Con il termine ipocondria si indica un disturbo psichico caratterizzato dalla paura, del tutto infondata, di soffrire di una grave malattia e deriva da una sovrastima della gravità di ogni sintomo (reale o percepito). Anche definita ansia da malattia (patofobia)può portare, col tempo, a depressione, frustrazione e angoscia al punto da condurre chi ne è affetto a incrinare i propri rapporti sociali, affettivi e lavorativi e ad assumere farmaci in modo improprio e determinare quindi condizioni prima inesistenti.
Vi sono alcuni tratti specifici che caratterizzano questo disturbo :
Più che di cause, sarebbe opportuno parlare di condizioni favorenti, o fattori di rischio, che predispongono l’individuo a questa condizione di perenne preoccupazione. Fra questi fattori di rischio troviamo:
Si sta continuando a studiare questa condizione per avere un quadro migliore delle cause dell’insorgenza.
L’impatto maggiore riguarda le relazioni interpersonali. Un soggetto che si considera malato assume dei comportamenti diversi rispetto a chi è sano. Ci sarà una limitazione dei rapporti sociali, per evitare situazioni considerate “pericolose”, all’interno del proprio nucleo familiare si potranno creare tensioni dovute alla continua apprensione, ci si potrebbe trovare di fronte ad atteggiamenti scontrosi da parte dei medici esasperati dalle continue richieste e via dicendo. Il rischio più grande è quello dell’isolamento sociale.
La terapia d’elezione è rappresentata dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale che agisce sui pensieri e sui comportamenti e prevede sessioni in studio e “compiti a casa”. Questa terapia può essere anticipata da una fase psicoeducativa che può coinvolgere anche i familiari in cui si illustrano caratteristiche del disturbo e migliori approcci terapeutici. Vi è infine la possibilità di usufruire di un supporto farmacologico per tenere a bada eventuali conseguenze quali depressione o altro.