Lo streptococco: quali sono i sintomi di un’infezione che può anche fare paura

Il nome streptococco spesso fa molta paura. Sì perché di questo tipo di batterio ci sono vari “ceppi” e sintomi e patologie dipendono molto da come reagisce il corpo e da quale batterio si è stati contagiati. Prevenirlo è impossibile ma l’igiene è, ancora una volta, la parola chiave per abbassare il più possibile il rischio di contrarlo.
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Valentina Danesi 23 Ottobre 2020
* ultima modifica il 23/10/2020

Quando parli di streptococco ti riferirai probabilmente all'infezione provocata da uno dei batteri che appartengono al gruppo degli streptococchi, appunto. Ne esistono di diversi tipi. Alcuni di loro convivono con te e non provocano alcun problema: risiedono all'interno delle mucose del tuo corpo, come quella orale o intestinale) e vengono definiti commensali. Ci sono poi altri tipi che invece prendono il nome di opportunisti perché attaccano l'ospite con il quale entrano in contatto, cioè tu, e possono provocare infezioni che, a volte, fanno anche molta paura. Sì perché i sintomi a la possibile cura dipendono molto da quale patogeno ti ha contagiato.

Cos’è

Le infezioni da streptococco sono causate dal gruppo di batteri che danno il nome alla malattia e provocano infezioni con conseguenze che possono variare da lievi mal di gola a patologie mortali. In totale ne esistono in totale una ventina di specie di streptococchi, molte di queste non patogene per l’uomo. Alcuni fra questi batteri sono invece molto virulenti e coinvolti in infezioni potenzialmente mortali.

Alcuni streptococchi sono già presenti nelle mucose del tuo organismo, in particolare a livello oro-faringeo, vaginale e intestinale e non causano alcuna patologia all’uomo. Altri, invece, sono responsabili delle infezioni streptococciche. Ecco i gruppi principali.

Le cause 

Non c’è una causa specifica per lo streptococco, questi batteri possono contagiare il nostro organismo. Vediamo come e in quali circostanze, sempre differenziando le tipologie.

Come si trasmette lo streptococco di gruppo A

La forma più frequente è la faringite, che si trasmette attraverso l’inalazione di goccioline provenienti dalle secrezioni nasali o faringee di una persona infetta che starnutisce o tossisce, bevendo e mangiando dalle stesse stoviglie di una persona infetta, oppure dall’entrata in contatto con superfici contaminate o ferite infette.

Il periodo di incubazione del batterio è di 2-4 giorni e il pericolo di contagio persiste fino a 3 settimane dopo la comparsa dei sintomi. Di questo gruppo fa parte anche, per esempio, l’impetigine che colpisce in modo particolare i bambini: il batterio penetra nell’organismo attraverso lesioni, graffi e ferite aperte, fino a interessare nei casi più gravi anche gli strati più profondi della pelle.

Come si trasmette lo streptococco di gruppo B

La trasmissione più conosciuta dello Streptococco di gruppo B si ha attraverso le secrezioni vaginali, durante il parto dalla madre al neonato. Non è invece certa la modalità di trasmissione del batterio tra gli adulti, anche se non è escluso che possa succedere con rapporti sessuali non protetti.

I sintomi 

I sintomi dello streptococco variano in base al batterio che ha provocato l'infezione. Ecco quali possono essere:

Streptococco di gruppo A

Faringite (o angina streptococcica):

  • febbre reumatica
  • polmonite
  • infezioni cutanee: impetigine, cellulite, erisipela
  • fascite necrotizzante
  • scarlattina
  • glomerulonefrite acuta
  • sepsi
  • sindrome da shock tossico (con una sintomatologia a rapida evoluzione che va dalla febbre alta, eruzione cutanea, ipotensione fino allo scompenso di diversi organi).

Streptococco di gruppo B

  • batteriemie
  • sepsi
  • endocardite (infiammazione del rivestimento interno del cuore)
  • infezioni della donna in gravidanza o subito dopo il parto
  • parto pretermine
  • artrite settica
  • infezioni cutanee
  • meningiti
  • polmoniti
  • infezioni del tratto urinario
  • infezioni neonatali 

Streptococchi di gruppo C, D e G

Comprendono specie diverse di batteri che causano infezioni a:

  • gola
  • pelle
  • cuore
  • tessuti molli

Possono causare anche infezioni maggiormente invasive, come:

  • infezioni ossee
  • infezioni articolari
  • batteriemie

La diagnosi 

La diagnosi dello streptococco ha varie modalità.

La diagnosi di streptococco viene formulata secondo diverse modalità. Tutte, però, hanno come primo filtro la valutazione della sintomatologia dalla parte del medico.

Diagnosi di faringite streptococcica

Gli esami diagnostici utili a diagnosticare queste infezioni sono:

  • tampone faringeo (con analisi colturale per ridurre batterio)
  • tampone cutaneo diagnostica per immagini: di solito a TC o l’RX vengono utilizzate per diagnosticare infezioni come la fascite necrotizzante
  • esami del sangue (sierologico):per la diagnosi di tutte le infezioni da Streptococco di gruppo A gli esami ematici indicati consistono nella ricerca di titoli anticorpali

Diagnosi di infezione da Streptococco di gruppo B

La diagnosi di infezione da Streptococco di gruppo B nelle donne in gravidanza viene posta mediante un tampone vaginale (tra le 35 e le 37 settimane di gestazione), così da avviare, in caso di positività, una profilassi antibiotica già durante il travaglio. Questo è molto importante perché il sistema immunitario del neonato è debole e permette di proteggerlo al meglio. Altre tipologie di esami possono essere l’urinocoltura e tra gli esami ematici la PCR e il CAMP test.

La cura

Le infezioni da streptococco sono causate, in modo particolare, da streptococchi Beta-emolitici di gruppo A e B. Queste infezioni vengono normalmente trattate, con successo, con terapia antibiotica, fondamentale per evitare complicanze. Non è possibile prevenirle e l’unico vaccino disponibile è quello contro lo pneumococco.

Fonti| Humanitas gruppo A, Humanitas gruppo B

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.