Lyssavirus, il Ministero della Salute diffonde le linee guida su come comportarsi

Per il momento è stato segnalato un solo caso: un gatto di una famiglia di Arezzo è morto per encefalite dopo aver morsicato la padrone, che sta bene. Trattandosi però di un virus nuovo è comunque importante assumere poche e semplici precauzioni e soprattutto stare attenti a eventuali atteggiamenti anomali del proprio animale domestico.
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Giulia Dallagiovanna 6 Luglio 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

In questo particolare periodo, non appena senti parlare di un virus ti si drizzano le orecchie. Peggio ancora se si tratta di un tipo nuovo. È stato così anche per il West Caucasian bat lyssavirus, che qualche giorno fa ha provocato la morte di un gatto per encefalite. Il felino, che viveva assieme a una famiglia di Arezzo, aveva probabilmente contratto l'agente patogeno da un pipistrello migratore del Caucaso, che secondo le ipotesi più accreditate dovrebbero essere i serbatoi naturali di questa famiglia, la stessa che annovera tra i suoi membri la rabbia classica. Sì, di nuovo loro: i pipistrelli. Questa volta però la storia è diversa e dai veterinari al Ministero della Salute a non cadere nel panico e soprattutto a non abbandonare il proprio animale domestico per paura di un contagio. Trattandosi però di un fenomeno nuovo, il Ministero ha emanato alcune linee guida che consigliano il comportamento migliore da tenere per evitare ogni rischio.

Si tratta di pochi e semplici accorgimenti che dovresti mettere in pratica non solo per preservare la tua salute, ma anche quella del tuo amico a quattro zampe. Prima di tutto, osserva i suoi comportamenti: aggressività insolita, atteggiamenti mai avuti prima, miagolio e altri suoni emessi in modo anomalo o comunque alterato, aumento della salivazione, difficoltà a respirare e a deglutire, tremori generalizzati, mancata coordinazione motoria e paralisi flaccida sono tutti possibili sintomi della malattia da lyssavirus. In questo caso, cerca di non toccare l'animale, ma chiama subito il veterinario e segui le sue istruzioni.

Lui stesso, quando visiterà il gatto (o il cane) dovrà indossare i DPI anticontagio, con tanto di visiera e doppio strato di guanti che lo proteggano da graffi e morsi. Un qualsiasi caso sospetto deve poi essere segnalato subito al Servizio veterinario della ASL competente.

Se invece l'animale è randagio e lo sorprendi con manifestazioni simili a quelle che ti ho appena descritto, dovresti avvisare la ASL del tuo territorio. È molto importante non avvicinarsi e che il gatto o il cane vengano messi in isolamento.

Se il tuo gatto mostra un comportamento insolito e aggressivo, chiama subito il veterinario

Come ti dicevo, questo tipo di virus sembra essere di nuovo trasmesso dai pipistrelli e fino a questo momento si è registrato un solo caso di salto di specie ad opera del lyssavirus, ovvero quello di Arezzo che ha fatto partire l'allarme. Ecco perché per ora non dovresti spaventarti più di tanto, ma semplicemente prestare attenzione. E occhi aperti anche per eventuali esemplari di chirotteri trovati morti: non avvicinarti e chiama il Servizio veterinario della ASL.

Infine, come ben saprai, esiste un vaccino antirabbica umana. Questo farmaco ti protegge però dalla malattia provocata dal Rabies lyssavirus, ovvero la rabbia classica. Viene raccomandato soprattutto a coloro che svolgono professioni a rischio come veterinari, biologi, lavoratori o volontari in canili e così via. Per il momento, ti ricordo, il West Causasian Bat Lyssavirus ha contagiato un solo gatto e nessun essere umano: i suoi padroni, così come il veterinario che lo ha assistito, stanno infatti bene.

Fonte| Ministero della Salute

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.