Maddalena Corvaglia testimonial per AIRC: “Con l’Azalea, sostenere la ricerca diventa un gesto ancora più bello”

Il 9 maggio nelle piazze di tutta Italia potrai trovare i banchetti di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. Con una piccola donazione, riceverai un regalo perfetto per la Festa della mamma e soprattutto avrai contribuito al miglioramento delle cure contro i tumori che colpiscono le donne. “Quando pensi a una malattia come il cancro, ti sembra sempre qualcosa di lontano. Poi ti rendi conto che può essere molto più vicino a te di quanto immagini”, ci ha raccontato Maddalena Corvaglia.
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Giulia Dallagiovanna 8 Maggio 2021
* ultima modifica il 08/05/2021

Domani anche nella piazza della tua città troverai un banchetto importante: è quello di Fondazione AIRC, dove i volontari distribuiranno l'Azalea della Ricerca. E non è solo un ottimo pensiero per la Festa della mamma. Come ogni anno, i soldi raccolti andranno a sostenere la ricerca sui tumori che colpiscono le donne, come quello al seno o al colon-retto (il secondo più diffuso tra la popolazione femminile). Lo scopo è favorire diagnosi sempre più precoci che permettano di individuare la malattia quando è ancora ai primi stati e terapie personalizzate, più efficaci e meglio tollerate dalla singola paziente.

In 37 anni di lavoro, AIRC è riuscita a raccogliere più di 275 milioni di euro. Ma la strada per rendere ogni neoplasia una malattia curabile è ancora lunga. Ecco il perché dell'Azalea, che ti permette di donare 15 euro alla ricerca. E in caso non riuscissi a trovare un banchetto, devi sapere che anche quest'anno è possibile ordinarla online e magari inviarla direttamente a casa do chi vuoi che la riceva. Tra le testimonial di questa iniziativa, e da tanti anni a fianco di AIRC, c'è anche Maddalena Corvaglia, che ha conosciuto da vicino quanto sia importante la ricerca e quali risultati abbia già raggiunto, come ci ha raccontato.

Sei testimonial per AIRC da almeno una decina d'anni, è stata l'esperienza con tua madre ad averti avvicinato alla Fondazione?

Proprio così. Quando pensi a una malattia come il cancro, ti sembra sempre qualcosa di lontano. Poi ti rendi conto che può essere molto più vicino a te di quanto immagini. Per questo motivo ho cercato di sensibilizzare fin dall'inizio su questo argomento, perché avere quella sensibilità che ti porta ad aiutare un altro che sta vivendo una situazione difficile è molto importante. E poi AIRC lo fa nel modo più dolce e floreale possibile, con fiori in primavera, arance e cioccolatini in inverno. Perciò sostenere la ricerca diventa un gesto bello anche per se stessi. Quest'anno poi non ci speravamo e invece siamo riusciti a tornare nelle piazze: è una doppia rinascita.

Hai raccontato di un grande senso di impotenza che coglie di fronte a questa malattia.

Il fatto è che ci rendiamo conto dell'importanza di qualcosa solo quando abbiamo paura che possa non esserci più. E questo discorso vale soprattutto per la salute, sia nostra che delle persone a cui vogliamo bene. Dopo una diagnosi di tumore, sei preso dallo sconforto e ti accorgi di dipendere completamente dai medici che ti seguono, dal destino e purtroppo anche dalla fortuna. Hai la sensazione di non poter fare nulla.

E in questi casi, sapere che la ricerca prosegue può aiutare?

Certo, tantissimo. Il primo aiuto naturalmente arriva dai medici. Si dividono in due categorie: chi non ha perso l'umanità e si ricorda sempre che in quella stanza c'è una persona e non solo una malattia e chi invece è ormai assuefatto da tutti i casi che ha trattato ed è diventato un po' più cinico. Ho scoperto con gioia che esistono davvero tanti specialisti che fanno parte della prima categoria. E se all'inizio del percorso incontri un medico così, sei già a buon punto.

"Ho scoperto che ci sono tanti medici pieni di umanità e se incontri uno di loro, sei già a buon punto"

E poi la ricerca. In questi anni ho proprio avuto modo di vedere, pezzetto dopo pezzetto, tutto quello che è stato costruito e i risultati che sono stati raggiunti. Non voglio essere eccessivamente ottimista, perché so che c'è ancora tanta strada da fare. Oggi, però, per tanti casi che prima non erano curabili è stata trovata la terapia adatta. L'obiettivo resta quello di rendere tutti i tipi di cancro delle malattie con cui, quanto meno, è possibile convivere, se non addirittura sconfiggerle.

E proprio in ottica di prevenzione, quello che tutti noi possiamo fare è seguire un'alimentazione sana e ricordarci di praticare un po' di sport. Tu ricordi spesso come questo stile di vita sia importante, lo si vede da alcuni video che posti su Instagram e dai progetti che decidi di portare avanti. Puoi dare qualche consiglio a chi in quest'ultimo anno è rimasto più fermo e si è magari un po' impigrito?

È vero: la ricerca ha proprio dimostrato che una vita sana e l'attività sportiva, non troppa ma costante, aiutino a prevenire i tumori.

Il periodo che stiamo vivendo ha portato tanti cambiamenti nella vita di tutti noi. Le palestre erano chiuse, non si poteva uscire e abbiamo dovuto adattarci. Sono nate però diverse piattaforme online, che non sostituiscono le palestre – anche perché spero tanto che possano aprire presto! -, ma possono aiutare chi è rimasto senza stimoli. Io faccio parte del gruppo LIVENow, che offre allenamenti di tutti i tipi. L'importante in generale è scegliere percorsi strutturati, più che video random che si trovano online, con il rischio che portino più danno che beneficio.

Oltre che alla forma fisica, lo sport dà anche benefici alla mente e al benessere in generale?

Assolutamente sì. Me ne accorgo ad esempio quando non riesco ad allenarmi per qualche giorno. Il fisico non ne risente, ma la mente dopo un po' inizia ad averne bisogno. Ti aiuta a scaricare tutte le tensioni e a ricaricare le energie. Chi ama correre, ad esempio, dice che quello è l'unico momento in cui riesce a non pensare. E anche questo è stato dimostrato: l'attività sportiva stimola la produzione di endorfine, che ci danno questa sensazione di benessere.

Credits photos: Ufficio stampa Fondazione AIRC

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