L’aumento delle temperature notturne estive mette a rischio il cuore: lo studio

L’insonnia causata dal caldo estivo può essere un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Lo ha dimostrato uno studio canadese che ha messo in relazione l’innalzamento delle temperature notturne con le morti per ictus, infarto e altre malattie legate al cuore in alcune regioni degli Stati Uniti e della Gran Bretagna dove l’uso domestico dell’aria condizionata è limitato.
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Valentina Rorato 7 Aprile 2022
* ultima modifica il 07/04/2022

Alcune notti estive sono davvero roventi. Il materasso sembra scottare, le temperature sono elevate e non tira un filo d’aria. Quante volte è capitato e quella sensazione, anche dopo mesi, fa immediatamente passare la nostalgia della stagione calda in inverno? Purtroppo, il riscaldamento globale e l’innalzamento delle temperature notturne sono un problema non solo ambientale, ma anche anche per la salute. Secondo un nuovo studio, potrebbero aumentare il rischio di morte per infarto e ictus negli uomini di età compresa tra 60 e 64 anni.

Lo studio

I rischi per la salute sono già evidenti con un aumento di 1° C al di sopra delle normali temperature notturne estive.  Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Università di Toronto in Canada, che hanno deciso di esaminare qualsiasi possibile legame tra il clima di notte e l'aumento dei decessi per malattie cardiovascolari tra le persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni.

Hanno studiato i dati dell'Office for National Statistics su quasi 40.000 decessi di adulti attribuiti a malattie cardiache nei mesi di giugno e luglio in ogni anno tra il 2001 e il 2015 in Inghilterra e in Galles perché le ondate di caldo nel Regno Unito sono più frequenti e intense durante questi mesi.

I risultati, pubblicati sulla rivista BMJ Open, hanno mostrato che, dopo aver tenuto conto di alcune variabili, un aumento di 1°C nella consueta temperatura notturna estiva era associato a un aumento del 3,1% del rischio di mortalità  per malattia cardiovascolare tra gli uomini di età compresa tra 60 e 64 anni. Ciò però non valeva in persone più anziane.

Hanno anche esaminato i dati statunitensi per King County, Washington, una regione affacciata sul mare, a una latitudine parallela all'Inghilterra e al Galles, con proprietà atmosferiche terra-oceano comparabili e una prevalenza altrettanto bassa di aria condizionata residenziale.

I dati statunitensi su circa 500 morti includevano solo uomini. Nella contea di King, un aumento di 1°C è stato associato a un aumento del 4,8% del rischio di mortalità tra i soggetti di età pari o inferiore a 65 anni, ma non negli uomini più anziani.

I risultati sono preoccupanti, affermano gli autori perché, negli ultimi anni regioni, come quelle studiate hanno registrato un aumento proporzionale dell'intensità del caldo estivo notturno piuttosto che diurno. Si tratta di uno studio basato sulle osservazioni dei dati e quindi non è possibile stabilire la causalità. Ovvero, dire che le notti calde possano scatenare un infarto, sarebbe un falso, però, gli esperti sostengono che il calore notturno sia sinonimo di privazione del sonno, che a sua volta è un fattore di rischio per le malattie cardiache.

Hanno anche suggerito che il motivo per cui l'aumento del rischio è stato collegato solo agli uomini di una certa fascia di età dipenda dal fatto che i signori tra i 60 a i 65 anni hanno ghiandole sudoripare più grandi, quindi possono perdere più liquidi attraverso il sudore, il che potrebbe influenzare il cuore e il sistema circolatorio. Ma hanno anche affermato che è possibile che nello studio non ci fossero abbastanza decessi femminili per malattie cardiache da rendere visibili eventuali problemi (quasi il 70% dei decessi registrati in Inghilterra e Galles nello studio erano uomini e solo gli uomini erano inclusi nella parte americana dello studio).

Fonte | Warmer summer nocturnal surface air temperatures and cardiovascular disease death risk: a population-based study pubblicato il 28 marzo 2022 su BMJ Open.

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