Epatite B: come si trasmette e come puoi prevenire il contagio di questa pericolosa infezione al fegato

L’epatite B è un’infezione acuta che colpisce il fegato, è molto contagiosa e può avere complicanze molto gravi, come un tumore, la cirrosi o l’insufficienza epatica. Si trasmette attraverso l’esposizione a fluidi corporei infetti, ma il problema è che spesso non dà sintomi e dovrai quindi fare attenzione soprattutto al lato della prevenzione. La buona notizia, però, è che esiste un vaccino.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 6 Ottobre 2019
* ultima modifica il 30/10/2020

L'epatite B è una malattia infettiva e molto contagiosa, provocata dal virus HBV, che colpisce il fegato e può evolvere in forma cronica, portando a conseguenze gravi a carico dell'organo come la cirrosi o l'insufficienza epatica. La trasmissione dell'agente patogeno che causa la malattia avviene tramite l'esposizione a sangue infetto o altri fluidi corporei, ad esempio lo sperma, i liquidi vaginali o la saliva: significa che sei più a rischio di contrarre l'epatite B se hai rapporti sessuali non protetti oppure se utilizzi spazzolini o rasoi infetti, ma anche una donna malata può trasmetterla al figlio durante il parto.

Sulle modalità di contagio, però, serve fare chiarezza per evitare falsi allarmi: l'epatite B non si trasmette per contatti casuali, come ad esempio abbracci, baci, strette di mano, colpi di tosse o condivisione di posate. Piuttosto, dovresti stare all'erta per il fatto che in molti casi la malattia è asintomatica e quindi potresti non sapere nemmeno di essere stato colpito. Inoltre, nei casi in cui si manifesta, i sintomi compaiono dopo un tempo di incubazione davvero lungo.

Oltre alle donne incinte, anche i bambini e le persone immunodepresse rientrano tra i soggetti più a rischio, ma questo non vuol dire che se sei adulto e in buona salute tu possa guardare all'epatite B come fosse un banale raffreddore. Anzi, è bene che tu sappia quali comportamenti ti espongono di più alla possibilità di entrare in contatto con il virus e quando fare la vaccinazione, che è l'unico modo per prevenire la patologia.

Cos'è

L'epatite B è un'infezione che colpisce il fegato ed è causata dall'HBV (Hepatitis B virus), un virus a DNA che appartiene alla famiglia degli Hepadnaviridae. I problemi principali di questa malattia sono due: è altamente contagiosa e può portare a complicanze molto gravi, anche se si tratta della minoranza dei casi.

Vediamo nel dettaglio quali possono essere le possibili evoluzioni di un'infezione da epatite B:

  • Infezione acuta del fegato seguita da una completa guarigione e acquisizione dell'immunità (accade in circa il 90% dei casi)
  • Epatite fulminante che porta alla morte in 9 casi su 10, raramente può richiedere il trapianto di fegato
  • Evoluzione della malattia in infezione cronica (il 5-10% dei casi), data dalla permanenza del virus nell'organismo che a lungo termine, tra i 10 e i 30 anni, può compromettere la funzionalità del fegato causando anche la cirrosi epatica o il carcinoma epatocellulare primitivo
  • Il soggetto colpito dall'epatite B diventa un portatore inattivo: significa che pur restando all'interno dell'organismo, il virus non provoca danni al fegato e resta silente a volte anche per tutta la vita, risultando peraltro poco contagioso

Tra queste possibilità che ti ho presentato, l'infezione acuta che guarisce completamente senza alcun danno epatico permanente è in assoluto la più frequente, in particolare per gli adulti. Il rischio si fa molto più alto nei bambini che, in caso di contagio, nell'80-90% dei casi possono sviluppare un'epatite B cronica nel primo anno di vita.

A livello di diffusione, questa malattia è presente soprattutto nell'Africa sub-sahariana, nel Sud-est asiatico e nelle isole dell'Oceano Pacifico, in Medio Oriente e nell'area della Foresta amazzonica. Se quindi stai progettando un viaggio in uno di questi luoghi, è importante che prima ti sottoponga alla vaccinazione. Non abbassare la guardia, però, nemmeno in Italia, dove i casi che si registrano sono decisamente inferiori, ma comunque presenti: si parla di circa 200 nuove diagnosi all'anno. Tieni presente che, secondo alcune stime, addirittura un quarto della popolazione mondiale sarebbe stato contagiato dal virus HBV nel corso della propria vita, quindi dopotutto non è neanche un'eventualità così improbabile. E ricorda che, nei casi più seri, se non viene trattata con la terapia appropriata questa malattia può anche condurre alla morte, proprio come l'epatite C e, in situazioni più rare, l'epatite A.

