L’osteocondrosi: come riconoscere quando le ossa si frammentano

Una malattia che colpisce le osse, in particolare quelle delle articolazione, e ne provoca la frammentazione delle estremità. La buona notizia è che, se diagnosticata in tempo, è possibile intervenire e tenerla quanto più possibile sotto controllo, considerato anche il decorso lento.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Danesi 24 Febbraio 2023
* ultima modifica il 26/04/2023

L’osteocondrosi è una patologia che va a intaccare le ossa, come fa anche la molto più conosciuta osteoporosi. In questo caso siamo di fronte a una sindrome degenerativa che interessa soprattutto le estremità, frammentandole. Di solito, è localizzata attorno alle articolazioni. La parziale buona notizia è che il decorso di questa malattia, così come l'insorgere dei sintomi, è lento. Per questo motivo è possibile intervenire anche in modo non invasivo.

Cos’è

Se il tuo corpo soffre di osteocondrosi, significa che purtroppo alcune estremità delle ossa si frammentano in numerosi piccoli pezzi. Si tratta di una patologia degenerativa che va a colpire principalmente le articolazioni (soprattutto se hanno parti cartilaginee). Più nello specifico, le giunture articolari che soffrono in modo più massiccio per l'osteocondrosi sono localizzate a livello di:

  • Ginocchio
  • Anca
  • Astragalo
  • Gomito.

Tieni presente che è a rischio di soffrirne soprattutto una persona giovane e sportiva, o chi ha messo a dura prova le ossa e le articolazioni nel corso degli anni, magari a causa del proprio lavoro.

Le cause

Sulle cause dell'osteocondrosi vi sono stati diversi anni di studi, ricerche e dibattiti. Alla fine, si è giunti alla conclusione che l'origine del problema sia la degenerazione di tipo necrotico della cellula. In altre parole, un processo di morte dei tessuti. All’origine della necrosi molto probabilmente c'è un’interruzione del flusso sanguigno che può avere varie cause:

  • Ischemia
  • Traumi ossei
  • Ossificazione intensa durante l’età cosiddetta dello sviluppo
  • Predisposizione genetica o problemi nell’attività delle ghiandole.

Possiamo parlare di un processo lento che si può dividere in 4 stadi (di cui i primi due hanno una prognosi migliore e un decorso più stabile):

  1. Piccolo appiattimento dell'osso nel punto di lesione
  2. Il frammento comincia a distinguersi
  3. Il distacco si fa più marcato e si stacca quasi completamente
  4. Il frammento osteocartilagineo si è staccato dal restante osso ed è "libero" nell'articolazione.

I sintomi

I sintomi principali dell'osteocondrosi sono:

  • Dolore all'articolazione colpita
  • Gonfiore
  • Versamento articolare
  • Lento e progressivo blocco articolare.

Inizialmente i sintomi, per esempio il dolore, sono leggeri e intermittenti, quindi molto tollerabili, e la mobilità è intaccata in minima parte. Il dolore intenso inizia quando i frammenti si staccano e, viaggiando nell’arto, provocano la sofferenza che in questa fase è continua e non più momentanea.

La diagnosi

Il primo esame consigliato per arrivare a una diagnosi di osteocondrosi è quello della motilità articolare, che serve per verificare l’estensione massima dell’articolazione (che di norma con questa patologia è inferiore alla norma). Ci sono poi radiografia e TAC, ma l’esame più importante è probabilmente la risonanza magnetica che permette di vedere e capire la serietà del problema e di calibrare così la cura.

La cura

Una volta accertata la diagnosi di osteocondrosi, la terapia consigliata sarà differente a seconda della gravità della lesione. Infatti nei primi due stadi si richiede più che altro il riposo e, se necessario, la fisioterapia con aggiunta di farmaci per dolore e gonfiore (al bisogno). Quando, invece, il trattamento conservativo non è più efficace, si deve procedere con l’intervento chirurgico con artroscopia per rimuovere i frammenti che vagando procurano dolore. Infine, esiste il trapianto di condrociti per stimolare le cellule a produrre cartilagine laddove mancante.

Fonte|Mayo Clinic

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.