Le piattole: come si trasmettono e come si previene la pediculosi del pube

La piattole sono parassiti, ovvero piccoli insetti che si annidano nelle zone più pelose del tuo corpo e danno il via a un’infestazione definita pediculosi del pube che porta ad un’infezione. Potresti averle sentite chiamare anche pidocchi del pube, perché è questa l’area che prediligono. Per prevenirle, è importante soprattutto l’igiene personale, mentre l’aceto sembrerebbe essere uno dei rimedi naturali più efficaci.
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Maria Teresa Gasbarrone 5 Aprile 2023
* ultima modifica il 18/10/2023

Le piattole sono dei parassiti, il cui nome scientifico è Phthirus pubis, ma che sono conosciuti anche come pidocchi del pube, perché un'eventuale infestazione (definita appunto pediculosi del pube) si concentra soprattutto a livello dei genitali. E, ammettiamolo, l'idea è piuttosto disgustosa. Ragion per cui è meglio che tu sappia come prevenire e trattare il problema in modo da evitarlo o sbarazzartene nel più breve tempo possibile. In effetti si tratta di piccoli insettini che arrivano sul tuo corpo il più delle volte in seguito a un rapporto sessuale con una persona che era già infetta.

Ti accorgi di essere stato contagiato quando avverti un prurito davvero fastidioso nella zona colpita, la quale potrebbe anche ricoprirsi di macchioline blu: i segni dei morsi delle piattole che si nutrono di sangue. Non allarmarti, si può risolvere con prodotti farmaceutici che uccidono questi parassiti. Ricordati però che è importante informare il tuo partner e i tuoi familiari, in modo che tutti si sottopongano a un controllo e si mettano in atto degli accorgimenti per bloccare la trasmissione.

Cosa sono

Le piattole sono dei parassiti, cioè dei piccolissimi insetti, che si annidano nelle zone più pelose del tuo corpo e soprattutto nei pressi del pube. Si chiamano così perché hanno la forma di un ovale schiacciato, piatto appunto. Se utilizzi una lente di ingrandimento, riuscirai a vederle anche tu, poiché misurano comunque 1,5/2 millimetri di lunghezza. L'intero corpo è ricoperto da escrescenze pelose e in testa hanno due antenne corte e tozze. Il loro colore di solito è una sfumatura compresa tra il giallo e il marrone. Un altro dettaglio abbastanza inquietante è che hanno sei zampe, ma le due anteriori assomigliano più che altro a degli artigli e vengono utilizzate per aggrapparsi al pelo.

Una volta atterrate su di te, generano un'infezione che non è pericolosa, soprattutto se trattata subito, ma può rivelarsi abbastanza imbarazzante. Oltre che attorno ai genitali, comunque, dovrai prestare attenzione anche ad altri parti del corpo dove la presenza di peli è più elevata, come le ascelle, le gambe, il torace e le sopracciglia. Si salvano solamente la testa e i capelli.

In qualunque parte si trovino, però, la procedura è sempre la stessa. Per prima cosa iniziano a succhiarti il sangue di cui si nutrono attraverso dei piccoli morsi e poi si riproducono. Le uova hanno, come potrai immaginare, dimensioni davvero microscopiche e sono contenute all'interno di sacche marroni che si appiccicano ai peli e da cui nasceranno le nuove piattole. Questo significa che la loro popolazione inizierà ad aumentare e il problema peggiorerà. Meglio allora trattarlo prima. Ma come si riconosce?

I sintomi

Il sintomo più evidente dell'infezione da piattole è il prurito intenso. Avvertirai il fastidio nelle zone contaminate e nelle loro vicinanze. Si tratta, nello specifico, di una sorta di reazione allergica alla loro saliva. Tieni però presente due cose: la prima è che si verificherà soprattutto mentre dormi perché a questi insetti piace la vita notturna e la seconda è che, quando arriva il prurito, significa che è già qualche settimana che è iniziata la pediculosi.

Anche controllando tu stesso, potresti notare delle macchioline blu o violacee dove le piattole ti hanno morso ed è questo invece il segno definitivo che hai contratto il parassita. Se poi hanno già iniziato a riprodursi, potresti scorgere anche le sacche contenenti le uova. Infine, fai attenzione a eventuali gocce di sangue anomale nella biancheria intima o sulla pelle, oltre che alla polvere nera all'interno degli slip.

In alcuni casi la pediculosi può essere anche asintomatica

Devi però anche sapere che non sempre la pediculosi provoca dei sintomi. Talvolta si presenta anche come asintomatica, oppure i segnali che invia sono così lievi che non te ne rendi conto. In questi casi è ancora più importante controllare a occhio nudo se vi sia qualche presenza sospetta.

Se viene trattata, questa problematica non presenta gravi complicanze, se non la possibilità che la zona si sovra infetti se continui a grattarla, magari anche in modo troppo energico.

Le cause

La principale causa dell'infestazione da piattole è il rapporto sessuale con una persona infetta. Non potendo infatti né volare né saltare, deve esserci un contatto molto ravvicinato affinché gli insetti riescano a trasferirsi da un corpo all'altro. Esistono poi altre forme di trasmissione, ma sono ben più rare. Potresti infatti toccare gli oggetti contaminati, come le lenzuola, gli asciugamani o i vestiti. Questi insetti infatti possono annidarsi anche in casa, ma non sopravvivono a lungo senza poter aver accesso al sangue per nutrirsi e dunque è piuttosto difficile che il contagio avvenga attraverso questa via.

