Meningite: quali sono i sintomi e come riconoscere la malattia che spaventa tutti

La meningite è un’infiammazione acuta delle membrane che proteggono il tuo cervello e può portare a serie conseguenze. Probabilmente anche tu avrai letto sui giornali il caso di qualche persona morta per questa malattia, ma la sua gravità dipende anche dalle cause. Innanzitutto, però, è importante imparare a riconoscerla dai sintomi e sapere come prevenirla, a partire dal vaccino.
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Giulia Dallagiovanna 10 Dicembre 2018
* ultima modifica il 18/09/2020
Con la collaborazione del Dott. Albert Kasongo Medico vaccinatore presso il Centro medico Santagostino di Milano

Il termine meningite si utilizza per descrivere un'infiammazione delle meningi, ovvero le membrane protettive che ricoprono il tuo cervello e il midollo spinale. Anche se non conosci i dettagli di questa malattia del sistema nervoso centrale, l'avrai certamente già sentita nominare e probabilmente ti sarà rimasta in mente dopo aver saputo che, in alcuni casi, può portare addirittura alla morte.

È bene però imparare a fare le dovute distinzioni: generalmente la meningite è causata da infezioni provocate dall'azione di virus, batteri o funghi, ma non tutte queste forme hanno conseguenze così gravi. Anche i sintomi possono essere molto diversi tra loro e cambiare a seconda dell'età: febbre alta e cefalea rientrano certamente tra i più comuni, ma la malattia si può manifestare anche con rigidità del collo, vomito, confusione e altri segni che vedremo insieme.

Purtroppo non è sempre così semplice riconoscere la meningite, ma è importante che la diagnosi sia tempestiva per fare sì che la terapia, stabilita con il tuo medico a seconda delle cause, abbia inizio appena possibile.

Cos'è la meningite?

La meningite è l'infiammazione delle membrane, note come meningi, che hanno la funzione di ricoprire e proteggere l'encefalo (che include il tuo cervello) e il midollo spinale, ovvero i due pilastri fondamentali del sistema nervoso centrale, da cui dipende la tua capacità di ricevere e analizzare gli stimoli interni o esterni ed elaborare le risposte appropriate.

Le meningi che riparano l'encefalo e il midollo spinale, hanno l'aspetto di lamine sottili e sono tre: andando dall'esterno verso l'interno, si trovano la dura madre, l'aracnoide e la pia madre. Vediamo più precisamente le caratteristiche di ognuna di queste membrane:

  • Dura madre: è lo strato più esterno e spesso, contenente i vasi venosi. Ci sono delle differenze tra la dura madre che ricopre l'encefalo e quella a protezione del midollo spinale, visto che quest'ultima a differenza della prima non è attaccata alle vertebre per lasciare spazio al tessuto adiposo e proprio ai vasi venosi.
  • Aracnoide: è la membrana intermedia tra le tre meningi e deve il suo nome all'aspetto che ricorda quello di una ragnatela. È separata dall'ultimo livello dallo spazio subaracnoideo, nel quale si trova una parte del liquido cerebrospinale, importante anche per proteggere il cervello da eventuali urti.
  • Pia madre: è lo strato più interno delle meningi, una membrana molto sottile che ricopre direttamente l'encefalo e il midollo spinale. Anche in questo livello è contenuto il liquido cerebrospinale.

Come ti ho anticipato, l'infiammazione all'origine della meningite è solitamente causata da virus, batteri e funghi o miceti. Esistono però anche forme non infettive di questa malattia, sebbene siano meno frequenti.

La meningite virale è quella più comune ma, di norma, si guarisce in circa 7-10 giorni senza gravi conseguenze. La forma che deriva da un fungo, come il Cryptococcus neoformans, è invece quella più rara, ma molto pericolosa. Sono a rischio soprattutto le persone che hanno un deficit da risposta immunitaria, ovvero gli individui immunodepressi. Infine c'è la meningite batterica, quella a cui ci riferiamo parlando dei vaccini per questa malattia e che può anche essere fatale.

