Dopo 17 mesi una piccola neonata piemontese può già raccontarne di storie. Inizierebbe da quella dell’ernia diaframmatica, una rarissima e grave patologia che l’ha fatta nascere con l'intestino al posto di un polmone. E potrebbe continuare poi con l’infezione da Coronavirus, che la piccola ha conosciuto e vinto durante il suo ricovero nel reparto di Pneumologia pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino mentre attendeva che un donatore compatibile potesse regalarle il proprio fegato: una malattia epatica colestatica aveva colpito il suo, ingrossandolo e comprimendole il torace. Ma andiamo con ordine.
La storia della piccola neonata è iniziata attorno alla ventesima settimana di gravidanza. Durante un controllo, l’esito di un'ecografia aveva lasciato pochi dubbi alla mamma, che sul referto aveva letto della presenza di un’ernia diaframmatica congenita.
Si tratta di una rara malformazione in cui l’intestino può cambiare posizione all’interno del corpo del feto spostandosi nel torace fino a compromettere il regolare sviluppo dei polmoni.
La gravidanza è stata quindi monitorata fino al novembre del 2019, quando la piccola è stata data alla luce. Ha passato due giorni nei reparti di rianimazione pediatrica dell’ospedale Regina Margherita e poi è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico di correzione dell’ernia diaframmatica.
L’operazione è andata a buon fine ma la piccola non era ancora salva. Erano sopraggiunte altre problematiche e fino al marzo 2020 è rimasta ricoverata in Rianimazione. Mentre i mesi passavano, però, il corpo della piccola non aveva ancora finito di ribellarsi e nel giro di poco si è rifatto sentire provocandole una malattia epatica colestatica.
La patologia aveva causato una una progressiva insufficienza epatica e l'abnorme ingrossamento del fegato che, continuando ad espandersi, comprimeva sempre di più il torace.
La soluzione era una sola e prevedeva l’inserimento della piccola neonata in lista d’attesa per un trapianto di fegato. Mentre aspettava un organo idoneo, fuori la pandemia aveva invaso l’Italia, al punto che il virus era riuscito anche a valicare le porte dell’ospedale e a far visita alla piccola.
Sars-CoV-2 tuttavia non ha lasciato strascichi e alla fine la neonata, nel novembre 2020, è riuscita a ricevere il fegato ideale, proveniente da un donatore anch'esso reduce dal Covid-19. È stata così portata finalmente in sala operatoria e anche il trapianto è andato secondo i piani.
Ora è solo una questione di giorni, poi arriverà il momento della dimissione: dopo un anno e cinque mesi di ricovero, due operazioni e il virus la piccola è pronta a (ri)partire.
Fonte | Ansa