Nate unite per la testa, ora due gemelline pakistane possono vivere separate: merito di una maratona chirurgica di 14 ore

Mirha e Minal ono due gemelline di origini pakistane che quasi un anno fa erano nate craniopaghe, dunque unite per la testa. Condividevano dunque cranio, vasi sanguigni e tessuto cerebrale vitali. Trasferite in Turchia, sono state operate da un team di 60 professionisti che sono riusciti a separare con successo.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Settembre 2024
* ultima modifica il 25/09/2024

Dopo un anno insieme, sarebbe stato complicato separarsi ora. Ma il rapporto tra sorelle è così, forte e inscindibile a prescindere dal tempo, e quello tra gemelli lo è ancora di più, ai limiti del simbiotico.

Se poi parliamo di due bambine nate fuse per la testa, allora capisci che il concetto di “insieme” è qualcosa di diverso a cui gli altri non possono nemmeno avvicinarsi.

Mirha e Minal sono nate unite insieme, come era successo a Ervina e Prefina. Condividevano cranio, vasi sanguigni e tessuto cerebrale vitali da sempre, e quando lo scorso luglio sono uscite dalla sala operatoria su due lettini diversi ci è voluto un po’ di tempo prima di poterle allontanarle fisicamente l’una dall’altra.

Loro sono Mirha e Minal: due gemelline pakistane nate unite per la testa 11 mesi fa e oggi separate con successo. Photo credit: Gemini Untwined.

Pur rimanendo nella stessa stanza, due-tre metri un po’ più in là apparivano chilometri: una distanza siderale, un cambiamento improvviso che in qualche modo portava con sé la terribile sensazione di abbandono, e di addio.

Oggi però le due bambine pakistane stanno bene, la loro salute è molto buona, tra due o tre settimane potrebbero essere dimesse. Stanno cominciando a vivere le proprie vite separate ma unite, cercando di dare al concetto di “insieme” un significato nuovo.

Questo capitolo della vita di Mirha e Minal si è concluso lo scorso 19 luglio all’Ankara Bilkent City Hospital, nella capitale turca, dove un team di 60 professionisti sanitari ha lavorato per quasi 14 ore per riuscire a separarle in maniera sicura, preservando tutte le funzionalità cognitive.

L’inizio della loro storia invece affonda le proprie radici in Pakistan. Le due gemelline erano venute al mondo circa 11 mesi fa unite per la parte anteriore della testa. Fin da subito però avevano mostrato alcuni problemi con la seduta e con i movimenti delle mani a causa del loro stato congiunto.

Qui vedi le due gemelline ancora unite, prima dell’intervento, in braccio al dottor Owase Jeelani. Photo credit: Gemini Untwined.

Sul territorio pakistano non erano disponibili soluzioni chirurgiche adeguate alla loro condizione, così i genitori di Mirha e Minal hanno cominciato a chiedere aiuto al di fuori dei propri confini nazionali.

I mesi passavano e nessuno sembrava in grado di aiutarli finché – anche grazie all’intervento del governo turco – non è entrato in scena il dottor Owase Jeelani, un famoso neurochirurgo pediatrico di Londra e già protagonista di diversi interventi di separazione di gemelli.

Giunto all’Ankara Bilkent City Hospital, il dottor Jeelani ha messo insieme una folta squadra di professionisti e a inizio primavera ha cominciato a progettare l’intervento per le due gemelle Pakistane, anche loro fatte arrivare appositamente in Turchia.

Attraverso la tecnologia Mixed Reality (MR), i chirurghi hanno provato i loro movimenti operatoria per settimane, allenandosi con la combinazione di immagini 3D, come le scansioni mediche, e parti "fisiche" vere per imparare a memoria ogni singolo gesto.

Alla fine, sono state trasportate in sala operatoria il a metà luglio e da lì sono iniziate le 14 ore più lunghe e complicate delle loro vite.

I chirurghi sono intervenuti prima di tutto con una tecnica di espansione del tessuto della testa con palloncino. Nelle teste di Mirha e Minal hanno cioè inserito un particolare materiale che si è gradualmente espanso aumentando il tessuto del cranio nel giro di circa due mesi.

In un secondo momento hanno poi proceduto con la separazione vera e propria. E in questa delicatissima fase era fondamentale che ci fosse sufficiente tessuto per coprire il cervello, che a quel punto sarebbe rimasto letteralmente esposto e alla mercé di qualsiasi potenziale danno.

L’intervento, che è stato un completo successo, ha visto il supporto dell’organizzazione benefica Gemini Untwined, che raccoglie fondi per i fratelli nati uniti per la testa. Secondo i loro dati, una nascita su 60mila si conclude con due gemelli siamesi e solo il 5% di questi sono bambini craniopagi, ovvero fusi per la testa.

A operazioni ormai concluse, il dottor Jeelani ha raccontato che come tutti i gemelli siamesi dopo la separazione, anche la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca di Mirha e Minal erano a livelli altissimi. Poi però, quattro giorni dopo l’intervento si sono ritrovate, si sono toccate le mani e hanno capito: separate sì, ma sempre unite.

Fonte | Gemini Untwined

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