La meningite è contagiosa?

Non tutte le forme di meningite sono contagiose: quella fungina, parassitica e non infettiva, ad esempio, non si possono trasmettere.

Dovresti fare più attenzione, invece, alla meningite virale, che può essere trasmessa attraverso un contatto diretto con le goccioline di saliva, ad esempio quando una persona vicina a te parla, tossisce o starnutisce.

Anche la meningite batterica, quella più pericolosa, può essere contagiosa in caso di contatto stretto e prolungato con chi ne soffre già. Luoghi come le scuole, gli ospedali o le caserme per il servizio militare offrono molte occasioni per la trasmissione di questa malattia.

Le cause della meningite

Ti ho già presentato i tipi più comuni di meningite, ovvero quella virale, batterica e fungina. Prima di vedere nel dettaglio le ragioni specifiche che stanno dietro ognuna di queste forme, devi sapere che hanno qualcosa in comune. L'agente responsabile, che sia un batterio, un fungo o un virus, agisce infatti nello stesso modo, ovvero entrando nel flusso sanguigno fino a raggiungere l'encefalo o il midollo spinale, dove poi provoca l'infiammazione delle meningi.

Meningite virale

La meningite virale (chiamata anche meningite asettica) è la forma più diffusa di questa malattia ma fortunatamente anche quella più semplice da curare. Nella maggior parte dei casi è provocata dagli enterovirus, responsabili di infezioni dell'intestino non gravi, oppure dagli herpes virus, che dopo essere entrati nell'organismo non lo lasciano più, annidandosi in qualche cellula e causando quella che è nota come infezione latente, pronta a presentarsi a seconda delle circostanze e della tua sensibilità.

Più raramente, a provocare la meningite virale possono essere anche l'HIV, il virus responsabile della varicella e gli adenovirus.

Meningite batterica

La meningite batterica è contagiosa e, come ti ho giù spiegato, può rivelarsi anche letale, motivo per cui è importante ottenere una diagnosi rapida. Questa forma è causata principalmente da uno di questi batteri:

  • Neisseria meningitidis o meningococco: è presente nel naso e nella gola di circa un terzo della popolazione. Se sei fra queste persone, non preoccuparti: non rappresenta né un rischio per la salute, né una maggiore possibilità di ammalarti. Il portatore sano, però, è una delle principali vie di contagio, per il semplice fatto che non sa di avere il batterio e quindi non attuerà nessuna strategia di prevenzione. Esistono diversi tipi (sierogruppi) di meningococco e, fra questi, sei sono pericolosi per l'uomo. E sono: A,B,C, W135, Y e X. Anche se l'ultimo è molto raro. In Italia sono diffusi soprattutto il B e il C.
  • Streptococcus pneumoniae o pneumococco: si tratta di un batterio in realtà molto diffuso e presente nel 70% della popolazione. Come per il meningococco, però, il problema non si pone finché se ne resta tranquillo. Sono sempre le vie aeree a essere interessate e, oltre alla meningite, lo pneumococco può provocare anche polmonite o altre infezioni, fra le quali l'otite. È raro però che ci sia questo batterio all'origine dell'infiammazione delle meningi e, quando succede, non dà comunque inizio a nessuna epidemia.
  • Haemophilus influenzae o emofilo o Hi: fino agli anni '90 era molto conosciuto, perché era la causa principale di meningite batterica per i bambini al di sotto dei 5 anni. Poi è stato introdotto il vaccino contro il sierotipo che la provoca, l'Hib, e i casi si sono ridotti moltissimo. Di solito, comunque, il rischio di contagio non è elevato.
  • Staphylococcus aureus o stafilococco aureo: è un batterio che si trova comunemente sulla pelle della maggior parte delle persone ma può essere responsabile di infezioni a carico di vari apparati del corpo, tra cui proprio il sistema nervoso centrale in caso di meningite stafilococcica.

