Nato senza il perone, torna a camminare a 29 anni: un intervento innovativo ha battuto la rara malattia congenita

L’équipe di chirurghi ortopedici dell’ospedale Cortina è riuscita a ridare a un giovane originario di Conegliano una deambulazione corretta e il più normale possibile. Fin dalla nascita soffriva di una rara malformazione congenita, detta emimelia, che colpisce circa un bambino su un milione.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Aprile 2021
* ultima modifica il 17/05/2021

A 29 anni è tornato a camminare. Letteralmente. È la storia di un giovane di Conegliano, in provincia di Treviso, che a causa di una rarissima malformazione congenita, detta emimelia, fin dall’età di 12 anni non aveva più potuto muoversi correttamente e senza provare dolori insopportabili.

Oggi il ragazzo si è messo alle spalle l’anomalia e il difetto nella crescita degli arti grazie a un delicato intervento portato a termine da un’équipe di chirurghi ortopedici dell’ospedale Cortina (a Cortina d’Ampezzo).

Nel giro di qualche mese ha visto la sua vita rivoluzionata, fortunatamente in bene. È passato da un’operazione che nessuno specialista voleva tentare, a causa del rischio di lasciare l’arto con una scarsa circolazione sanguigna, a poter passare oltre 8 ore di lavoro sempre in piedi sulle proprie gambe.

La patologia congenita 

Quando senti parlare dell’emimelia devi pensare a una patologia che si sviluppa nel feto e che causa la mancanza di alcuni segmenti ossei, soprattutto negli arti.

Si tratta di una malattia caratterizzata da manifestazioni varie e differenti da paziente a paziente, scarse possibilità di trattamento e un’incidenza molto rara: pensa che la malformazione congenita colpisce circa un bambino su 1 milione.

L’emimelia aveva costretto il giovane di Conegliano a una particolare forma di agenesia, all’assenza cioè di una sezione anatomica della parte laterale della gamba e del piede. Una particolare variante di emimelia che prende un individuo ogni 50mila.

In sostanza, il ragazzo era nato senza il perone. Nel corso del tempo si era sottoposto a 5 diversi interventi correttivi con cui i medici avevano tentato di fornirgli un appoggio che fosse più vicino possibile al passo naturale.

Tutte le operazioni, però, avevano dato risultati transitori, portandolo anche a sviluppare un valgismo della tibia. L’appoggio sul piede era alterato, la deambulazione non era più naturale e il dolore non voleva andarsene.

L’intuizione 

La chiamano così gli esperti dell’ospedale Cortina: un’intuizione. È ciò che ha permesso ai chirurghi ortopedici di trattare con successo il ragazzo. Il lampo di genio è arrivato grazie allo studio della funzionalità del piede stesso e ai principi che risalgono agli anni ’60 della medicina.

Con questa “ricetta”, i medici hanno portato il ragazzo in sala operatoria, dove hanno eseguito due osteotomie correttive, interventi per accorciare, allungare o modificare l'allineamento di uno osso, con modifiche al retropiede (il calcagno) e all’avampiede.

Di fatto, hanno apportato due piccole correzioni al piede con cui gli hanno risolto il dolore e le problematiche di deambulazione. Oggi il giovane può camminare in carico ed è "rinato": è tornato ad avere una deambulazione il più normale possibile.

Fonte | Ospedale Cortina

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