L’Oms battezza la malattia del nuovo Coronavirus: d’ora in poi si chiamerà Covid-19

Una nuova denominazione, semplice da pronunciare e che non faccia riferimento a persone, popolazioni, animali o Paesi del mondo specifici. Così l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato di aver ribattezzato la malattia causata dal nuovo Coronavirus. Il nome della malattia è Covid-19.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 11 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Covid-19. Così si chiamerà, da ora in avanti, la malattia del nuovo coronavirus di cui si continua a parlare. Al fine di evitare imprecisioni e chiamare in un modo standard questa infezione provocata dal Coronavirus, chiamata in precedenza anche 2019-nCoV, l’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di dare alla malattia un nuovo nome, specifico, che sia semplice da pronunciare ed eviti fraintendimenti anche per focolai ed epidemie future.

Ma qual è il significato di questa nuova denominazione? Il nome in effetti è stato formulato così da evitare di associare la malattia a uno specifico paese, una popolazione o una specie animale. Così, la scelta è ricaduta su Co(rona)vi(rus)d(isease)(20)19.

L’annuncio è stato dato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante un meeting con la stampa a Ginevra avvenuto oggi pomeriggio.

Fonte |Oms

Aggiornamento del 13 febbraio 2020

Dopo aver dato un nuovo nome alla malattia che provoca (Covid-19), anche lo stesso virus è stato ribattezzato. Il Comitato internazionale per la tassonomia del virus, infatti, ha deciso di rinominare il virus Sars-Cov-2. La nuova denominazione, che significa "Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2", si riferisce al fatto che questo virus è un fratello del Coronavirus che in passato ha provocato la Sars, chiamato Sars-CoVs.

Fonte | Severe acute respiratory syndrome-related coronavirus: The species and its viruses – a statement of the Coronavirus Study Group

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.