La sigla MGUS forse non ti dirà nulla. Identifica una patologia nota come Gammopatia monoclonale di significato incerto (Monoclonal Gammopathy of Undetermined Significance, in inglese). Nella maggior parte dei casi non richiede un trattamento, ma se ne soffri dovrai prestare più attenzione alla prevenzione: ha una piccola probabilità di evolvere in un mieloma multiplo, un tumore del sangue molto aggressivo. Uno studio internazionale guidato dall'Italia ha provato a spiegare come si attivi questo meccanismo e ha individuato alcuni possibili elementi che potrebbero predire questo esito, ma mancano ancora risultati definitivi. Proviamo allora a capire meglio di cosa stiamo parlando.
La Gammopatia Monoclonale di Significato Indeterminato, anche chiamata MGUS, è un disordine proliferativo clonale degli elementi cellulari linfoidi di natura plasmacellulare. Questa definizione ti sembrerà molto complessa, ma stiamo parlando di una patologia che vede crearsi un accumulo di anticorpi monoclonali, chiami anche proteine M, che vengono prodotti da cellule in un certo senso anomale o alterate.
È importante però specificare che stiamo ancora parlando di uno stadio pre-canceroso non di un vero e proprio tumore. Nello specifico le plasmacellule sono quelle cellule che dividendosi formano dei loro cloni e derivano dalle cellule B (linfociti B), un tipo di globuli bianchi che normalmente produce anticorpi (immunoglobuline).
Gli anticorpi non sono altro che proteine, essenziali all'organismo per far sì che abbia tutti gli strumenti per combattere le infezioni. Se una singola plasmacellula si moltiplica in modo eccessivo, il gruppo di cellule geneticamente identiche, ossia quelle che chiamiamo cloni, produce una grande quantità di un solo tipo di anticorpi. Poiché è costituito da un singolo clone, questo anticorpo viene chiamato anticorpo monoclonale, noto anche come proteina M. Chi possiede la proteina M in grandi quantità spesso riporta bassi livelli di altri anticorpi e di conseguenza è più facile che si ammali e contragga infezioni.
Difficilmente questo problema ti verrà scoperto a causa di sintomi specifici o particolari, ma molto più facilmente verrà alla luce per esami di laboratorio in cui è stato richiesto il dosaggio delle proteine nel sangue. In ogni caso, cosa potresti avvertire come segnale di questa patologia? Ecco qualche piccolo sintomo:
Non sappiamo dirti perché, ma più o meno in un quarto dei soggetti con questo disturbo, si osserva una progressione in forme tumorali, come il mieloma multiplo, ma anche la macroglobulinemia o il linfoma a cellule B. È un percorso che non siamo in grado di prevenire o prevedere, anche se i controlli periodici di sangue e urine permettono di individuarlo più rapidamente. Ecco perché è importante puntare sulla prevenzione.
Non è possibile capire prima se la MGUS rimarrà tale o se rischierà di evolvere in tumore. Tramite esami del sangue e controlli sull’urina si può eseguire una diagnosi precisa, ma che andrà poi periodicamente controllata per tenere monitorati i livelli di proteina M.
È importante però ricordarti che esiste un sistema che assegna a chi ne soffre una sorta di “pass” che misura il rischio di evoluzione della malattia in una scala di quattro livelli:
Più o meno, la percentuale di chi vedrà un aumento di paraproteine è pari al 10%, mentre quella di chi vedrà la malattia mutare ed evolversi in mieloma multiplo, Amiloidosi, Macroglobulinemia di Waldstrom o altra sindrome mieloproliferativa è del 30%.
Se ti è stato diagnosticato questo problema devi sapere che non è necessario ricorrere immediatamente a una terapia specifica, la cosa essenziale è che con gli esami appropriati e con una frequenza di circa 3-6 mesi tu e il tuo medico possiate monitorare il decorso e verificare eventuali sviluppi.
Fonti| Humanitas