Cause

La causa dell'epatite B è il virus HBV che, come ti ho anticipato, può entrare nel tuo corpo se entri in contatto con fluidi corporei di una persona infetta, magari condividendo uno spazzolino da denti, una siringa che avrebbe dovuto essere monouso, o un rasoio, ma anche naturalmente per via sessuale. Una volta penetrato nel tuo organismo, l'agente patogeno si stabilisce nel fegato dove inizierà poi a moltiplicarsi, dando vita all'infiammazione che può portare alla fase acuta, quella caratterizzata da sintomi. In alternativa il virus HBV può agire silenziosamente, senza dare segnali dell'infezione ma danneggiando comunque il fegato con il passare del tempo. Proprio a seconda di questo andamento possiamo distinguere due forme di epatite B:

  • Forma acuta: è la tipologia che dovrebbe preoccuparti di meno, soprattutto se sei una persona adulta e in buona salute. Nel giro di sei mesi infatti il tuo corpo dovrebbe essere in grado di sviluppare gli anticorpi in grado di sconfiggere l'infezione.
  • Forma cronica: quando dura più di sei mesi, significa che l'infezione ha cronicizzato. Il tuo sistema immunitario non è riuscito a sconfiggere il virus e questo continua a diffondersi nel tuo corpo. A questo punto, potrebbero volerci anche anni per guarire del tutto e nel frattempo potrebbero insorgere complicanze gravi tra cui tumore al fegato, cirrosi e insufficienza epatica cronica. Una situazione che si verifica soprattutto in bambini che hanno ereditato la malattia dai genitori o ai quali viene trasmessa prima che abbiano compiuto cinque anni. Inoltre, una forma cronica può anche evolvere in acuta.

Sintomi

Quando si manifestano, i sintomi dell'epatite B compaiono dopo un lungo periodo di incubazione, che solitamente dura circa 2-3 mesi ma può addirittura arrivare fino a 180 giorni. In questo caso, i principali segni clinici della malattia in forma acuta sono:

  • Malessere diffuso
  • Affaticamento
  • Nausea e vomito
  • Perdita di appetito
  • Dolori nella zona addominale, soprattutto nell'area del fegato
  • Dolori articolari
  • Ittero (ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi)
  • Urine di colore scuro

Non affidarti totalmente a queste manifestazioni, però, perché come ti dicevo l'epatite B può anche essere anche asintomatica, specialmente quando colpisce i bambini. Pensa che al di sotto di 1 anno di età, la malattia presenta sintomi in meno dell'1% dei casi.

Anche la forma cronica dell'epatite B, inoltre, non dà alcun segnale: in pratica potresti non accorgerti di nulla fino a quando il danno epatico non sarà molto grave.

Trasmissione

Il virus HBV si trova nei liquidi del tuo corpo, quindi l'epatite B si trasmette ogni volta che questi entrano in contratto con i fluidi di un'altra persona. Tra questi liquidi c'è anche la saliva, che può contenere particelle virali ma che molto raramente può provocare un contagio tramite un bacio o un colpo di tosse. Le vie di trasmissione per l'epatite B sono:

  • Via parenterale: è il contagio che avviene entrando in contatto con mucose o ferite nelle quali è presente sangue infetto, oppure tagliandosi in modo accidentale con aghi infetti o attrezzi medici non sterilizzati.
  • Via parenterale inapparente: è il tipo di trasmissione che può avvenire scambiandosi oggetti come rasoi o forbici da unghie infetti.
  • Via sessuale: include rapporti non protetti di ogni tipo.
  • Via transplacenteare e perinatale: è la modalità con cui una madre infetta può contagiare un neonato. In questi casi, l'infezione può progredire anche per 30 o 40 anni senza manifestare alcun sintomo.

Ora che abbiamo visto come si trasmette l'epatite B, è il momento di una precisazione necessaria per evitare allarmismi: ti ho già detto che è praticamente impossibile contagiare un'altra persona con un bacio, a meno che non sia presente del sangue nella cavità orale a causa di qualche lesione, ma la malattia non si diffonde neanche attraverso contatti casuali. Quindi, per essere chiari, un ballo con una persona appena conosciuta, la condivisione della stessa doccia in piscina o la tavoletta di un water non sono veicoli di contagio.

Sappi però che il virus è in grado di sopravvivere per quasi un mese in ambiente esterno, quindi si tratta di un organismo molto resistente ed è sufficiente una piccola goccia di liquido infetto per dare il via all'infezione.

Ma chi sono allora le persone più a rischio? Considerate le modalità di trasmissione elencate, le possibilità di contrarre l'epatite B sono più alte per chi:

  • Ha spesso rapporti sessuali non protetti con partner occasionali
  • È tossicodipendente
  • Lavora a contatto con persone infette
  • Lavora in laboratorio ed è a contatto con il virus HBV
  • Svolge pratiche che prevedono l'utilizzo di aghi o siringhe non sterilizzati, come i tatuatori

Diagnosi

Dal punto di vista pratico, per ottenere la diagnosi dell'epatite B ti dovrai sottoporre a degli esami nel sangue, solo che saranno più specifici. Per prima cosa, verranno monitorati valori come le transaminasi e la bilirubina che, se alterati, indicheranno che il tuo fegato è in sofferenza.