In rari casi, l'azione di uno di questi batteri, specialmente il meningococco, può dare vita alla meningite fulminante, ovvero un'evoluzione rapidissima della malattia che nel giro di 24 ore causa sintomi gravi come piccole emorragie dei vasi sanguigni che si manifestano sulla cute, convulsioni, alterazioni del livello di coscienza, difficoltà respiratorie e febbre alta. Le conseguenze di questa forma di meningite sono solitamente molto serie e vanno dal decesso a danni permanenti come epilessia, sordità o paralisi motorie.

Meningite fungina

È piuttosto raro che la meningite venga causata da un fungo: può accadere più facilmente in alcune circostanze particolari, ad esempio se fai uso di immunosoppressori, hai contratto l'AIDS o il tuo sistema immunitario è indebolito per qualsiasi ragione.

Tra i funghi coinvolti nell'infiammazione delle meningi ci sono il Cryptococcus, il Blastomyces, l'Histoplasma e il Coccidioides.

Meningite parassitica

In alcuni casi, meno frequenti rispetto all'origine virale o batterica, la meningite può essere causata dall'azione di parassiti che si possono trovare nelle feci, nello sporco, ma anche in alcuni alimenti animali, come pollame o pesce crudo.

Si tratta di una forma non trasmissibile attraverso il contatto tra persone e perlopiù provocata da parassiti come l'Angiostrongylus cantonensis, il Gnathostoma spinigerum o lo Schistosoma.

Meningite non infettiva

Come avrai già intuito dal nome, la meningite non infettiva non si presenta in seguito a un'infezione, bensì a causa di altri trattamenti o condizioni mediche, come ad esempio il lupus eritematoso sistemico, il cancro, ma anche in caso di procedure particolarmente invasive come le operazioni chirurgiche al cervello.

Quali sono i sintomi della meningite?

Almeno inizialmente, i sintomi della meningite sono piuttosto simili a prescindere dalla causa scatenante: in particolare, la forma virale e quella batterica potrebbero manifestarsi in maniera pressoché uguale, tanto che nemmeno il tuo medico riuscirà riconoscere il tipo di meningite che potresti aver sviluppato soltanto in base a questi segni.

Con il progredire della malattia, però, i sintomi si faranno più specifici e tenderanno a variare a seconda dell'età.

Meningite: i sintomi nei neonati e nei bambini piccoli

Se ad ammalarsi di meningite è un neonato o un bambino molto piccolo, i sintomi che potresti notare sono diversi da quelli degli adulti. In questi casi la malattia può manifestarsi con:

  • mancanza di appetito;
  • febbre alta, con mani e piedi freddi;
  • sonnolenza;
  • pianto continuo;
  • irritabilità;
  • rigidità del collo;
  • pallore;
  • nausea e vomito.

Meningite: i sintomi negli adolescenti e negli adulti

A partire dall'adolescenza fino all'età adulta, i sintomi della meningite diventano in genere più evidenti e comprendono:

  • mal di testa;
  • rigidità del collo;
  • febbre alta;
  • convulsioni;
  • confusione;
  • letargia;
  • calo dell'appetito;
  • nausea e vomito;
  • sensibilità eccessiva alla luce (fotofobia);
  • brividi.

Non c'è un ordine preciso nel quale queste manifestazioni potrebbero comparire, ma in ogni caso se avverti i sintomi che ti fanno pensare a una meningite dovresti andare dal medico al più presto, perché è importante capire il prima possibile di che forma si tratta. Se poi tuo figlio ha solo pochi mesi, presta particolare attenzione ai suoi comportamenti che possono cercare di comunicarti un disagio.

Può rimanere in incubazione fino a 10 giorni: fai attenzione a mal di testa e febbre

Ti starai chiedendo probabilmente dopo quanto tempo potrai notare i segni della meningite. Il tempo di incubazione è diverso a seconda della forma contratta: la meningite virale inizierà a manifestarsi entro una settimana dal momento dell'infezione, mentre i sintomi di quella quella batterica compariranno tra i 2 e i 10 giorni dal contagio. Per riconoscere una meningite da funghi, invece, potresti dover attendere solo qualche giorno oppure addirittura più di un mese.

