Linfociti bassi: quali sono le cause e come si manifesta questa condizione

I linfociti sono un gruppo di globuli bianchi addetto soprattutto a combattere i virus che attaccano il tuo organismo. Di norma, ti preoccupi quando il loro valore è alto, ma anche una carenza può essere il segnale di un problema di salute in corso. Cerchiamo allora di capire quali possono essere le cause dei linfociti bassi e quando invece averli è fisiologico.
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Giulia Dallagiovanna 1 Febbraio 2022
* ultima modifica il 02/02/2022

I linfociti sono quel gruppo di globuli bianchi che mira soprattutto a distruggere i virus che attaccano il tuo corpo. Prodotti dal midollo osseo, si dividono in due sottocategorie e, quando il loro valore è più alto del normale, può significare anche che è in corso un tumore del sangue. Anche per questa ragione, dei linfociti bassi si tende a preoccuparsene meno. In effetti, può trattarsi di una condizione molto comune, data dall'età o da una gravidanza. Dovrai però preoccuparti quando il loro numero si abbassa al di sotto delle mille unità per microlitro di sangue, o delle 2500 se si parla di tuo figlio.

Un prelievo di sangue è la forma più rapida e meno invasiva di controllo delle cellule ematiche, ma il referto deve sempre essere mostrato a un medico: le cause che si nascondono dietro alla linfocitopenia possono essere anche molto diverse tra loro.

Cosa sono i linfociti

I globuli bianchi sono una famiglia molto grande, che comprende diversi fratelli. Tra questi ci sono anche i linfociti, che rappresentano circa il 40% di tutti i componenti. Gli altri sono i neutrofili, i basofili, gli eosinofili e i monociti. Tutti insieme contribuiscono a formare le difese immunitarie del tuo organismo, ma ciascuno di loro ha un bersaglio ben preciso. Quello dei linfociti sono i virus. In generale, si suddividono in categorie: T e B, le quali hanno due compiti complementari fra loro.

I linfociti B fabbricano alcuni tipi di anticorpi, le immunoglobuline, che, come delle bandierine, si legano all'antigene e segnalano l'obiettivo che deve essere colpito e neutralizzato. Quando vengono stimolati da una minaccia esterna, queste cellule possono incrementare la produzione e, una volta vinta la battaglia, una parte di loro rimane in vita per formare la memoria immunologica. Significa che la prossima volta che il tuo corpo verrà in contatto con quel particolare agente, saprà già come attivare le difese per combatterlo.

Della neutralizzazione si occupano invece i linfociti T, che a loro volta si distinguono in helper e citotossici, o killer. Raggiungono la maturazione nel timo, una ghiandola che si trova fra lo sterno e il cuore e che si occupa soprattutto della produzione di ormoni che poi rilascia nella circolazione sanguigna. Sulla superficie di entrambi è presente il recettore delle cellule T, in grado di riconoscere i virus come potenziali pericoli. Nello specifico, i primi lo riconoscono e i secondi lo distruggono. Sono infatti i responsabili della risposta immunitaria ritardata, o cellulo-mediata, efficace contro alcuni tipi di infezioni, tra le quali la tubercolosi.

In ogni caso, tutti i globuli bianchi vengono prodotti dal midollo osseo e poi immessi nella circolazione una volta giunti a maturazione. La loro emivita può estendersi da un giorno a diversi anni e non tutti hanno le stesse dimensioni. Si distinguono principalmente in piccoli, medi e grandi, ma esiste una serie infinita di misure intermedie. Non solo, ma i piccoli linfociti possono trasformarsi in grandi, quando si presentano particolari condizioni.

Valori normali

Il valore dei linfociti presenti nel tuo sangue può essere verificato tramite un semplice emocromo. Le cifre che risulteranno sul referto potranno però subire piccole variazioni in base ai parametri del laboratorio che lo ha emesso. È quindi fondamentale che tu mostri il documento al tuo medico e non ceda alla tentazione di diagnosi fai da te. Altra possibile causa di deviazione dalla norma sono poi fattori fisiologici, come l'età, il sesso o la gravidanza, ma anche ragioni legate all'eredità genetica. Fatte tutte queste premesse, sono considerati valori normali dei linfociti quelli compresi fra le 1500 e le 3mila unità per microlitro.

Linfociti bassi

Si parla di linfociti bassi, o linfocitopenia (o, ancora, linfopenia), quando la quantità dei linfociti scende sotto le 1000 unità per microlitro, almeno per quanto riguarda le persone adulte. Per i bambini è infatti necessario un discorso a parte, che faremo più avanti. Rispetto ai linfociti alti, questa è una condizione piuttosto normale e il più delle volte non è patologica. Se però la variazione raggiunge livelli significativi o diventa cronica, è il caso di procedere a ulteriori accertamenti perché le ragioni all'origine potrebbero rivelarsi anche molto serie.

