La pelle è l'organo più esteso del nostro corpo ed è formata da tre strati: epidermide, derma e tessuto sottocutaneo. I melanociti sono alcune cellule che formano la pelle. Il melanoma è un tumore visibile a occhio nudo e ha origine da un neo preesistente che cambia forma o colore oppure dalla comparsa di un nuovo neo sulla cute integra.
Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti che hanno il compito di produrre melanina, un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari. In condizioni normali i melanociti possono formare degli agglomerati scuri in superficie, i nostri nei. Che i medici chiamano nevi. I melanomi cutanei originano sia su una cute integra sia da nei preesistenti, che sono presenti fin dalla nascita o dalla prima infanzia o compaiono durante il corso della vita.
Possiamo distinguere quattro tipi di melanoma cutaneo:
A differenza dei primi tre tipi, che hanno inizialmente una crescita superficiale, il melanoma nodulare invade il tessuto in profondità sin dalle sue prime fasi. Il melanoma cutaneo rappresenta il 5% di tutti i tumori che colpiscono la pelle, è meno frequente nei bambini e colpisce soprattutto attorno ai 45-50 anni, anche se l'età media alla diagnosi si è abbassata negli ultimi decenni.
Si tratta di una neoplasia sempre maligna. Non è infatti mai possibile definire un melanoma benigno, al massimo si può parlare di un neo benigno che non presenta le caratteristiche di un melanoma.
I sintomi principali di un melanoma sono da ricercare nell'aspetto dei nei: se i nevi cambiamo o ne compaiono di nuovi, è utile indagarne le motivazioni. Le caratteristiche di un neo che possono indicare l'insorgenza di un melanoma sono riassunte nella sigla ABCDE:
Altre situazioni che devono essere controllate e di cui bisogna riferire al medico sono nei sanguinanti, che prudono o che sono circondati da un nodulo o da un'area arrossata.
Tra le cause del melanoma vi è l’eccessiva esposizione alla luce ultravioletta del sole. La luce del sole infatti potrebbe danneggiare il DNA delle cellule della pelle e scatenare lo sviluppo del tumore. Anche sottoporsi a lampade e lettini solari con frequenza può essere una causa di questo tipo di tumori. Fate quindi attenzione e non abusatene.
Tra gli altri fattori di rischio che possano causare il melanoma vi sono:
I soggetti più esposti al melanoma sono, secondo la letteratura scientifica, soprattutto le persone con pelle, occhi e capelli chiari, quelle che hanno avuto un parente colpito da tumore e chi ha già avuto un melanoma cutaneo.
Per riconoscere un melanoma occorre affidarsi a un dermatologo che controllerà la forma e il colore dei nei presenti sul corpo e farà tutte le valutazioni del casi. L'auto- valutazione è consigliata per vedere se i nei cambiano nel tempo, ma da sola non è utile per riconoscere un melanoma. Se notate uno o più dei sintomi che abbiamo elencato prima, contattate lo specialista appena possibile.
Per avere una diagnosi di melanoma occorre rivolgersi al proprio medico, che cercherà di individuare segni e sintomi tipici del melanoma. Il vostro aiuto sarà prezioso: se già prima della vista avete notato cambiamenti in alcuni nei, segnalateglielo. L' esperto può procedere all’esame visivo della pelle grazie all'uso dell'epiluminescenza, una tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. Per avere però la diagnosi certa di melanoma cutaneo occorre sottoporsi a una biopsia, in cui si preleva un campione di tessuto e lo si analizza al microscopio.
Ci sono poi altri esami, come radiografia del torace, TAC, PET e risonanza magnetica che si rivelano utili per capire se e dove si è estesa la malattia.
La cura del melanoma prevede diverse opzioni. La scelta del trattamento dipende dall’estensione della malattia, dalla fase in cui trova (iniziale o avanzata) e dalla presenza di altre patologie.
Per quanto riguarda la chirurgia, con l’intervento si riesce spesso a curare la malattia in fase iniziale. In alcuni casi si rimuovono chirurgicamente anche i linfonodi "sentinella", ovvero i primi a ricevere linfa direttamente dal tumore. La chirurgia, inoltre, può essere utile per rimuovere eventuali metastasi.
La radioterapia, in presenza di metastasi ossee o cerebrali, è utilizzata a scopo terapeutico integrato con altri trattamenti, oppure come palliativo dei sintomi.
Negli ultimi anni lo sviluppo dell’immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare hanno diminuito il ricorso alla chemioterapia nelle fasi avanzate della malattia e hanno aperto nuove prospettive di cura sempre più personalizzata per ogni paziente.
Si stanno studiando, ad esempio, la combinazione delle terapie, la loro sequenza o l’integrazione con altri trattamenti disponibili (es. chirurgia e radioterapia).
Esistono anche terapie “loco-regionali” che consistono nel somministrare farmaci in dosi elevate in aree che è possibile isolare dal resto dell'organismo, come per esempio gli arti. Nel caso del melanoma le più usate sono la perfusione isolata dell'arto e l'elettro-chemioterapia.
Il melanoma si previene cercando di limitare i fattori di rischio di cui abbiamo parlato e nello specifico evitare l’eccessiva esposizione alla luce solare (soprattutto nelle ore più calde della giornata, tra le 10 e le 16) e riducendo al minimo ( se non evitando del tutto) il ricorso a lampade e lettini solari. Se si deve stare al sole è meglio farlo indossando cappellini, occhiali da sole e creme protettive. Questo tipo di attenzioni va riservato soprattutto ai più piccoli, perché il processo di trasformazione tumorale dei melanociti è molto lento e potrebbe essersi scatenato in età pediatrica, per questo è molto importate fare attenzione alla pelle dei bambini.
Come ti abbiamo già detto, è bene controllare periodicamente l’aspetto dei propri nei, consultando un dermatologo o controllandoli da solo allo specchio.
A seconda dello stadio in cui si trova il melanoma, le possibilità di sopravvivenza possono aumentare o diminuire. Certamente, prima si interviene e maggiori possibilità ci sono di sopravvivere.
Quando il melanoma è individuato e curato in fase precoce, le possibilità di sopravvivenza a lungo termine sono eccellenti. Dopo l’asportazione chirurgica i pazienti hanno un tasso di sopravvivenza da 5 a 10 anni del 99-100% dei casi.
Con la giusta chirurgia, il melanoma al secondo stadio è considerato a rischio intermedio di ripresa di malattia locale o a distanza. Per gli stadi successivi ci sono maggiori o minori tassi si sopravvivenza a seconda del tipo di melanoma e dell’area colpita.
Fonti| MelanomaItalia; Fondazione Veronesi ; AIRC