Morbillo: i sintomi, come si cura e il vaccino

Compare soprattutto tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Tende a colpire a ondate, per cui si registrano dei picchi molto alti alternati a una bassa manifestazione della malattia. Il morbillo è una malattia molto contagiosa, colpisce soprattutto i bambini, ma non risparmia gli adulti. Ecco perchè ne viene sempre raccomandata la vaccinazione.
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Gaia Cortese 2 Luglio 2019
* ultima modifica il 12/06/2020
Con la collaborazione del Dott. Massimo Luca Castellazzi Medico chirurgo specialista in Pediatria

Nel 2017 oltre 5.300 persone sono state colpite dal morbillo. L’anno successivo in Italia ne sono state colpite meno della metà, per la precisione 2.526. Quasi l'80% dei casi del 2018 si è concentrato in Sicilia, Campania, Lazio, Calabria e Lombardia e l'età media è stata di 25 anni. Sono i dati riportati dall’ultimo bollettino Morbillo & Rosolia News pubblicato dall'Istituto superiore di sanità (Iss), che evidenziano come per quanto il morbillo colpisca prevalentemente i bambini, quasi un quinto dei casi totali (488) si è avuto in bambini con meno di 5 anni, anche gli adulti non ne sono immuni.

Cos’è il morbillo

Il morbillo è una malattia infettiva, molto contagiosa, causata da un virus che appartiene alla famiglia dei Paramixovirus, del genere Morbillivirus. Come detto poco sopra, colpisce soprattutto i bambini, ma anche gli adulti che non si sono mai ammalati di morbillo quando erano piccoli o che non sono mai stati vaccinati, possono prenderlo anche in forma grave.

Quali sono i sintomi

I sintomi del morbillo variano a seconda delle fasi della malattia. Le fasi possono essere tre: prodromica, esantematica e di convalescenza.

La fase prodromica dura da tre a cinque giorni. I sintomi che si manifestano sono: lacrimazione e bruciore agli occhi, tosse secca, raffreddore e temperatura alta anche fino ai 39-40°C. È in questa fase che compare l’esantema, ossia delle prime chiazze rosse sulla lingua e sul palato. In alcuni casi, uno o due giorni prima dell’esantema, si possono notare anche delle piccole macchie bianche nella bocca in corrispondenza dei molari: sono davvero piccole e tendono a scomparire non appena compare l’esantema.

Quattordici giorni dopo il contagio si manifesta l’eruzione cutanea. È la fase esantematica, il momento in cui compaiono delle macchie (maculo-papule), prima dietro le orecchie e sulla fronte, poi nei successivi due o tre giorni sul volto, sul collo, sul tronco e su gambe e braccia. Le prime macchie che compaiono sono tondeggianti e di colore rosa chiaro, poi diventano di forma più irregolare e assumono un colore rosso cupo.

Cinque, sei giorni dopo l’inizio dell’esantema, la malattia volge al termine con la fase di convalescenza: la febbre diminuisce rapidamente, le condizioni di salute migliorano e l’esantema inizia ad attenuarsi gradualmente, partendo dalla testa fino alle estremità.

Come si cura

Per il morbillo non esiste una terapia specifica. Oltre al paracetamolo per tenere sotto controllo la febbre e qualche sedativo per la tosse, non si somministra altro. Solo nei casi più gravi si possono somministrare, solo su prescrizione medica, degli antibiotici. Il morbillo è molto contagioso: il bambino andrebbe isolato almeno per cinque giorni dall’inizio dell’esantema, anche se è già contagioso già dal quinto giorno di incubazione della malattia.

Come si trasmette

Il morbillo si trasmette per contatto diretto. Basta uno starnuto o un colpo di tosse perché il virus sia trasmesso da una persona all’altra, attraverso le vie respiratorie superiori o la congiuntiva degli occhi.

Il parere dell'esperto

Abbiamo sentito il parere sull'argomento del Dott. Massimo Luca Castellazzi, Medico Chirurgo, Specialista in Pediatria: "Il morbillo è una malattia infettiva altamente contagiosa causata da un virus, il Paramyxovirus, del genere Morbillivirus. Il morbillo, nonostante la prognosi sia solitamente buona, non è una malattia da sottovalutare perché può essere associata allo sviluppo di complicanze quali la diarrea, l’otite, la polmonite (provocata dal virus stesso o da una sovrainfezione batterica), le convulsioni e gravi infezioni del sistema nervoso. Da non sottovalutare è anche la panencefalite sclerosante subacuta (PESS), provocata dalla persistenza del virus nel sistema nervoso per diversi anni e associata a un progressivo deterioramento neurologico. In alcuni casi il morbillo può persino provocare la morte del paziente. In particolare i soggetti più a rischio di infezione grave sono le donne in gravidanza (a rischio di aborto o di parto prematuro),  i lattanti e i soggetti immunodepressi.

Ad oggi non esiste una terapia specifica per questa malattia infettiva. Il trattamento infatti si basa essenzialmente sul riposo e sugli antipiretici. Ma possiamo prevenirla efficacemente con la vaccinazione, offerta come vaccino trivalente con morbillo-parotite-rosolia oppure quadrivalente (a cui si aggiunge la varicella). Si tratta di un vaccino sicuro ed efficace. Gli effetti collaterali più comuni sono la febbre e il dolore in sede di iniezione, mentre sono molto rare reazioni più importanti. Nello specifico, viene praticata una prima dose di vaccino tra i 12 e i 15 mesi di vita a cui segue un richiamo a 5-6 anni di vita, al fine di confermare la memoria immunitaria. Due dosi di vaccino sono anche raccomandate negli adolescenti e negli adulti che non hanno avuto la malattia o che non sono mai stati vaccinati in precedenza. Raggiungere un’adeguata copertura vaccinale nella popolazione è importante per instaurare la cosiddetta immunità di gregge in cui, grazie a una riduzione della circolazione del virus, si proteggono anche quelle categorie a rischio che non possono ricevere la vaccinazione e in cui la malattia può avere un decorso molto grave".

Fonte | Bollettino Morbillo & Rosolia News, pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità il 31/01/2019

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