Modena, lo salvano da un tumore rarissimo e inoperabile ricostruendo in 3D sterno e torace: è la prima volta in Italia

Un uomo di 43 anni era stato colpito da un seminoma primitivo del mediastino, rarissima patologia neoplastica maligna con pochi casi in letteratura scientifica e in questo caso considerata inoperabile. Tre équipe di chirurghi modenesi sono però riusciti a rimuovere la massa e a ricostruire sterno e torace con protesi stampate in 3D e costruire con materiali biocompatibili anti-rigetto.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 30 Agosto 2024
* ultima modifica il 30/08/2024

Contro un tumore maligno ed estremamente raro che si era impossessato dello sterno, di parte del torace sinistro e dei suoi grossi vasi serviva l’impossibile.

Per salvare un uomo di 43 anni e restituirgli la stessa qualità di vita di quando tra le mani non aveva ancora la diagnosi di seminoma primitivo del mediastino, era necessario insomma tentare qualcosa che in Italia non era mai stato fatto prima.

Ovvero asportagli quella massa giudicata inoperabile a causa della sua invasività e ricostruirgli parte dello sterno e del torace con delle protesi disegnate appositamente per lui, stampate in 3D e costruite con materiale biocompatibile.

È esattamente ciò che sono riuscite a portare a termine équipe mediche dell’Ospedale Civile di Baggiovara, dell’Hesperia Hospital di Modena e del Policlinico di Modena, concludendo con successo un intervento record che ha davvero pochi eguali a livello mondiale.

Il paziente si era rivolto all’Ospedale Civile circa un anno fa, a causa di una tumefazione anteriore dell’emitorace destro, sotto cui la TAC aveva scovato una voluminosissima massa tumorale del mediastino profondamente infiltrante la parete toracica, lo sterno, i grossi vasi toracici ed il cuore.

Il primo sospetto dei medici è stato che si trattasse di una forma di linfoma ma la successiva biopsia chirurgica ha evidenziato che quella massa era invece un meminoma primitivo del mediastino: una rarissima patologia maligna, con pochi casi descritti nella letteratura scientifica.

“Il chirurgo plastico ha isolato e predisposto due lembi muscolari vascolarizzati rispettivamente a sinistra il muscolo pettorale a destra il grande dorsale, che, basculati sul loro peduncolo artero-venoso hanno ricoperto completamente la struttura protesica sintetica proteggendola dalla esposizione e dalle infezioni” ha spiegato il prof. Giorgio De Santis, direttore della Chirurgia Plastica del Policlinico di Modena.

A quel punto la TAC di controllo aveva messo mostrato che la massa, nonostante stesse ancora infiltrando lo sterno, parte dell’emitorace destro e sinistro ed i grossi vasi del torace, aveva comunque ridotto le proprie dimensioni, e si poteva quindi asportare.

Non si sarebbe comunque trattato di un intervento semplice perché era necessario rimuovere il tumore resecando parte dello sterno, della parete toracica anteriore, giungendo a stretto contatto con il pericardio, il cuore, l’aorta ed i grossi vasi del torace per poi ripristinare il “vuoto” lasciato dalla resezione e ridare integrità e rigidità alla parete toracica.

Così, i chirurghi hanno pensato all’impossibile e hanno realizzato una protesi 3d ad hoc e costruita con materiali biocompatibili in grado di non creare problemi di rigetto all’organismo del paziente stesso.

Il team AOU Modena – Hesperia al termine dell’intervento. Photo credit: Aou Modena.

L’uomo è stato così trasportato in sala operatoria, uscendone dopo oltre 7 ore di intervento durante le quali i chirurghi hanno prima isolato il muscolo pettorale di sinistra e il muscolo gran dorsale di destra per ricoprire la protesi in titanio, evitando che questa decombesse direttamente su sottocute e cute del paziente.

A quel punto hanno poi provveduto con l’asportazione radicale del tumore dal torace, insieme ad un’ampia porzione di pericardio e polmone invasi.

“Il pericardio veniva ricostruito con una protesi, per evitare possibili erniazioni del cuore. L’ampia breccia toracica veniva poi ricoperta da una placca di materiale non riassorbibile, al di sopra della quale veniva posizionata la protesi sternale in titanio, ancorata ai lembi costali ed alle due clavicole precedentemente resecati” ha continuato il dottor Alberto Albertini, Cardiochirurgia Hesperia Hospital.

Dopo soli 8 giorni, l’uomo è stato dimesso in perfette condizioni ed è tornato in Puglia con la sua famiglia. E con la vita che aveva prima di ricevere la diagnosi.

Fonte | Aou di Modena 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.