Avrai sentito sicuramente parlare della MERS, ovvero la sindrome respiratoria mediorientale, scatenata da un coronavirus, proprio un virus della stessa famiglia della SARS e del Covid-19, e che ha causato un’epidemia nel Medio Oriente nel 2012.
MERS è un acronimo che sta per Middle-East Respiratory Syndrome Coronavirus (MERS-CoV), ovvero sindrome respiratoria mediorientale, perché trattasi di un’infezione che si è concentrata principalmente in Arabia Saudita e in Giordania. La malattia si è diffusa a causa di un coronavirus, diverso ma affine a quello della SARS e del Covid-19. I coronavirus sono una grande famiglia di virus che possono causare malattie, principalmente infezioni respiratorie, negli esseri umani, che vanno dal comune raffreddore alla sindrome respiratoria acuta grave.
La MERS pare essere stata più comune tra gli uomini e più grave tra gli anziani e le persone con patologie croniche persistenti. Questo virus, che non è particolarmente virulento, si trasmette per contatto diretto, quindi con starnuti o toccando oggetti infetti. E, a differenza del nuovo coronavirus, le persone non sono contagiose finché non manifestano i sintomi.
I sintomi della MERS possono essere lievi, come raffreddore e un po’ di febbre, ma anche trasformarsi in una grave polmonite. Ci sono state persone infettate e completamente asintomatiche, proprio come per il Covid-19. I sintomi più frequenti, comunque, sono:
I sintomi solitamente compaiono dopo circa 5 giorni che l’infezione è stata contratta, ma in alcuni casi possono manifestarsi fino a 14 giorni dopo il contagio.
La causa della MERS è un coronavirus. Il MERS-CoV è un virus zoonotico, il che significa che viene trasmesso tra animali e poi fa il salto di specie per risultare contagioso tra le persone. Pare che gli animali che hanno dato il via a questa infezioni siano stati i dromedari malati, presenti in Egitto, Oman, Qatar, Arabia Saudita e anche Asia meridionale.
È possibile inoltre che esistano altri serbatoio naturali. Sono stati fatti degli esami su capre, mucche, pecore, bufali, suini e uccelli selvatici, ma non è stato trovato nulla. Il MERS-CoV non è particolarmente contagioso e per diffondersi da uomo a uomo deve esserci uno stretto contatto, come quello tra medico e assistito, per questo motivo si è diffuso soprattutto tra i pazienti, gli operatori sanitari (che non si sono protetti con gli appositi sistemi di sicurezza) e i familiari.
La diagnosi di MERS si può ottenere eseguendo degli esami di laboratorio: sono necessarie analisi dei liquidi corporei provenienti dalle vie respiratorie ed esami del sangue per rilevare il virus o gli anticorpi contro il virus. La prova di essere stati contagiati la si può avere con questi tre esami:
Purtroppo, non esiste nessun vaccino o trattamento specifico per MERS, tuttavia ci sono diversi vaccini per MERS in fase di sviluppo. Il trattamento è di supporto e basato sulle condizioni cliniche di una persona.
La cura, come ti ho anticipato, non esiste. Si possono somministrare dei farmaci per alleviare la sintomatologia. Nei casi lievi potrebbero essere sufficienti paracetamolo o FANS, come l’ibuprofene. È molto importante isolare il paziente, per evitare il diffondersi della malattia. E se subentra un’insufficienza respiratoria, probabilmente è necessario un ricovero in terapia intensiva per aiutare il malato con sistema di ventilazione. Ovviamente, per assistere un infetto è necessario prendere delle precauzioni e indossare mascherina respiratoria, occhiali protettivi, camice, cuffia e guanti.
Il MERS-CoV è un virus molto pericoloso. Per fortuna non è contagioso come l’attuale Covid-19, ma ha una mortalità elevatissima. Ci sono stati 2.499 casi con 858 vittime, per cui il tasso di mortalità sembra pari al 34%.
L’epidemia di MERS ti sembrerà una storia vecchia, invece si è conclusa pochi anni fa e comunque resta un nemico non ancora sconfitto dalla medicina. È scoppiata nell’aprile del 2012 e si risolta completamente il 13 ottobre 2015, quando dopo tre mesi non sono più stati notificati nuovi casi di infezione.
L’esordio e il maggior numeri di contagi (80%) è avvenuto in Arabia Saudita, ma la malattia sia è diffusa in ben 27 Paesi (Algeria, Austria, Bahrain, Cina, Egitto, Francia, Germania, Giordania, Grecia, Repubblica islamica dell'Iran, Italia, Kuwait, Libano, Malesia, Paesi Bassi, Oman, Filippine, Qatar, Repubblica di Corea, Thailandia, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti e Yemen).
I casi identificati al di fuori del Medio Oriente sono persone che sono state infettate in Medio Oriente, magari durante un viaggio. In rare occasioni, si sono verificati piccoli focolai in aree lontane dall’epidemia. Ci sono stati alcuni casi anche in Italia: il primo è stato di un cittadino straniero di 45 anni residente in Toscana, ma reduce da un viaggio di un mese e mezzo in Giordania, e nei mesi successivi ci sono stati un’altra dozzina di malati a Firenze, per fortuna senza gravi conseguenze.
Fonte| Oms