Nasce «Voice for Purpose», il progetto per donare la propria voce a chi l’ha persa a causa della Sla

«Voice for Purpose» è un progetto dell’Università Campus Bio-Medico di Roma che mira a restituire alle persone colpite da Sla la capacità di comunicare attraverso una voce artificiale umana donata letteralmente da chiunque voglia aderire all’iniziativa.
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Kevin Ben Alì Zinati 8 Febbraio 2023
* ultima modifica il 08/02/2023

La voce è parte di noi, è lo specchio della nostra identità eppure c’è chi la sottovaluta, chi la dà per scontata e chi addirittura vuole spegnere quella di qualcun altro.

Poi però c’è chi la voce non ce l’ha più: perché una malattia gli impedisce di parlare in modo naturale e fluido oppure perché una patologia progressiva gliel’ha strappata via del tutto.

Succede, per esempio, a chi è colpito da Sclerosi Laterale Amiotrofica. Quando questa malattia neurodegenerativa progredisce, arriva a compromettere la capacità di comunicare in autonomia al punto che, spesso, chi ne è affetto finisce per rimanere senza la parola.

La voce però è lo strumento con cui diciamo – a volte urliamo – al mondo chi siamo. Tutti dobbiamo averne una: se non può essere la nostra, che sia quella di qualcun altro a parlare per noi.

Con questo spirito è nato «Voice for Purpose», un progetto che mira a restituire alle persone colpite da Sla la possibilità di comunicare attraverso una voce artificiale calda, umana, «vera» donata letteralmente da persone «vere».

Messo a punto dall’Università Campus Bio-Medico di Roma con la collaborazione dei Centri Clinici NeMO, Nemo Lab, Translated, Dream On e AISLA, «Voice for Purpose» è una piattaforma di tecnologia digitale, un vero e proprio database da cui le persone che hanno perso il proprio eloquio potranno scegliere la voce che più li colpisce fra tutte quelle che verranno donate da persone di tutto il mondo e farla diventare la propria, utilizzandola per comunicare attraverso software di intelligenza artificiale.

Ad oggi il progetto tutto italiano, appena inaugurato in una conferenza stampa che ha visto il plauso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro della Salute Orazio Schillaci, ha già raccolto 250 voci, tra cui quella inconfondibile di Pino Insegno, tra i più noti attori e doppiatori del nostro cinema.

Come sai, la SLA è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, ovvero quelle cellule del sistema nervoso centrale deputate al movimento dei muscoli volontari. Durante la sua progressione può portare a una paralisi progressiva delle braccia, delle gambe e anche di tutto l’apparato respiratorio e quindi fonatorio.

Problemi di respirazione, infatti, possono alterare la comunicazione orale che può quindi risultare lenta, confusa e inceppata oppure anche debole e monotona. Alla lunga, la sclerosi laterale amiotrofica può finire per compromettere del tutto le capacità di linguaggio di chi ne soffre.

Grazie a «Voice for Purpose» però il silenzio potrebbe durare poco. Il progetto infatti è aperto a chiunque voglia donare la propria voce: basta accedere alla piattaforma, creare un profilo personale e registrare la propria voce leggendo un breve messaggio. Il potenziale donatore verrà quindi contattato nel momento in cui la sua voce sarà selezionata da una persona che l’ha ascoltata, amata e scelta per farla diventare «propria».

Questa libreria di voci ha un doppio valore perché non restituirà solo l’eloquio a chi lo aveva perso ma permetterà anche di registrare e salvare la propria voce a tutto coloro che vorranno farlo di modo che se in futuro una malattia dovesse minacciarla, nessuno sarà più costretto a parlare con una voce metallica.

Niente più voce sintetizzata e robotica, insomma: le patologie neurovegetative come la Sla non spegneranno più le voci umane, vere, calde. Le voci che oltrepassano tutte le barriere e arrivano dritte al cuore.

Fonte | Università Campus Bio-Medico di Roma

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.