Vivere in un ambiente inquinato, dove l’aria è spesso irrespirabile e i nostri polmoni non sono mai davvero al sicuro, può portare a conseguenze molto gravi. In molti casi, purtroppo, l’inquinamento atmosferico è addirittura causa di morte. In altri, i danni sono a lungo termine e colpiscono in profondità, fino ad arrivare alle ossa.
Se soffri di osteoporosi, infatti, la colpa potrebbe essere dello smog a cui sei costantemente sottoposto. Respirando in continuazione particolato e polveri sottili le tue ossa fanno più fatica ad assimilare la giusta quantità di vitamina D e minerali, indebolendosi e diventando sempre più fragili e suscettibili a urti, cadute e fratture. Sì, anche se sei una persona giovane.
La prova scientifica della connessione tra problemi alle ossa e inquinamento atmosferico puoi trovarla nei risultati di un nuovo studio, pubblicato il 3 gennaio 2020 sulla rivista Jama Network Open e condotto in India, uno dei Paesi più inquinati al mondo. Nel corso della ricerca, condotta da un team di esperti dell’ISGlobal (Instituto de Salud Global de Barcelona) tra cui l’italiano Ottavio Ranzani, è stato analizzato per 3 anni lo stato di salute delle ossa di 3717 persone di età compresa tra i 34 e i 37 anni.
I risultati hanno dimostrato un collegamento tra l’inquinamento atmosferico esterno, in particolare da particelle di PM 2,5, più piccole e quindi capaci di raggiungere gli organi più remoti, e la diminuzione di densità ossea, oltre alla difficoltà delle ossa di assorbire vitamina D e mineralizzarsi. Naturalmente i dati riguardano soltanto la popolazione indiana, caratterizzata da specificità genetiche e soggetta a un'altissima quantità di smog. Di conseguenza sarebbe opportuno effettuare ricerche in altre specifiche aree del mondo per avere un risultato più chiaro e onnicomprensivo.
Fonte | Association of Ambient and Household Air Pollution With Bone Mineral Content Among Adults in Peri-urban South India pubblicato su Jama Network Open il 3 gennaio 2020