Le asportano un tumore maligno al rene da sveglia grazie al robot chirurgo: l’ospedale Molinette di Torino fa la storia

Una massa tumorale di 5 centimetri si era impossessata del rene di una donna di 62 anni che, a causa di un precedente intervento, non poteva essere operata con la chirurgia tradizionale: la sua capacità respiratoria era compromessa, con l’anestesia rischiava di non risvegliarsi e serviva un approccio meno invasivo. La soluzione è arrivata dai medici dell’Ospedale Molinette di Torino: l’hanno operata da sveglia grazie al sistema robotico Da Vinci.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Febbraio 2021
* ultima modifica il 09/03/2021

Una donna di 62 anni aveva un tumore maligno al rene. Avrebbe potuto liberarsene prima ma l'asportazione di un altro tumore al polmone le aveva causato grossi problemi respiratori e intervenire per rimuovere la massa al rene era diventato troppo rischioso.

Pericoloso, difficile, ma non impossibile. L’unica strada percorribile era intervenire chirurgicamente, da sveglia, e nel modo meno invasivo possibile: la massa tumorale era a “contenuto liquido” e un movimento sbagliato durate l’operazione rischiava dunque di disperderlo nell’organismo.

La soluzione l’hanno trovata gli esperti dell'Urologia universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Grazie al sistema robotico Da Vinci, per la prima volta al mondo hanno operato la donna mentre era sveglia: il robot chirurgico con cui le hanno asportato in totale sicurezza e con una ridottissima invalidità la massa tumorale al rene grande 5 centimetri.

L’approccio con il robot era l’unica via. Dopo che, anni fa, era stata operata di un altro tumore al polmone, la sua capacità respiratoria era rimasta compromessa e quando una nuova neoplasia si è impossessata del rene, gli anestesisti gliel’avevano detto chiaramente: con un altro intervento di rimozione, il rischio di non risvegliarsi era dell’80%.

Mentre la donna passava di ospedale in ospedale la massa renale è cresciuta, fino a raggiungere un diametro e una profondità pericolosi. L’intervento era diventato urgente, il timore che avrebbe potuto diffondersi ulteriormente nel suo organismo e più il tempo passava, più diventava concreto il rischio di non poterlo asportare più.

Quando giunse alle Molinette di Torino il Direttore della Urologia universitaria le aveva fatto il quadro della situazione senza troppi giri di parole: il caso era oltremodo complesso e l’unico approccio chirurgico percorribile sarebbe stato quello robotico, sebbene non fosse mai stata utilizzata prima in un paziente sveglio. La chirurgia tradizionale a cielo aperto, in sostanza, l’avrebbe poi esposta a un rischio troppo alto di complicanze.

Il punto cruciale dell'intervento era riuscire a ottenere un livello di anestesia periferica tale per permettere alla donna di non avvertire alcun dolore pur restando sveglia e ai chirurghi di poter operare senza che lei potesse incappare in movimenti bruschi.

I chirurghi hanno così proceduto prima con il blocco anestetico spinale toracico continuo, una tecnica innovativa con cui hanno reso la paziente insensibile nella zona del rene e poi, attraverso l'utilizzo di una tecnica retroperitoneoscopica con il robot Da Vinci Xi e l'utilizzo di 4 bracci operativi, hanno rimosso la massa.

La donna è rimasta vigile e ha potuto seguire tutte le fasi dell’intervento, che è stato un vero successo. Il tumore maligno è stato asportato completamente, il rene è rimasto sano e intatto, la donna è tornata (ancora) alla sua vita quotidiana e i chirurghi torinesi hanno fatto la storia.

Fonte | Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino

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