Cause

Le cause che portano a un abbassamento nella concentrazione di linfociti possono essere diverse e possono anche dipendere da trattamenti medici che hai subito o da fattori ereditari. La ragione più frequente è proprio quella di un'infezione in corso, dove i globuli bianchi vengono distrutti nel tentativi di combatterla. In generale, però, si possono distinguere tre motivi principali:

  • il midollo non produce un numero sufficiente di linfociti
  • la quantità è quella adatta, ma molti vengono distrutti
  • rimangono intrappolati nei linfonodi

Una malattia infettiva provocherà sicuramente un abbassamento delle cellule deputate alla difesa del tuo organismo. In questo enorme insieme però possono rientrare virus comuni, come quello influenzale, oppure patologie più gravi fino ad arrivare all'Aids, tubercolosi ed epatite virale. Ma la linfocitopenia può essere un segnale anche di malattie autoimmuni, come il lupus e la sclerosi multipla, o tumori del sangue, in particolare il linfoma di Hodgkin. Se poi hai sofferto di altre forme di cancro, per le quali hai dovuto sottoporti a cicli di chemioterapia o radioterapia, è normale che i tuoi linfociti risultino più bassi dei parametri normali.

Infine, le cause ereditarie. O meglio, le patologie che possono derivare dalla tua storia familiare e che hanno fra le manifestazioni proprio questo valore alterato del sangue. Tra di queste, ci sono l'immunodeficienza combinata grave o sindromi come quella di Di George, una malformazione congenita provocata da un difetto nei cromosomi, o quella di Wiskott-Aldrich, caratterizzata da deficit immunitario.

È invece una situazione piuttosto comune quella dove i linfociti bassi compaiono assieme a neutrofili alti: probabilmente il tuo organismo sta combattendo contro un batterio e quindi sceglie soldati diversi rispetto a quelli che schiera di fronte a un virus. Su Ohga inoltre ti abbiamo già parlato delle cause e dei sintomi dei neutrofili alti. E non è un segnale d'allarme nemmeno se la leucopenia compare assieme ai monociti alti, un gruppo di globuli bianchi che contrasta alcune infezioni croniche e contribuisce a ripulire le cellule morte dopo una malattia di questo tipo. Su Ohga ti abbiamo anche parlato dei monociti alti.

Linfociti bassi e neutrofili alti

In alcuni casi i linfociti bassi potrebbero essere accompagnati da un aumento del numero dei neutrofili, una condizione chiamata anche neutrofilia. Se questo accade, è perché il tuo sistema immunitario ha particolarmente bisogno dei neutrofili, che contrastano nello specifico batteri e funghi, e dunque fa sì che il midollo osseo ne aumenti la produzione.

La causa potrebbe essere una terapia a base di farmaci che alterano i valori dei linfociti, ma anche un tumore, una malattia autoimmune o un semplice periodo di stress. Come sempre, per capire da cosa nasca il problema, dovrai rivolgerti al tuo medico.

Linfociti bassi e Aids

La causa principale della linfocitopenia è, come ti dicevo, un'infezione virale in corso. Tra i virus, quello che sicuramente provocherà un drastico abbassamento dei linfociti è quello dell'Hiv, responsabile dell'Aids. In particolare, saranno le cellule T a calare per prime, rendendo un individuo maggiormente soggetto ad altre infezioni, come la polmonite, che in un individuo già fortemente debilitato possono anche risultare letali.

Oggi però questa malattia, che anni fa era sinonimo di decesso, si può tenere sotto controllo con farmaci antiretrovirali e non interferisce con la normale durata della vita.

Linfociti bassi e sclerosi multipla

Le malattie neurologiche e autoimmuni possono provocare un abbassamento nei linfociti, anche in seguito ai trattamenti immunosoppressori che vengono effettuati. Tra queste è presente anche la sclerosi multipla, anche se è la condizione contraria a essere distintiva della patologia: un'eccessiva concentrazione di globuli bianchi in risposta a una sorta di perenne stato infiammatorio.

Sintomi

Quella dei linfociti bassi è una condizione asintomatica. I possibili sintomi dipendono piuttosto dalla causa all'origine della linfocitopenia. Solitamente infatti si tratta di una situazione che viene riscontrata durante un esame del sangue di routine. I segnali che però dovrebbero farti preoccupare sono le infezioni anomale, che non avevi mai contratto fino a quel momento, o l'aumento della frequenza con la quale le contrai. Proprio per questa ragione, l'unica manifestazione di cui forse puoi accorgerti è la febbre.

In gravidanza e nei bambini

Quando resti incinta, il tuo organismo sopprime il sistema immunitario. È quindi normale che i linfociti siano bassi in gravidanza: nel tuo corpo è appena entrato un elemento estraneo, carico degli antigeni dell'uomo, perciò è necessario che non venga rifiutato affinché la gestazione non si interrompa. Nella pratica, aumenta la produzione di due ormoni, i corticosteroidi, che intervengono nelle situazioni di stress, e la gonadotropina. I primi hanno un naturale effetto immunosoppressivo, mentre la seconda tiene a bada soprattutto i linfociti del gruppo T.

Nel caso di un bambino, invece, variano anche i parametri di riferimento: i linfociti risultano bassi quando il loro numero è inferiore a 2500 unità per microlitro. In ogni caso, indica sempre la presenza di un'infezione virale in corso. Può trattarsi di un microorganismo comune, come il parvavirus, ma anche di agenti più pericolosi. Rivolgiti quindi subito al tuo pediatra se dai risultati delle analisi emerge questo valore del sangue alterato. Alcuni poi nascono con deficienze immunitarie congenite, date da difetti genetici del midollo osseo che non lavora come dovrebbe. In questi casi potrebbe rendersi necessario addirittura una trapianto. Non allarmarti però ai primi numeri che divergono dalla norma: solo effettuando tutti gli accertamenti del caso si potrà capire qual è il problema di tuo figlio.

Fonte| Humanitas

(Modificato da Alessandro Bai l'1-02-22)

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