenzione sull'importanza di fare quotidianamente scelte più salutari per la salute di questo organo vitale, dall'attività fisica a check up medici regolari, fino all'alimentazione.

Proprio in questo senso, un recente studio condotto dai ricercatori della University of Western Australia e della Edith Cowan University hanno evidenziato come l'assunzione di vitamina K possa giovare alla salute del cuore.

I ricercatori hanno esaminato i dati di oltre 50mila persone che hanno preso parte a uno studio danese pubblicato sul Journal of American Heart Association, incentrato sulla dieta e sul rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e tumori. Hanno quindi scoperto che le persone che mangiavano più alimenti contenenti vitamina K avevano un minor rischio di sviluppare malattie legate all'aterosclerosi (accumulo di placca nelle arterie).

Le persone che seguono una dieta ricca di vitamina K hanno un rischio fino al 34% inferiore di sviluppare malattie cardiovascolari legate all'aterosclerosi.

Non solo. Esistono due tipi di vitamina K negli alimenti: la vitamina K1 si trova principalmente nelle verdure a foglia verde e negli oli vegetali, mentre la vitamina K2 si trova nella carne, nelle uova e negli alimenti fermentati come il formaggio. Ebbene, la ricerca ha evidenziato come le persone con il più alto apporto di vitamina K1 avevano il 21% in meno di probabilità di essere ricoverate in ospedale con malattie cardiovascolari legate all'aterosclerosi, mentre per la vitamina K2, il rischio di essere ricoverati in ospedale era inferiore del 14%. Questo rischio più basso è stato osservato per tutti i tipi di malattie cardiache legate all'aterosclerosi, in particolare per la malattia delle arterie periferiche (34%).

Il dottor Jamie Bellinge, ricercatore della University of Western Australia e coautore dello studio, ha affermato che il ruolo della vitamina K nella salute cardiovascolare, e in particolare nella calcificazione vascolare, è un'area di ricerca su cui si sta concentrando il suo team poiché offre promettenti speranze per il futuro.

Anche il Dottor Bondonno della Edith Cowan University ha aggiunto: "Le malattie cardiovascolari rimangono una delle principali cause di morte in Australia e c'è ancora una comprensione limitata dell'importanza delle diverse vitamine presenti negli alimenti e del loro effetto su infarti, ictus e malattie delle arterie periferiche. Questi risultati fanno luce sull'effetto che la vitamina K ha su malattie potenzialmente mortali e rafforzano il concetto di quanto sia importante una dieta sana per la prevenzione".

"Le attuali linee guida dietetiche per il consumo di vitamina K si basano generalmente solo sulla quantità di vitamina K1 che una persona dovrebbe consumare per garantire che il proprio sangue possa coagulare – ha continuato il dottor Bondonno -. Tuttavia, ci sono sempre più prove che l'assunzione di vitamina K al di sopra delle attuali linee guida possa offrire un'ulteriore protezione contro lo sviluppo di malattie come l'aterosclerosi".

La prossima fase della ricerca riguarderà lo sviluppo e il miglioramento dei dati a disposizione sul contenuto di vitamina K2 negli alimenti e su come questa venga assorbita dall'organismo e agire diversamente all'interno del corpo.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.