Modena, per la prima volta al mondo individuato il meccanismo immunologico della vasculite da Covid-19

La scoperta è figlia di un gruppo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Lo studio ha individuato che nei vasi sanguigni degli infetti da Coronavirus si crea una deposizione di molecole che sono espressione di un legame tra gli antigeni e gli anticorpi: questa condizione causerebbe lo stato infiammatorio, la produzione di interluchina 6, coinvolta nella tempesta di citochine, e la risposta immunitaria anomala.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Giugno 2020
* ultima modifica il 04/08/2021

L’infezione da Coronavirus può causare una vasculite? Può dunque provocare un’infiammazione dei vasi sanguigni così grave che può portare alla morte dei pazienti più debilitati o di quelli più predisposti ad una forma aggressiva della malattia? La risposta sembra essere affermativa e viene fornita da un nuovo studio portato a termine dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e pubblicato sulla rivista Clinical Immunology. Prendendo in esame una serie di tessuti vascolari ottenuti da un intervento su un paziente colpito da seri problemi circolatori, il team guidato dal dottor Luca Roncati è riuscito per la prima volta al mondo ad indagare il meccanismo immunologico che regola questa incontrollabile infiammazione dei vasi sanguigni.

La scoperta

La vasculite è un’infiammazione severa dei vasi del sangue che può creare importanti danni a livello cardiocircolatorio. Forse non lo sai, ma le cause sono per lo più autoimmuni oppure possono dipendere anche da stimoli antigenici legati quindi a particolari proteine antigeniche che attivano in modo anomalo il sistema immunitario. Ma un’alta incidenza di vasculiti è stata registrata anche in pazienti infettati da Sars-Cov-2, con esiti purtroppo poco felici. Così il team del dottor Roncati ha iniziato a riflettere su una possibile correlazione fra il virus e la vasculite. Il punto di partenza è stata l’analisi dei primi strisci di sangue periferico provenienti da 15 pazienti ospedalizzati e SARS-CoV-2 positivi: questi, spiega il dottor Roncati nella nota diffusa anche dalla Regione Emilia Romagna, mostravano una particolare risposta immunitaria, detta T-helper 2, finalizzata ad attivare anche la produzione di anticorpi.

Le intuizioni sono state così traslate alla vasculite da Covid-19 e in questo modo i ricercatori hanno scoperto che un legame esiste. In caso di infezione, infatti, si verifica una reazione da ipersensibilità dovuta alla deposizione, nelle pareti dei vasi sanguigni, di molecole che sono espressione di un legame tra gli antigeni (le molecole che l'organismo riconosce come estranee) e gli anticorpi. Questa condizione provoca così uno stato infiammatorio a cui segue un rilascio di interleuchina 6, una delle molecole, come saprai, coinvolte nella famosa tempesta di citochine che in questi mesi hai imparato, purtroppo, a conoscere. L’eccessiva risposta immunitaria porta il sistema di difesa del tuo corpo ad autocombattersi e quindi ad autodanneggiarsi. A questo segue poi un richiamo infiammatorio con la conseguente attivazione della cosiddetta “cascata del complemento”, legata a una particolare frazione chiamata C3, che si attiva quando l’organismo individua la presenza di cellule batteriche o di complessi di antigene e anticorpi. Puoi capire dunque che conoscere il meccanismo immunologico dietro alla vasculite da Coronavirus, quindi, potrebbe aprire allo sviluppo di farmaci inibitori della frazione C3 del complemento che potrebbero portare a nuovi approcci terapeutici concreti nei pazienti affetti da una forma aggressiva di Covid-19.

Fonti | "Type 3 hypersensitivity in COVID-19 vasculitis" pubblicata sulla rivista Clinical Immunology; Regione Emilia Romagna

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.