La pandemia oggi non è più un’emergenza sanitaria globale, è vero, ma Sars-CoV-2 non ci ha ancora abbandonato del tutto.
Oltre ai casi di infezione, continui seppur meno frequenti e soprattutto meno gravi, dobbiamo comunque fare i conti con tutto ciò che consegue al contagio, ovvero il cosiddetto Long Covid.
Ovvero di tutta quella serie di sintomi che possono perdurare anche mesi o addirittura anni dopo la guarigione dal virus.
Inizialmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne aveva stilato l’identikit attraverso l’individuazione più di 200 segni e sintomi associati ma il quadro, così, era troppo vasto e complesso per riuscire a inquadrare con maggior precisione una condizione che alla lunga, se non curata adeguatamente, potrebbe anche intaccare la salute psicologica con fenomeni di disturbo post-traumatico da stress.
Con una sintomatologia così ampia e variegata, poi, c’è sempre stato il facile rischio di confondere il Long Covid con altre patologie, l’influenza per esempio.
A restringere il campo ci ha pensato un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Jama in cui un team internazionale di ricercatori ha individuato i 12 sintomi considerati più frequenti e comuni del Long Covid.
Il gruppo ha analizzato oltre 9.500 persone ricoverate in 85 ospedali, centri sanitari e organizzazioni comunitarie in 33 Stati, delle quali, più di 8500 avevano avuto una diagnosi confermata di infezione da Covid-19.
Attraverso l’incrocio delle informazioni hanno prima individuato 44 sintomi diversi, di cui 37 più comuni, per arrivare poi a un ulteriore restringimento fino a quelli effettivamente legati al Long Covid. Si tratta di:
“Questo è un vero approccio basato sui dati per definire il Long Covid come una nuova sindrome. Ora abbiamo una definizione di Long Covid dove non ce n'era uno in precedenza, e speriamo che la capacità di identificare il Long Covid migliorerà la consapevolezza clinica di questa condizione” ha spiegato Tanayott Thaweethai, PhD, professore presso la Harvard Medical School, direttore associato presso MGH Biostatistics e primo autore dello studio.
Fonte | "Development of a Definition of Postacute Sequelae of SARS-CoV-2 Infection" pubblicato il 25 maggio 2023 sulla rivista Jama