Le tolgono un tumore mentre è ancora nell’utero della mamma: la piccola Giulia è già una guerriera

Rischiava di morire a causa di una massa tumorale di 8 centimetri che le opprimeva la trachea e che non le avrebbe permesso di respirare correttamente. I medici dell’ospedale Borgo Trento di Verona così hanno utilizzato una tecnica all’avanguardia, con cui le hanno asportato gran parte del tumore. Oggi la piccola Giulia sta bene e aspetta il prossimo intervento. Ma senza paura: neanche nata ha già dimostrato tutto il suo coraggio.
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Kevin Ben Alì Zinati 20 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Non era ancora nata, eppure Giulia aveva già dimostrato ai genitori e al mondo di avere una forza e una voglia di vivere gigantesche. Sì, perché la piccola Giulia è stata operata di un tumore al collo ancora prima di venire al mondo, mentre si trovava ancora nell’utero della mamma. Un équipe di 25 medici dell'ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, a Verona, le ha asportato gran parte della massa tumorale di 8 centimetri che le opprimeva la trachea e che le creava grandi difficoltà respiratorie. In quelle condizioni avrebbe seriamente rischiato di non farcela una volta che fosse nata e anche la madre avrebbe corso dei pericoli.

La bimba era ancora collegata alla placenta e l'hanno operata estraendole solo la testa e un braccio

Ma i medici, che avevano scoperto la massa tumorale in seguito ad un’ecografia di routine, sono stati in grado di intervenire per tempo e lei ha resistito. È stato un capolavoro doppio, perché il team ha dovuto eseguire l’intervento con la tecnica Exit d’urgenza. I medici si erano esercitati e preparati per tempo su dei manichini ma l’operazione era prevista per lunedì 17 febbraio, con il parto indotto, invece Giulia ha avuto fretta, le acque si sono rotte in anticipo nel weekend precedente e il gioco è iniziato. La piccola è poi nata in tranquillità e oggi pesa 3kg e 300 grammi e sta bene: tra pochi giorni verrà sottoposta ad un nuovo intervento per estinguere l’intero tumore.

La tecnica

L’equipe di medici, composta da chirurghi e infermieri, ha utilizzato una tecnica definita “Exit”. Subito penserai alla parola “uscita” e in effetti avresti ragione. Perché con questa tecnica, che è l’acronimo di ex utero intrapartum treatment, mentre veniva operata Giulia era ancora collegata alla placenta che assorbiva l'ossigeno dal sangue materno e attraverso il cordone ombelicale, lo forniva ai suoi polmoni. Durante l’intervento sono stati tirati fuori infatti soltanto la testa e il braccio destro, quello del lato dove era cresciuto il tumore. L’obiettivo dei medici era intubarla cosicché, una volta nata, l'aria avrebbe comunque potuto arrivare nei polmoni anche senza l'ausilio della placenta e del cordone.

Delicatezza e precisione al livelli massimi dunque, anche nel gestire la madre di Giulia. Se il suo utero si fosse contratto, infatti, avrebbe potuto staccare la placenta e procurarle una grave emorragia. La tecnica Exit è una procedura multidisciplinare molto delicata e complessa e per questo richiede una meticolosa organizzazione preoperatoria. Ma i medici dell'ospedale veronese sono all’avanguardia nel suo utilizzo poiché già altre volte l’Exit era stata utilizzata, soprattutto per operare malformazioni fetali con un alto rischio di ostruzione delle vie aeree.

Fonte | Ansa

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