Le donazioni di sangue non si possono (e non si devono) fermare per il coronavirus

Gli appelli a donare il sangue non arrivano solo dalle associazioni di donatori e dalle strutture ospedaliere, ma dalle stesse Regioni interessate dalla diffusione capilalre del coronavirus. Il sangue serve sempre e si può continuare a donare nella massima sicurezza.
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Gaia Cortese 12 Marzo 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

C’era da aspettarselo. L’allarme coronavirus ha inevitabilmente avuto effetti anche sulle donazioni di sangue. La paura di recarsi in qualsiasi struttura sanitaria o addirittura di muoversi da casa ho portato in pochi giorni a un calo drastico delle donazioni e, se questo trend dovesse continuare, potrebbero esserci gravi ripercussioni sulle terapie che quotidianamente sono necessarie a oltre 1800 pazienti.

"Anche dai punti di raccolta associativi, arrivano segnalazioni di una riduzione della raccolta – ha dichiarato Gianpietro Briola, portavoce del Coordinamento delle Associazioni dei Donatori (Civis) -. Le donazioni possono essere fatte in sicurezza, seguendo le precauzioni valide per la popolazione generale per evitare il contagio. Il consiglio è di contattare prima il centro trasfusionale o l'associazione di riferimento per prenotare la donazione, in modo da evitare possibili assembramenti, ma ricordo che le associazioni sono impegnate anche a garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Mministero della Salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti".

L’algoritmo per donare in sicurezza

Con l’obiettivo di ridurre i rischi e garantire la massima sicurezza ai donatori Civis e Cns (Centro Nazionale Sangue) hanno realizzato una sorta di algoritmo per la chiamata dei donatori. Tre semplici domande da fare al potenziale donatore al telefono, prima di fissare un appuntamento per la donazione.

  • Ha temperatura superiore a 37.5°C, tosse o difficoltà a respirare?
  • Nei 14 giorni precedenti questa chiamata è stato in area a rischio?
  • Ha avuto contatti stretti con un caso probabile (tampone dubbio) o caso confermato di Covid-19?

Se a queste tre domande le risposte sono tutte negative, allora è possibile fissare un appuntamento informando tuttavia che prima di qualunque donazione sarà misurata la temperatura al donatore.

Gli appelli da tutta Italia

"Abbiamo sempre bisogno di voi, ancor più in questo momento" si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook dall’Associazione Donatori Volontari Sangue del Bambino Gesù di Roma, che tramite le raccolte esterne effettuate ordinariamente, cerca di contrastare questo trend negativo, sempre nel massimo rispetto delle norme igieniche e di comportamento di triage per la donazione.

Anche il Policlinico di Milano sta affrontando senza sosta l'emergenza Covid-19 e attraverso l'Associazione Amici del Policlinico Donatori di Sangue ODV, il Presidente Girolamo Sirchia assicura che il centro per le donazioni è un padiglione isolato e frequentato solo da persone sane, tuttavia il rischio che si corre, è un altro.

"Il vero pericolo è che l’Ospedale debba essere chiuso per mancanza di sangue – spiega Sirchia -. Potete venire a donare in tutta tranquillità se non accusate sintomi influenzali, vi sentite bene e non siete entrati in contatto con persone affette da sindrome influenzale o da poco rientrate dalle aree a rischio". 

Gli appelli a donare il sangue non sono circoscritti a poche regioni. All'indomani della scoperta del primo caso di contagio da coronavirus in regione, anche la Liguria ha lanciato il proprio invito a donare: "È fondamentale continuare a donare il sangue, se naturalmente si è in salute: negli ultimi giorni infatti vi è stato un calo delle donazioni. Ma il sangue serve sempre".

E lo stesso problema lo sta vivendo la Regione Piemonte.

"Da quando tutta Italia è “zona protetta” sono cresciute e si sono manifestate in modo più accentuato le difficoltà e le incertezze della situazione che tutti viviamo – spiegano dal Centro Trasfusionale dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carl e dall'Asl 1 di Cuneo  -, ma mentre le donazioni sono diminuite costantemente, le unità di sangue distribuite sono rimaste praticamente le stesse".

"In questo periodo l’attenzione è rivolta al nuovo coronavirus, ma non dimentichiamo che ogni giorno ci sono oltre 1.800 pazienti che hanno bisogno di terapie trasfusionali – sottolinea Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Cns -. Per i donatori le precauzioni da adottare sono quelle valide per tutti contro il coronavirus, ricordando sempre che il requisito fondamentale per donare è essere in buona salute, basta un raffreddore per essere esclusi".

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.