L’inquinamento potrebbe essere un grave fattore di rischio per il tumore alla tiroide

I numeri continuano a crescere e il tumore alla tiroide è uno dei cancri sempre più diffusi. Come mai? Esiste una relazione tra malattia e inquinamento chimico antropico e i ricercatori sono allo studio per trovare la causa specifica.
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Valentina Rorato 30 Gennaio 2023
* ultima modifica il 30/01/2023

Uno dei tumori più “buoni”, nel senso di curabile e meno aggressivo, pare essere collegato all’inquinamento chimico antropico. Si tratta del tumore alla tiroide, che ogni anno colpisce circa 13.200 italiani (3.300 maschi e 9.900 femmine) e rappresenta al 3-4% delle nuove diagnosi di cancro nel nostro Paese. Colpisce soprattutto le donne, tra i 40 e i 60 anni. E ‘incidenza è di circa 5 casi ogni 100.000 abitanti per gli uomini e circa 15-18 nuovi casi ogni 100.000 abitanti per le donne. Sono dati che preoccupano. La buona notizia è che in numeri in crescita sono dovuti sicuramente a un aumento della malattia, ma anche a diagnosi sempre più efficaci.

Perché si mette in relazione il tumore alla tiroide con l’inquinamento? Attualmente le cause di questo carcinoma sono ignote, anche se è stato individuato un fattore di rischio, ovvero le radiazioni ionizzanti, come è emerso dall’incidente nucleare di Chernobyl. Il dottor Vincenzo Marotta, endocrinologo presso l’ospedale universitario di Salerno, ha spiegato: «Nel contesto attuale queste sono responsabili di una quota minima dei tumori che osserviamo, per cui la causa resta ignota per la maggior parte dei pazienti. Ed è un paradosso visto che, grazie agli studi di genetica molecolare, conosciamo le mutazioni genetiche responsabili in più del 90% dei casi».

È allo studio però il legame tra tumore alla tiroide e inquinamento chimico antropico. «Una teoria ancora tutta da dimostrare. Inoltre, un recente studio che abbiamo pubblicato su Environmental Pollution permette di tracciare l’identikit di una nuova categoria di persone a maggior rischio di cancro tiroideo: soggetti in sovrappeso o obesi ad elevato rischio di contaminazione ambientale da bisfenolo A, in relazione alla professione (cassieri in continuo contatto con gli scontrini fiscali oppure operai in industrie di produzione di prodotti in plastica) o all’area di residenza (zone limitrofe ad attività industriali correlate alla plastica o ad alto tasso di smaltimento illegale di rifiuti)».

Che cos’è l’inquinamento chimico antropico? È l’inquinamento causato dall’attività dell’uomo, come le industrie, l’agricoltura o lo smaltimento dei rifiuti, che causano l’accumulo nell’ambiente di sostanze chimiche inquinanti, in quantità così elevate da modificare la naturale composizione biochimica ambientale, minacciando la stabilità degli ecosistemi globali da cui dipende l'umanità. La plastica è particolarmente preoccupante, insieme ad altre 350.000 sostanze chimiche sintetiche tra cui pesticidi, composti industriali e antibiotici. Questo tipo di inquinamento si trova ovunque e raggiunge ogni angolo del pianeta, dalla cima del Monte Everest agli oceani più profondi. Il Pianeta sta quindi morendo e noi con lui, già perché ci stiamo intossicando. Possiamo anche far finta di non vedere?

Fonte | Airc, "Fathoming the link between anthropogenic chemical contamination and thyroid cancer" pubblicato su Critical Reviews in Oncology/Hematology e "Exposure to Bisphenol A increases malignancy risk of thyroid nodules in overweight/obese patients" pubblicato su Environmental Pollution.

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