L'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali, ha approvato anche il vaccino prodotto da AstraZeneca in collaborazione con l'Università di Oxford. Come è stato anche per le soluzioni di Pfizer e Moderna, l'approvazione è ad uso condizionato. Vale a dire che è stata attuata una procedura di emergenza, vista la situazione mondiale e la mancanza di altre armi ugualmente efficaci contro il Covid.19, ma l'azienda farmaceutica dovrà impegnarsi a fornire periodicamente nuovi dati su sicurezza ed efficacia. L'uso al momento è consentito solo sulle persone che hanno dai 18 anni in su. Al contrario di quello che si pensava all'inizio, potrà essere somministrato anche su persone con più di 55 e 65 anni. Per domani si attende invece il pronunciamento dell'Aifa.
Qualche problema però resta: il vaccino ha dimostrato un'efficacia pari al 60% durante i test clinici. Per farti capire meglio, questo risultato lo mette al pari di un vaccino antinfluenzale, ma decisamente al di sotto delle soluzioni di Pfizer e Moderna, entrambe attorno al 95%. Bisogna anche dire che questa percentuale è stata piuttosto discussa, dal momento che la casa farmaceutica aveva dimostrato come, dopo essere incorsa in un errore di dosaggio e aver somministrato ad alcuni partecipanti allo studio solo metà della prima dose, la soglia saliva al 90%. Mai come in questo caso dunque sarà importante capire cosa accadrà quando il numero di persone vaccinate si amplierà e avremo quindi più dati a disposizione.
L'Ema comunque ha preso in considerazione i risultati derivanti da 4 trial clinici condotti nel Regno Unito, in Brasile e nel Sudafrica. In tutto, sono state coinvolte circa 24mila persone. Tutti i test hanno confermato la sicurezza del farmaco. L'efficacia però è stata calcolata sulla base delle sperimentazioni condotte in UK e in Brasile.
Per quanto riguarda gli over65 invece i dati sono più scarsi, dal momento che la maggior parte delle sperimentazioni includeva persone di un'età compresa tra i 18 e i 55 anni. Ma secondo l'Agenzia: "Sulla base delle esperienze con altri vaccini e dal momento che un risposta immunitaria è stata comunque vista in questa fascia di popolazione, ci si aspetta che il vaccino risulti altrettanto efficace". E naturalmente, anche sicuro.
Anche in questo caso saranno necessarie due dosi, e la seconda dovrà essere somministrata tra le 4 e le 12 settimane dopo la prima. Gli effetti collaterali registrati sono stati di norma piuttosto leggeri e moderati e sono scoparsi nel giro di qualche giorno. I più comuni sono stati dolore e debolezza nella zona dell'iniezione, mal di testa, stanchezza, dolore muscolare e un malessere diffuso. Si possono verificare inoltre febbre, dolore alle giunture e nausea.
Fonte| Ema