Leucemia mieloide acuta: arriva in Italia una nuova cura con il medicinale venetoclax

Il Venetoclax è stato inserito dall’Aifa come farmaco rimborsato dal Servizio sanitario nazionale e servirà per curare i malati affetti da leucemia mieloide acuta.
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Alessandro Artuso 7 Aprile 2020
* ultima modifica il 17/12/2020

La medicina continua a fare passi in avanti e in questo caso la notizia riguarda chi soffre di una forma aggressiva di cancro come la leucemia mieloide acuta. L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha inserito il farmaco venetoclax nell'elenco dei medicinali che saranno a carico del Servizio sanitario nazionale per questa patologia. Le persone maggiormente colpite da questo male sono soprattutto anziani: il provvedimento è stato inserito nella Gazzetta Ufficiale del 9 marzo.

Il farmaco venetoclax, insieme a ipometilanti azacitidina o decitabina, è stato approvato per curare i pazienti che soffrono di questo tipo di leucemia e non possono sostenere cicli di chemioterapia intensiva (dai 75 anni in poi).

Cosa  è la leucemia mieloide acuta

Si tratta di una malattia che colpisce le persone principalmente sopra i 60 anni. La leucemia mieloide acuta si sviluppa nel midollo osseo e si evolve in maniera piuttosto rapida. Il midollo è contenuto nelle ossa in cui hanno origine le cellule staminali. Durante la loro vita le cellule possono andare incontro a malformazioni e anche a errori nello sviluppo che causano la trasformazione in tumore e quindi l'arrivo della leucemia mieloide acuta (LMA).

Cosa cambia

L'Aifa ha inserito il farmaco tra quelli che saranno rimborsati e quindi a carico del Servizio sanitario nazionale. Il trattamento offrirà in Italia un supporto medico importante per curare una malattia grave e difficile da combattere. La sperimentazione del venetoclax ha coinvolto 145 pazienti sopra i 65 anni di età che non si erano sottoposti ad alcun trattamento per la leucemia mieloide acuta e anche non idonei per la chemioterapia intensiva. La combinazione del farmaco, insieme ad altri 2, ha prodotto i seguenti risultati:

  • 67% dei partecipanti senza più segni della malattia (remissione completa)
  • 64% di chi si sottopone alle trasfusioni di sangue e il 78% di chi si sottopone alle trasfusioni di piastrine non dovrà più sottoporsi a questo tipo di cure

Fonte| Agenzia del Farmaco

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