La diagnosi

La diagnosi di pediculosi del pube è semplice, ma deve avvenire attraverso l'osservazione ravvicinata. Quindi se la problematica è già imbarazzante di suo, la visita specialistica non addolcisce di certo la pillola. È però fondamentale iniziare subito un trattamento, per evitare che l'infezione, da innocua, diventi seria. Il medico dunque farà uso di una lente di ingrandimento per scandagliare la zona infetta e identificare la presenza di insetti o delle loro uova. Se attraverso l'esame obiettivo, viene confermato il contagio, sarà necessario però svolgere ulteriori accertamenti per individuarne di preciso le cause.

Di norma si passa a un test per individuare le malattie sessualmente trasmissibili. Se infatti ne hai contratto una, non è purtroppo detto che sia l'unica.

Il trattamento

Il trattamento contro le piattole è a base di prodotti che possano uccidere i parassiti ed eliminare definitivamente anche le uova. Può trattarsi di creme, lozioni, saponi o polveri specifiche. Il trattamento dura circa una decina di giorni e deve essere fatto quotidianamente su una pelle asciutta. Non è necessaria la prescrizione del medico, ma ti consiglio comunque di chiedere un parere a lui o al tuo farmacista per sapere come intervenire nel modo più corretto. Inoltre, se sei ancora minorenne, aspetti un bambino o lo stai allattando tieni presente che non potrai utilizzare prodotti qualsiasi, ma avrai bisogno di preparati appositi e non troppo aggressivi.  Sarebbe poi meglio se la zona colpita venisse rasata per bene, perché, come hai visto, questi insetti si attaccano proprio ai tuoi peli.

Il trattamento è a base di prodotti che uccidano i parassiti e le uova

E dopo aver pensato a te, dovrai occuparti anche dei vestiti, delle lenzuola e degli asciugamani con i quali sei entrato in contatto mentre eri infetto. Lava tutto per bene in acqua calda, magari con detersivi appositi, e non indossarli per almeno tre o quattro giorni, per dare il tempo alle piattole di morire.

Fai attenzione, però, perché tutti questi prodotti possono anche provocarti qualche effetto collaterale, soprattutto quando entrano in contatto con zone sensibili. Se avverti irritazione o bruciore, non agitarti, ma tampone semplicemente l'area con un asciugamano bagnato per rimuovere completamente la lozione o il sapone. Naturalmente, dovrai poi chiedere al tuo medico un trattamento diverso e più adatto a te.

Cosa succede se non si curano le piattole

È importante curare un'eventuale infezione da piattole per non andare incontro a possibili conseguenze. A volte l'irritazione scatenata dai morsi delle piattole, sottoposta al continuo grattarsi, può causare graffi ed escoriazioni che possono diventare causa di infezioni secondarie.

Per non farle tornare l'unica strategia di prevenzione efficace è evitare il contatto intimo e sessuale con persone infette, perché – come detto sopra – il preservativo non è purtroppo sufficiente a proteggersi dal rischio di trasmissione.

I rimedi naturali

Alcuni consigliano di evitare i preparati farmaceutici contro le piattole e ricorrere solo ai rimedi naturali. Tra tutti, il più efficace è sicuramente l'aceto. Questo però non significa che tu possa fare a meno di creme e lozioni apposite, ma piuttosto che l'aceto sia utile per favorire il distacco delle uova dai peli. Puoi infatti applicarlo prima di passare con un pettine proprio i peli. Ricorda però di asciugarli dopo perché una superficie ancora umida rischia di ridurre l'azione dei prodotti che dovrai spalmare in seguito.

Come si previene

Per quanto riguarda la prevenzione dell'infestazione di piattole, c'è un aspetto fondamentale che non deve essere trascurato: l'igiene personale. Se questa è quotidiana e soprattutto accurata, si ridurrà drasticamente il rischio di essere contagiati. Dopodiché bisogna assicurarsi che anche il proprio partner non ne sia stato infettato. A differenza di altre malattie sessualmente trasmissibili, infatti, il preservativo protegge solo in parte. D'altronde parliamo di insetti con zampe, che possono teoricamente andare un po' dove gli pare.

Ricorda poi di informare tutta la famiglia e tutte le persone con cui hai avuto un rapporto sessuale di recente, in modo che si facciano controllare subito ed evitino di infettare altri individui a loro volta.

Un altro consiglio che viene spesso dato è quello di ripetere il trattamento anti piattole anche a distanza di una settimana da quando hai finito il primo, naturalmente dopo aver chiesto un parere al tuo medico. In questo modo, sarai sicuro di eliminare anche quelle appena nate, che non sono state eradicata durante il ciclo precedente di terapia.

Fonti | IST-Regione Piemonte; Dottor Gaetano Scanni

(Pubblicato da Giulia Dallagiovanna il 16-11-19                                                                                                                  modificato da Alessandro Bai l'11-3-21 e Maria Teresa Gasbarrone il 5-04-2023)

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