Non solo le chirurgiche o quelle di comunità: puoi utilizzare anche le mascherine trasparenti, basta che siano certificate

Le mascherine trasparenti che lasciano visibili le labbra sono nate già diversi anni fa per aiutare le persone sorde, che per comunicare dipendono proprio dalle espressioni del viso e dai movimenti della bocca. Con la pandemia si sono diffuse in tutto il mondo anche in ambiti come la scuola ma se vuoi utilizzarle devi stare attento che rispettino i criteri individuati dal Ministero della Salute.
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Kevin Ben Alì Zinati 10 Novembre 2020
* ultima modifica il 29/01/2021

Potresti averle viste in ospedale oppure potrebbe esserti capitato di vederne qualcuna anche per strada. Oltre a quelle chirurgiche o alle ormai famose FFP2 e FFP3 esiste anche un tipo di mascherina trasparente: un dispositivo che lascia bocca, labbra e quindi l’espressione del viso liberi alla vista degli altri. Dopo i dubbi sulla sicurezza e l’efficacia delle visiere di plastica di cui ci ha raccontato il presidente di Federfarma Marche Andrea Avitabile, ti starai chiedendo se le puoi utilizzare anche tu, se anche queste trasparenti sono a norma e se quindi funzionano a ridurre i contagi. La risposta? Sì, se rispettano i giusti requisiti individuati dal Ministero della Salute.

Di che mascherina si tratta? 

Da quando a febbraio siamo stati invasi dalla pandemia di Coronavirus, le mascherine sono diventate uno degli strumenti più importanti che abbiamo a disposizione per cercare di ridurre i contagi e quindi la sua diffusione. Ma quanti e quali dispositivi ci sono, ti starai domandando. Il Ministero della Salute li divide in tre categorie:

  • Le mascherine chirurgiche
  • Le mascherine FFP2 e FFP3
  • Le mascherine di comunità

Le chirurgiche nascono con lo scopo di limitare la trasmissione di agenti infettivi e di evitare, a chi le indossa, di contaminare l’ambiente in cui si trova. Si tratta di dispositivi medici e sono utilizzate soprattutto in ambiente ospedaliero. Le FFP2 o FFP3 sono dei “facciali filtranti” e rispetto alle chirurgiche hanno un’efficacia doppia perché proteggono in entrambi i sensi: in uscita e quindi gli altri e anche in entrata, quindi chi le indossa.

Poi ci sono le famose mascherine di comunità. In questa definizione rientra sostanzialmente ogni altro tipo di mascherina diversa da quelle chirurgiche o dai facciali protettivi. Sono realizzate in materiali diversi, come la stoffa o il silicone o altri materiali morbidi, e possono essere lavabili e dunque riutilizzabili.

I requisiti 

Ognuna delle categorie che ti ho citato qui sopra risponde a dei requisiti precisi. Significa che per poter essere catalogata come chirurgica, FFP2 o FFP3 o anche di comunità e per poter godere della certificazione del Ministero, una mascherina deve rispettare delle caratteristiche imprescindibili. Ogni tipo di mascherina, come puoi intuire, richiedere caratteristiche diverse: dalla resistenza agli schizzi liquidi alla traspirabilità, dall’efficiente grado di filtrazione all’impiego di materiali non nocivi per la tua pelle.

Nello specifico, le mascherine chirurgiche, per essere sicure, devono rispettare la norma tecnica UNI EN 14683:2019 mentre le FFP2 e PPF3 devono seguire le indicazioni della norma UNI EN 149:2009. Ti ho spiegato invece che le mascherine di comunità non sono riconosciuti come dispositivi medici, tuttavia anch’esse devono rispettare dei requisiti per poter essere efficaci.

L’articolo 16 comma 2 del Decreto Legge del 17 marzo 2020 specifica che le mascherine di comunità sono misure igieniche utili a ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni: possono anche essere autoprodotte ma devono comunque essere mascherine monouso oppure realizzate con materiali lavabili, di modo che ogni giorno tu la possa lavare e sterilizzare.

I materiali idonei devono essere multistrato e in grado di fornire un’adeguata barriera. E poi devono offriti comfort e respirabilità ma soprattutto devono avere una forma tale da aderire perfettamente al viso coprendo dal mento fin sopra al naso.

Le mascherine trasparenti 

Se le fantasie e i colori delle mascherine di comunità avevano contributo a rendere i dispositivi socialmente meno impattanti rispetto al classico azzurro o bianco, diventando persino un accessorio degno delle mode, quelle trasparenti hanno risposto alle esigenze di un’altra popolazione: i sordi. La mascherina filtra l’aria proteggendoti da virus e batteri però impedisce agli altri di vedere come muovi le labbra, se sorridi o se hai la bocca serrata dalla rabbia: mezzo volto praticamente sempre coperto di fatto aveva tagliato fuori dalla comunicazione chi dipende dalle espressioni del viso e dal movimento della labbra.

Il problema non è nato oggi con la pandemia, ma persiste già da anni. Quattro studenti della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, tra il 2017 e il 2019 avevano progettato e costruito un prototipo di mascherina trasparente da utilizzare in ambito medico.

Le mascherine trasparenti sono fondamentali per le persone che per comunicare si affidano alle espressioni del viso e alla lettura delle labbra

Quando però l’utilizzo dei DPI è diventato strettamente necessario e poi obbligatorio, anche la loro mascherina ha fatto il giro del mondo e sul suo modello altre aziende, molte anche italiane, hanno messo a punto le proprie. Anche perché oltre a venire in soccorso della popolazione sorda sono tonate utilissime nei contesti già diversi, dalle fiere o le attività che richiedono il contatto con il pubblico fino alla scuola.

Le mascherine trasparenti possono dunque funzionare e contribuire alla riduzione dei contagi, insieme a tutte le altre norme come il distanziamento sociale e il lavaggio delle mani. Questi dispositivi, a seconda dei requisiti che rispettano, possono rientrare in una delle tre categorie che ti ho spiegato prima. Se ti accorgi che non sono certificate né come mascherina chirurgica, né come FFP2 o FFP3 e nemmeno come mascherina di comunità, allora non utilizzarle perché non proteggono né te né gli altri.

Fonte | Ministero della Salute

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