Nel 2017 oltre 5.300 persone sono state colpite dal morbillo. L’anno successivo in Italia ne sono state colpite meno della metà, per la precisione 2.526. Quasi l'80% dei casi del 2018 si è concentrato in Sicilia, Campania, Lazio, Calabria e Lombardia e l'età media è stata di 25 anni. Sono i dati riportati dall’ultimo bollettino Morbillo & Rosolia News pubblicato dall'Istituto superiore di sanità (Iss), che evidenziano come per quanto il morbillo colpisca prevalentemente i bambini, quasi un quinto dei casi totali (488) si è avuto in bambini con meno di 5 anni, anche gli adulti non ne sono immuni.
Il morbillo è una malattia infettiva, molto contagiosa, causata da un virus che appartiene alla famiglia dei Paramixovirus, del genere Morbillivirus. Come detto poco sopra, colpisce soprattutto i bambini, ma anche gli adulti che non si sono mai ammalati di morbillo quando erano piccoli o che non sono mai stati vaccinati, possono prenderlo anche in forma grave.
I sintomi del morbillo variano a seconda delle fasi della malattia. Le fasi possono essere tre: prodromica, esantematica e di convalescenza.
La fase prodromica dura da tre a cinque giorni. I sintomi che si manifestano sono: lacrimazione e bruciore agli occhi, tosse secca, raffreddore e temperatura alta anche fino ai 39-40°C. È in questa fase che compare l’esantema, ossia delle prime chiazze rosse sulla lingua e sul palato. In alcuni casi, uno o due giorni prima dell’esantema, si possono notare anche delle piccole macchie bianche nella bocca in corrispondenza dei molari: sono davvero piccole e tendono a scomparire non appena compare l’esantema.
Quattordici giorni dopo il contagio si manifesta l’eruzione cutanea. È la fase esantematica, il momento in cui compaiono delle macchie (maculo-papule), prima dietro le orecchie e sulla fronte, poi nei successivi due o tre giorni sul volto, sul collo, sul tronco e su gambe e braccia. Le prime macchie che compaiono sono tondeggianti e di colore rosa chiaro, poi diventano di forma più irregolare e assumono un colore rosso cupo.
Cinque, sei giorni dopo l’inizio dell’esantema, la malattia volge al termine con la fase di convalescenza: la febbre diminuisce rapidamente, le condizioni di salute migliorano e l’esantema inizia ad attenuarsi gradualmente, partendo dalla testa fino alle estremità.
Per il morbillo non esiste una terapia specifica. Oltre al paracetamolo per tenere sotto controllo la febbre e qualche sedativo per la tosse, non si somministra altro. Solo nei casi più gravi si possono somministrare, solo su prescrizione medica, degli antibiotici. Il morbillo è molto contagioso: il bambino andrebbe isolato almeno per cinque giorni dall’inizio dell’esantema, anche se è già contagioso già dal quinto giorno di incubazione della malattia.
Il morbillo si trasmette per contatto diretto. Basta uno starnuto o un colpo di tosse perché il virus sia trasmesso da una persona all’altra, attraverso le vie respiratorie superiori o la congiuntiva degli occhi.
Abbiamo sentito il parere sull'argomento del Dott. Massimo Luca Castellazzi, Medico Chirurgo, Specialista in Pediatria: "Il morbillo è una malattia infettiva altamente contagiosa causata da un virus, il Paramyxovirus, del genere Morbillivirus. Il morbillo, nonostante la prognosi sia solitamente buona, non è una malattia da sottovalutare perché può essere associata allo sviluppo di complicanze quali la diarrea, l’otite, la polmonite (provocata dal virus stesso o da una sovrainfezione batterica), le convulsioni e gravi infezioni del sistema nervoso. Da non sottovalutare è anche la panencefalite sclerosante subacuta (PESS), provocata dalla persistenza del virus nel sistema nervoso per diversi anni e associata a un progressivo deterioramento neurologico. In alcuni casi il morbillo può persino provocare la morte del paziente. In particolare i soggetti più a rischio di infezione grave sono le donne in gravidanza (a rischio di aborto o di parto prematuro), i lattanti e i soggetti immunodepressi.
Ad oggi non esiste una terapia specifica per questa malattia infettiva. Il trattamento infatti si basa essenzialmente sul riposo e sugli antipiretici. Ma possiamo prevenirla efficacemente con la vaccinazione, offerta come vaccino trivalente con morbillo-parotite-rosolia oppure quadrivalente (a cui si aggiunge la varicella). Si tratta di un vaccino sicuro ed efficace. Gli effetti collaterali più comuni sono la febbre e il dolore in sede di iniezione, mentre sono molto rare reazioni più importanti. Nello specifico, viene praticata una prima dose di vaccino tra i 12 e i 15 mesi di vita a cui segue un richiamo a 5-6 anni di vita, al fine di confermare la memoria immunitaria. Due dosi di vaccino sono anche raccomandate negli adolescenti e negli adulti che non hanno avuto la malattia o che non sono mai stati vaccinati in precedenza. Raggiungere un’adeguata copertura vaccinale nella popolazione è importante per instaurare la cosiddetta immunità di gregge in cui, grazie a una riduzione della circolazione del virus, si proteggono anche quelle categorie a rischio che non possono ricevere la vaccinazione e in cui la malattia può avere un decorso molto grave".
Fonte | Bollettino Morbillo & Rosolia News, pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità il 31/01/2019