Mezza tazza di noci e tieni a bada il colesterolo cattivo

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista di punta dell’American Heart Association ha dimostrato che un consumo continuo di noci, a distanza di due anni, avrebbe garantito una riduzione dei livelli del colesterolo LDL, in media di 4,3 mg/dL, e del colesterolo totale in media di 8,5 mg/dL.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 3 Settembre 2021
* ultima modifica il 04/10/2021

Se ti stai domandando qual è la via più semplice, veloce e, perché no, anche più gustosa per prenderti cura della tua salute cardiovascolare, ecco la risposta che non t’aspettavi: le noci.

L’ha scoperto un gruppo di ricercatori internazionali indagando se il consumo di questo particolare frutto secco, particolarmente ricco di acidi grassi omega-3 (acido alfa-linolenico), contribuisse effettivamente a un invecchiamento sano.

Analizzando i dati ottenuto dopo 2 anni di monitoraggio su oltre 700 pazienti, gli scienziati hanno notato che mezza tazza di noci consumata ogni giorno aiuterebbe ad abbassare i livelli del LDL, ovvero il colesterolo cattivo.

Da maggio 2012 a maggio 2016 hanno coinvolto 708 partecipanti tra i 63 e i 79 anni (e con il 68% di donne) provenienti da Barcellona e Loma Linda, in California.

Tutti i partecipanti sono stati divisi in due gruppi e a uno solo è stata assegnata una razione giornaliera di noci. Come hanno descritto sulla rivista di punta dell'American Heart Association, i ricercatori hanno testato i livelli di colesterolo dei partecipanti a due anni di distanza, oltre alla concentrazione e alla dimensione delle lipoproteine mediante la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare.

I risultati hanno dato ragione alle noci. I partecipanti del gruppo “attivo” e quindi cui era stata assegnata la razione di frutta secca avevano livelli di colesterolo LDL più bassi – in media di 4,3 mg/dL, e il colesterolo totale era abbassato in media di 8,5 mg/dL.

Il consumo giornaliero di noci, inoltre, aveva ha ridotto il numero di particelle LDL totali del 4,3% e le particelle LDL piccole (e più spesso associate all'aterosclerosi, alle placche o ai depositi di grasso nelle arterie) del 6,1%.

Questi cambiamenti nella concentrazione e nella composizione delle particelle LDL sono strettamente connessi a un minor rischio di malattie cardiovascolari.

Fonte | American Heart Association

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.