Quando parli di streptococco ti riferirai probabilmente all'infezione provocata da uno dei batteri che appartengono al gruppo degli streptococchi, appunto. Ne esistono di diversi tipi. Alcuni di loro convivono con te e non provocano alcun problema: risiedono all'interno delle mucose del tuo corpo, come quella orale o intestinale) e vengono definiti commensali. Ci sono poi altri tipi che invece prendono il nome di opportunisti perché attaccano l'ospite con il quale entrano in contatto, cioè tu, e possono provocare infezioni che, a volte, fanno anche molta paura. Sì perché i sintomi a la possibile cura dipendono molto da quale patogeno ti ha contagiato.
Le infezioni da streptococco sono causate dal gruppo di batteri che danno il nome alla malattia e provocano infezioni con conseguenze che possono variare da lievi mal di gola a patologie mortali. In totale ne esistono in totale una ventina di specie di streptococchi, molte di queste non patogene per l’uomo. Alcuni fra questi batteri sono invece molto virulenti e coinvolti in infezioni potenzialmente mortali.
Alcuni streptococchi sono già presenti nelle mucose del tuo organismo, in particolare a livello oro-faringeo, vaginale e intestinale e non causano alcuna patologia all’uomo. Altri, invece, sono responsabili delle infezioni streptococciche. Ecco i gruppi principali.
Non c’è una causa specifica per lo streptococco, questi batteri possono contagiare il nostro organismo. Vediamo come e in quali circostanze, sempre differenziando le tipologie.
La forma più frequente è la faringite, che si trasmette attraverso l’inalazione di goccioline provenienti dalle secrezioni nasali o faringee di una persona infetta che starnutisce o tossisce, bevendo e mangiando dalle stesse stoviglie di una persona infetta, oppure dall’entrata in contatto con superfici contaminate o ferite infette.
Il periodo di incubazione del batterio è di 2-4 giorni e il pericolo di contagio persiste fino a 3 settimane dopo la comparsa dei sintomi. Di questo gruppo fa parte anche, per esempio, l’impetigine che colpisce in modo particolare i bambini: il batterio penetra nell’organismo attraverso lesioni, graffi e ferite aperte, fino a interessare nei casi più gravi anche gli strati più profondi della pelle.
La trasmissione più conosciuta dello Streptococco di gruppo B si ha attraverso le secrezioni vaginali, durante il parto dalla madre al neonato. Non è invece certa la modalità di trasmissione del batterio tra gli adulti, anche se non è escluso che possa succedere con rapporti sessuali non protetti.
I sintomi dello streptococco variano in base al batterio che ha provocato l'infezione. Ecco quali possono essere:
Faringite (o angina streptococcica):
Comprendono specie diverse di batteri che causano infezioni a:
Possono causare anche infezioni maggiormente invasive, come:
La diagnosi di streptococco viene formulata secondo diverse modalità. Tutte, però, hanno come primo filtro la valutazione della sintomatologia dalla parte del medico.
Gli esami diagnostici utili a diagnosticare queste infezioni sono:
La diagnosi di infezione da Streptococco di gruppo B nelle donne in gravidanza viene posta mediante un tampone vaginale (tra le 35 e le 37 settimane di gestazione), così da avviare, in caso di positività, una profilassi antibiotica già durante il travaglio. Questo è molto importante perché il sistema immunitario del neonato è debole e permette di proteggerlo al meglio. Altre tipologie di esami possono essere l’urinocoltura e tra gli esami ematici la PCR e il CAMP test.
Le infezioni da streptococco sono causate, in modo particolare, da streptococchi Beta-emolitici di gruppo A e B. Queste infezioni vengono normalmente trattate, con successo, con terapia antibiotica, fondamentale per evitare complicanze. Non è possibile prevenirle e l’unico vaccino disponibile è quello contro lo pneumococco.
Fonti| Humanitas gruppo A, Humanitas gruppo B