La lesione del menisco è molto comune negli sport di contatto così come nelle discipline che richiedono salti e scatti. È inoltre un problema più frequente nelle persone più anziane, in quanto il menisco si indebolisce con l’età: si stima infatti che circa il 40% degli individui con più di 65 anni ne sia affetto.
I menischi sono strutture cartilaginee presenti tra le articolazioni, presenti nel ginocchio, polso, nelle articolazioni acromioclavicolare, sterno-clavicolare e temporo-mandibolare. Nel ginocchio troviamo due menischi, mediale (interno) e laterale (esterno), le cui funzioni sono di ammortizzare le sollecitazioni, riducendo l’attrito durante il movimento, ripristinare la congruenza tra le articolazioni e distribuire il peso del corpo.
Le lesioni traumatiche del menisco sono molto frequenti soprattutto durante la pratica sportiva, quindi provocate da un trauma acuto, che possono verificarsi ad esempio durante un improvviso cambio di direzione durante la corsa, e spesso accadono in concomitanza ad altre lesioni del ginocchio, come la lesione del legamento crociato. Al di fuori dell’ambito sportivo è possibile lesionarsi il menisco piegandosi in ginocchio, accovacciandosi o sollevando qualcosa di pesante, soprattutto nelle persone più anziane, e si parlerà quindi di lesioni degenerative.
La lesione del menisco è riconoscibile in principio, ancor prima degli accertamenti, se durante l’infortunio si avverte chiaramente una sensazione di “rottura interna” del ginocchio.
La sintomatologia comune alle lesioni del menisco può includere:
All’inizio dell’infortunio potresti non avvertire molto dolore, tanto che molti atleti continuano a praticare sport nei momenti successivi; in alcuni casi soltanto poi, una volta che l’infiammazione ha preso piede, il dolore aumenterà di intensità.
Per diagnosticare una lesione del menisco occorrerà un esame approfondito, potrebbero essere necessarie radiografie per escludere un coinvolgimento delle ossa.
La risonanza magnetica (RM) consentirà una valutazione più dettagliata della cartilagine del ginocchio e, qualora ce ne fosse bisogno, in alcuni casi si potrebbe optare per una diagnosi con artroscopia. Tramite l’artroscopia è possibile ispezionare e visionare l’interno delle articolazioni senza aprire le stesse: utilizzando gli artroscopi (dei microscopi di piccole dimensioni) è possibile catturare immagini e video direttamente all’interno dell’articolazione, e successivamente, qualora sia necessario, questi strumenti permettono anche di eseguire una procedura chirurgica.
Il trattamento per le lesioni del menisco dipenderà dalla gravità della lesione, dall’età del paziente, il livello generale di attività e le eventuali lesioni correlate.
Nei casi non gravi di lesione il medico potrebbe consigliare una terapia conservativa basata sul riposo, l’applicazione di ghiaccio per ridurre il gonfiore e l’utilizzo di antidolorifici; a questo si potrebbero combinare degli esercizi fisici atti a rafforzare i muscoli attorno al ginocchio e a renderlo più stabile. Questo trattamento conservativo in alcuni casi potrebbe essere utile quanto un intervento, o comunque un buon punto di partenza, a seconda di quanto è lungo lo strappo, della direzione dello stesso e di dove si trova. Può essere utile soprattutto per le persone di mezza età o affette da osteoartrite, soggette a strappo del menisco perché consumato. Gli esercizi conservativi potrebbero richiedere una pratica regolare per 4-6 settimane.
Tra gli esercizi che si possono includere troviamo:
Nei casi di lesioni più gravi e limitanti, l’intervento chirurgico è la scelta più frequente. Questo verrà eseguito in ogni caso con l’utilizzo dell’artroscopio, il piccolo microscopio di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.
Le opzioni di intervento possono essere:
La sutura del menisco presenta bassi rischi e complicanze, ma è possibile solamente quando la lesione ha un profilo regolare ed è situata in una zona vascolarizzata; l’asportazione del menisco, d’altronde, è la meno preferibile in quanto sembra possa agevolare il processo degenerativo artrosico del ginocchio.
Post-intervento potrebbe essere necessario indossare un tutore o un gesso per mantenere stabile il ginocchio e l’utilizzo delle stampelle per ridimensionare il peso; la terapia fisica farà parte del recupero successivo: elettrostimolazioni, stretching e riabilitazione propriocettiva.
I tempi di recupero variano in base ad ogni singola situazione, ma in linea generale gli interventi al ginocchio in artroscopia prevedono una riabilitazione più semplice rispetto ad altri tipi di intervento al ginocchio.
In caso di meniscectomia mediale la mobilità articolare si può recuperare nel giro di 2 settimane: il giorno seguente all’intervento è già possibile camminare con l’aiuto di stampelle; in caso di meniscectomia laterale il recupero sarà invece più lento ma in entrambi i casi sarà necessario l’apporto successivo della fisioterapia.
Quando l’intervento è di sutura del menisco o di inserto di protesi meniscale la riabilitazione sarà differente: prevederà l’utilizzo di ginocchiere che impediscono la flessione durante la deambulazione per un lasso di tempo che va dai 15 ai 20 giorni, evitando anche di caricarlo per un mese, per favorire la cicatrizzazione e stabilizzazione.