Il latte d’asina è un buon integratore del latte materno per i neonati prematuri

Contiene meno grassi rispetto al latte vaccino, ma è più nutriente, ricco di calcio e di lattosio. Il latte d’asina, in passato utilizzato quando la mamma non poteva allattare, viene oggi utilizzato come integratore al latte materno nei casi di nascita prematura. E i risultati sono molto soddisfacenti.
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Gaia Cortese 18 Marzo 2019
* ultima modifica il 11/05/2021

In passato, quando una mamma non poteva allattare il proprio bambino, il suo latte veniva sostituito con il latte d’asina. Questo perché era considerato un vero e proprio concentrato di benessere e principi nutritivi, molto simile al latte materno. Non si trattava di una semplice credenza popolare, perché ancora oggi in laboratorio, si studiano di continuo alternative al latte materno, e il latte d’asina continua a rappresentare un’ottima opzione. Il latte d’asina, infatti, contiene meno grassi rispetto al latte vaccino, ma è nutriente e ricco di calcio. Non solo. È anche molto ricco di lattosio e di conseguenza ha un effetto positivo sull’assorbimento intestinale del calcio, oltre a favorire la mineralizzazione delle ossa nei bambini.

Un recente rapporto UNICEF – Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato come ogni anno almeno 30 milioni di bambini al mondo abbiano bisogno di cure specializzate per poter sopravvivere; tra questi sono i nati prematuri ad avere specifiche esigenze, perché dopo la nascita corrono un maggior rischio di sviluppare complicanze e perché solitamente sono portatori di malattie congenite.

Secondo uno studio condotto dall’Ospedale Sant’Anna di Torino e dal Cnr–Ispa di Torino, e pubblicato sulla rivista Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition, è molto importante che il bambino prematuro possa essere alimentato fin dai primi giorni di vita con il latte materno, ma in molti casi, anche questo latte considerato alla pari di un farmaco salvavita, necessita di un’integrazione.

L’intestino di un bambino prematuro, però, non ha ancora raggiunto il massimo sviluppo, per cui è necessario intervenire con prodotti che siano tollerati. I ricercatori dell’Università di Torino e del Cnr-Ispa, sulla base di numerosi studi che evidenziano come il latte d’asina sia il latte di mammifero più vicino per composizione al latte umano, hanno pensato di svilupparlo come integratore per il latte materno. Sono stati così sviluppati due concentrati di latte d’asina, con un valore proteico e calorico uguale ai corrispondenti prodotti a base di latte vaccino, già in commercio.

Lo studio clinico è stato condotto su 156 bambini prematuri ed è durato 24 mesi. I bambini che hanno partecipato allo studio erano tutti prematuri gravi, ossia nati prima della trentesima settimana di gestazione e con un peso inferiore a 1500 grammi. Metà dei bambini hanno ricevuto per 21 giorni latte umano con l'integratore a base di latte d’asina, gli altri bambini quello standard a base vaccina. Lo studio ha mostrato che gli episodi di intolleranza alimentare erano 2,5 volte inferiori nei neonati che assumevano il prodotto a base di latte d’asina. Inoltre, gli episodi di vomito e di ristagno biliare nello stomaco, indice di malfunzionamento intestinale, sono stati inferiori di numero.

Fonte| "A Novel Donkey Milk-derived Human Milk Fortifier in Feeding Preterm Infants: A Randomized Controlled Trial." pubblicato su Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition l'1 Gennaio 2019

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