Mancano i farmaci nell’Unione europea (e non si sa perché)

Luca Li Bassi, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, ha fatto emergere il problema durante un incontro con Farmindustria, organizzato proprio per discutere sull’argomento. Al momento, il problema si è avvertito nel concreto solo a Firenze, dove non si trova più il principio attivo per trattare il tumore alla vescica.
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Giulia Dallagiovanna 5 Luglio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

C'è un'emergenza di cui forse non hai ancora sentito parlare, ma che nel giro di poco tempo potrebbe riguardare anche te: mancano i farmaci. Ma non nel tuo paese, o in Italia. Tutta l'Europa è in grave carenza di medicine. Lo ha dichiarato ieri Luca Li Bassi, il direttore generale di Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) in un intervento durante la tavola rotonda dell'Assemblea Pubblica di Farmindustria, in cui sono stati approfonditi, in realtà, diversi argomenti.

Ma cosa succede nel concreto? Li Bassi ha innanzitutto rassicurato i pazienti: "Le agenzie regolatorie hanno dei meccanismi di monitoraggio e riescono a creare reti di tutela. I casi in cui la mancanza di un farmaco genera un reale disagio sono una parte davvero minoritaria sul totale registrato come carente, e comunque resta un fatto il più delle volte temporaneo". Accade però a Firenze, dove sono andate esaurite le scorte di mitomicina, che serve per trattare il tumore alla vescica. All'ospedale Careggi sarebbero rimasti senza circa 25 persone e la struttura ha dovuto rivolgersi alla Regione Toscana, che ora sta cercando la molecola, cioè la base dalla quale si parte per produrre la medicina, anche all'estero.

La ragione non può dipendere dai prezzi più bassi

Per il resto, forse, parlare di allarme è un po' eccessivo. Al momento, infatti, dovresti trovare senza problemi valide alternative al farmaco mancante, come un prodotto equivalente oppure il generico.

Cioè non toglie, però, che la carenza di farmaci esista e che presto o tardi rischia di ripercuotersi in modo più concreto anche sulla tua vita quotidiana. Li Bassi ha spiegato che la causa precisa ancora non si conosce, mentre il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha puntato il dito contro prezzi troppo bassi che favoriscono un abuso delle esportazioni: “L’evidenza maggiore che i prezzi in Italia sono più bassi che altrove in Europa è data indirettamente dal fenomeno delle carenze dei farmaci. La stragrande maggioranza di queste è proprio determinata dai prezzi di acquisto inferiori in Italia che rendono conveniente esportarli altrove". E ha fatto riferimento in particolare a un farmaco per trattare il morbo di Parkinson: "È bastato impedire l’esportazione e il farmaco è ricomparso. È sicuramente un segnale: non conviene a nessuno comprare in Italia un prodotto a un prezzo più alto e rivenderlo dove lo pagano meno”.

Ma secondo il direttore generale di Aifa, non è una questione di prezzi o, comunque, non del tutto: "Il consiglio di amministrazione dell’Ema ha affrontato il tema delle carenze: le hanno tutti, non solo l’Italia, quindi l’export non c’entra". Per tutti si intendono ad esempio Spagna, Portogallo, Francia, Olanda, Norvegia, Austria e Slovenia. Ovunque insomma sembra che i prodotti farmaceutici siano meno reperibili di quanto dovrebbero. Secondo Li Bassi, si tratta di un problema a livello europeo e che in quest'ottica deve essere analizzato e risolto.

Fonte| Aifa

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