Complicanze della meningite

Dopo averti parlato della pericolosità di alcune forme di meningite, è il momento di spiegarti con più precisione delle possibili complicazioni di questa malattia. Il rischio più grande è dato dalla possibilità che i batteri restino nel flusso sanguigno, si moltiplichino e rilascino tossine in grado di danneggiare i vasi sanguigni e, successivamente, i tessuti nervosi.

Tra le principali complicanze della meningite ci sono:

  • Setticemia o sepsi, ovvero una grave condizione causata dalla presenza nel sangue di agenti patogeni;
  • perdita dell'udito;
  • perdita della vista;
  • problemi di memoria;
  • artrite;
  • emicrania;
  • danni cerebrali;
  • mancanza di concentrazione;
  • disturbi dell'equilibrio e dell'apprendimento.

I rischi della meningite nei bambini

In età pediatrica la meningite batterica può essere molto pericolosa: fino a tre giorni dopo la nascita i neonati possono infatti rischiare un'infezione da parte dei batteri trasmissibili durante il parto, come ad esempio l'Escherichia Coli, il Listeria monocytogenes e lo Streptococco beta emolitico di gruppo B.

Se poi il tuo bambino è prematuro o nato con basso peso, può avere maggiori possibilità di contrarre la meningite per via dei batteri presenti in ospedale.

Terminato il periodo neonatale, il meningococco, il pneumococco e l'haemophilus influenzae sono gli agenti patogeni più pericolosi e che più frequentemente possono colpire i bambini con meno di 4 anni.

Diagnosi

Diagnosticare rapidamente la meningite non è un gioco da ragazzi, persino per un medico esperto. Come tu stesso avrai notato, i sintomi iniziali di questa malattia possono infatti ricordare altre patologie, anche una banale influenza.

Se ha dei sospetti, il tuo medico ti farà delle domande specifiche per capire se tu possa realmente avere la meningite

Se il tuo medico pensa che tu possa avere la meningite, allora ti sottoporrà per prima cosa a un esame obiettivo, ovvero una visita che cercherà di capire il tuo stato di salute con alcune domande specifiche, relative ai sintomi e alla loro comparsa, e alla frequentazione di persone con manifestazioni simili o di luoghi molto affollati. Successivamente, potrebbe prescriverti gli esami del sangue alla ricerca di segnali che indicano l'infiammazione delle meningi in corso.

L'esame decisivo per stabilire se veramente hai contratto la meningite è la puntura lombare, che permette di prelevare e analizzare il liquido cerebrospinale che si trova nell'area delle meningi. Questo test è in grado di fornire informazioni importanti sulla causa dell'infiammazione e offre indicazioni sul trattamento antibiotico da seguire.

Infine, test strumentali come l'Rx-torace e la TAC cerebrale potrebbero aiutare il medico a valutare le conseguenze della meningite al momento dello svolgimento dell'esame.

Come si cura la meningite?

Il trattamento della meningite deve essere avviato in tempi brevi, specialmente per le forme più gravi, al fine di evitare le conseguenze più serie come danni cerebrali o la morte.

Se ti ammali di meningite virale, solitamente i sintomi dovrebbero risolversi nel giro di circa una settimana, senza che tu debba ricorrere a particolari terapie ma semplicemente restando a letto e assumendo medicinali contro la cefalea o contro il vomito.

Il discorso è diverso quando l'infiammazione delle meningi è di origine batterica: in questo caso dovrai essere immediatamente ricoverato all'ospedale, dove verrai curato con antibiotici somministrati per via endovenosa. Sarà ovviamente il medico a stabilire il farmaco più adatto, anche in base al batterio che ha causato la meningite.

Il ricovero ospedaliero sarà necessario anche nei casi in cui la malattia è causata dai funghi. La terapia includerà la somministrazione di farmaci antifungini, ad esempio la fluctosina, sempre per via endovenosa.

