
Avendo il prefisso “epato” già si intuisce che ci stiamo occupando di fegato. Nello specifico, l'epatoblastoma è un tumore del fegato che, purtroppo, colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 3 anni. Si tratta comunque di un'evenienza rara, dal momento che si contano circa 1,2/1,5 casi ogni milione di bambini. In ogni caso, proviamo a capire meglio quali siano le cause.
L’epatoblastoma è il tumore del fegato che è più comune in età pediatrica e di norma viene diagnosticato entro i primi tre anni del bambino e nasce proprio dalle cellule che formano il fegato. La prima cosa che si nota è la perdita di peso consistente e apparentemente immotivata e, allo stesso tempo, il gonfiore eccessivo dell’addome. A volte, ma non sempre, c’è dolore, vomito e nausea e ittero, ossia la comparsa di un colorito della pelle giallastro.
Ad oggi non sappiamo ancora cosa porti alla formazione di questo tipo di tumore, anche se la prematurità e un peso scarso alla nascita sono stati riconosciuti come dei punti in comune a tanti bambini che poi hanno sofferto di questo problema. Dobbiamo anche dire che il tumore può anche essere associato ad anomalie genetiche costituzionali, malformazioni e sindromi tumorali familiari.
Come ti abbiamo anticipato i segnali che di solito si manifestano sono:
Il primo passo sono delle analisi che mirano a misurare i livelli di AFP nel siero (che sono elevati se siamo in presenza del tumore) e sulla risonanza magnetica (RMN)/tomografia computerizzata (TAC). Le dimensioni dell'epatoblastoma sono variabili ma possono arrivare a misurare fino a 15 cm.
Principalmente per curare l’epatoblastoma si basa sull’utilizzo di due farmaci. Di norma si preferisce l’asportazione solo in un secondo momento, ossia dopo la cura chemioterapica.
Fonte| Ospedale Pediatrico Bambino Gesù