Per essere certi che si tratti di epatite B, poi, si procederà alla ricerca di alcuni marcatori virali specifici:

  • HBsAg (la proteina di superficie S, chiamata anche antigene Australia) e gli anticorpi corrispondenti: HBsAb
  • HBeAg (la proteina E) e gli anticorpi corrispondenti: HBeAb
  • Gli anticorpi che corrispondono alla proteina del core C (che non può essere ricercata): HBcAb, o anche solo quelli che appartengono ala classe M, cioè HBcAb IgM

In genere, queste rilevazioni possono dire non solo la presenza o meno dell'infezione, ma anche se è ancora in atto, se è stata risolta da poco e se il vaccino ti ha garantito l'immunità. Se compaiono HBsAb significa di norma che è iniziata la guarigione sierologica.

Se invece preferisci un discorso basato più sui numeri, puoi guardare ai valori di riferimento:

  • se sono inferiori allo 0,80: non sono presenti anticorpi ricercati
  • se sono compresi tra gli 0,80 e l'1,00: la presenza degli anticorpi ricercati è più in dubbio
  • se sono superiori a 1,00: sono presenti gli anticorpi ricercati

Come si cura

Se sviluppi una forma acuta di epatite B, non hai particolari problemi di salute o non aspetti un bambino, quasi sempre l'infezione si esaurirà per conto suo, gli anticorpi del tuo sistema immunitario saranno in grado di sbarazzarsene e la tua memoria immunologica farà in modo che tu sviluppi l'immunità nei confronti del virus. In questi casi, gli unici farmaci che potresti dover assumere sono quelli per alleviare i sintomi della malattia.

La situazione cambia molto in caso di epatite B cronica: chi la contrae dovrà infatti sottoporsi a un trattamento a base di farmaci antivirali, naturalmente prescritti da un medico epatologo in base alle tue caratteristiche: età, condizioni di salute generali, presenza di altre malattie. Questa terapia, a cui si sottopongono anche le persone colpite da epatite fulminante o per gli individui immunocompromessi, ha l'effetto di ridurre la replicazione del virus nel fegato ma non è in grado di eliminare l'infezione.

Se poi il tuo fegato è ormai stato compromesso, la terapia varierà in base alla complicanza che si è sviluppata. Purtroppo accade anche che l'unica possibile forma di intervento sia un trapianto di organo.

Vaccino

La miglior forma di prevenzione, anche in caso di epatite B, è il vaccino. Nel 1991, in Italia, era diventato obbligatorio per tutti i nuovi nati, al pari di altri come tetano e poliomielite. Allo stesso modo, anche gli adolescenti che avevano attorno ai 12 anni dovevano ricevere la vaccinazione, per essere coperti una volta iniziata l'attività sessuale. Dal 2003, però, la procedura è soltanto raccomandata negli adolescenti, ma rimane obbligatoria per tutti i neonati, che ottengono l'immunità contro l'epatite B con il vaccino esavalente, da somministrare in tre dosi dopo 3, 5 e 11 mesi di vita. Se però il bambino nasce da una madre infetta, allora la prima dose verrà somministrata a 12 ore dalla nascita.

Il vaccino contro l'epatite B si è già dimostrato sicuro e garantisce una lunga protezione contro l'HBV. All'interno della formulazione c'è soltanto una parte del virus: non è abbastanza per farti ammalare, però è sufficiente per fare sì che il tuo organismo dia il via alla risposta immunitaria. Anche gli effetti collaterali, poi, sono solitamente molto lievi e includono, seppur in rari casi, arrossamento e gonfiore nel punto in cui è avvenuta l'iniezione oppure febbre, mal di testa o stanchezza, destinati però a sparire in pochi giorni.

Come abbiamo visto, la vaccinazione è obbligatoria per i più piccoli ma se hai in programma un viaggio nelle zone dove l'infezione è più diffusa o se la tua professione ti espone maggiormente al rischio di contagio, dovresti cercare di acquisire l'immunità. Inoltre, se sei incinta o stai cercando di rimanerlo, così come se sei immunodepresso, il vaccino è sicuramente l'arma più efficace per evitare ogni pericolo. Chiedi anche un parere al tuo medico, per capire meglio quanto sia elevata la probabilità di contagio per te.

Al di là del vaccino, poi, la prevenzione si mette in pratica anche attraverso alcuni comportamenti. Innanzitutto, utilizza il preservativo, soprattutto durante rapporti sessuali con partner occasionali, anche perché l'epatite B non è l'unico rischio al quale vai incontro, parlando di malattie. Se poi hai deciso di farti un tatuaggio o un piercing, accertati prima che il negozio che ha scelto segua tutte le procedure igieniche e di sicurezza necessarie.

Fonti| Humanitas; F.I.R.E

(Modificato da Alessandro Bai il 12-10-20)

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.