Come prevenire la meningite

La meningite, soprattutto se di tipo batterico, si manifesta fra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. I soggetti più a rischio sono i bambini al di sotto dei 5 anni, gli anziani e le persone immunodepresse. Ma anche chi frequenta posti ad alta concentrazione di gente deve fare attenzione al contagio. Il che significa, praticamente tutti.

Lo strumento migliore di prevenzione è la vaccinazione, che può prevenire alcune forme di meningite batterica. In particolare, in Italia sono disponibili i vaccini contro il meningococco, l'haemophilus influenzae B, lo pneumococco e il vaccino MMR, che protegge contro morbillo, parotite e rosolia.

Esistono poi alcuni piccoli accorgimenti che puoi mettere in atto per limitare il rischio contagio. Ad esempio, non frequentare i posti sovraffollati. Ma trattandosi anche di classi scolastiche, uffici, supermercati e mezzi pubblici, non è poi così semplice.

Buone prassi sono quelle di cambiare l'aria di frequente, lavarsi spesso le mani ed evitare di toccarsi occhi e bocca con dita non pulite.

Esiste poi una profilassi antibiotica alla quale devi sottoporti nel caso tu sia entrato in contatto con una persona malata, durante i 7 giorni precedenti alle prime manifestazioni dei sintomi. E ricorda che si rimane contagiosi anche entro le successive 24 ore dall'inizio della cura.

Vaccino contro la meningite: quali fare e controindicazioni

Con il celebre decreto Lorenzin del 2017, le vaccinazioni obbligatorie per tutti i nuovi nati includono quelle contro l'haemophilus influenzae B, il meningococco B e il meningococco C.

Su Ohga ti abbiamo già parlato dell'importanza del vaccino contro la meningite, ma tieni presente che tra i possibili effetti collaterali successivi alla somministrazione ci sono reazioni allergiche anche gravi, che comprendono orticaria e difficoltà respiratorie, oltre a disturbi più leggeri come cefalea, malessere e febbre.

Prognosi

Avrai ormai imparato che gli effetti della meningite dipendono innanzitutto dalla causa e dalla rapidità con cui viene diagnosticata.

La meningite batterica è la forma più pericolosa, con maggiori probabilità di gravi ripercussioni o addirittura di morte, specialmente nei neonati o nei bambini molto piccoli e negli anziani.

Se è di origine fungina, la malattia può essere curata con un'apposita terapia e più raramente porta a serie conseguenze. La meningite virale, invece, tende di solito a risolversi piuttosto velocemente e non richiede ricovero ospedaliero o trattamenti specifici.

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto al dottor Albert Kasongo, medico vaccinatore presso il Centro medico Santagostino di Milano, a quali sintomi un genitore debba prestare maggior attenzione e quando sia il caso di portare il figlio al pronto soccorso:

"Quando si parla di meningite il problema è che diversi segni e sintomi sono simili a quelli dell'influenza, perciò è difficile elaborare una diagnosi immediata. Per un responso certo e definitivo ci si avvale degli esami del sangue e di alcuni accertamenti radiologici. Esiste però una triade più o meno caratteristica di questa patologia: il primo segnale è la febbre, accompagnata da mani e piedi freddi, la cefalea, ovvero il mal di testa, e la rigidità nucale, che si verifica quando il collo a livello della nuca appare teso e rigido. 

Sono soprattutto i sintomi neurologici, come mal di testa e rigidità nucale, che devono mettere in allerta, anche perché le meningi sono proprio delle membrane che ricoprono il sistema nervoso centrale. Di conseguenza, ogni sintomo che riguarda l'aspetto neurologico, come anche nausea, vomito, sensazione di confusione e irritabilità, incapacità di piegare la testa in avanti, convulsioni e crisi epilettiche sono manifestazioni che dovrebbero far portare subito il paziente al pronto soccorso. Altri sintomi evidenti sono poi l'inappetenza e la sonnolenza che, sebbene non siano neurologici, sono comunque indizi importanti di un problema di salute in atto."

Fonti| HumanitasMinistero della Salute; Istituto superiore di sanità

(Modificato da Alessandro Bai il 24-07-2020)

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